Le scuole paritarie cattoliche e di ispirazione cristiana, in virtù della legge n. 62 del 10 marzo 2000 che ha introdotto la parità scolastica, svolgono un servizio pubblico e fanno parte a tutti gli effetti del sistema nazionale di istruzione. Ma a 25 anni dall’entrata in vigore della norma, questa parità sotto l’aspetto economico è ancora una utopia. Il tema dei finanziamenti statali è stato molto dibattuto lo scorso 13 febbraio, durante l’assemblea plenaria delle scuole cattoliche della diocesi di Roma svoltasi nella Sala della Conciliazione del Palazzo Lateranense. Promossa dall’Ufficio diocesano per la pastorale scolastica e l’insegnamento della religione cattolica, la riunione ha visto la partecipazione di presidi e docenti di circa 85 istituti sui 158 presenti nella diocesi.
A tutti il «grazie» della Chiesa di Roma da parte del cardinale vicario Baldo Reina, il quale ha sottolineato che la diocesi guarda «alle scuole cattoliche con grande interesse per il contributo che possono dare alle sfide educative in questo tempo molto difficile. La crisi valoriale nella quale ci muoviamo spesso ci lascia smarriti. Sapere che ci sono scuole cattoliche nel territorio è motivo di grande speranza». Da qui l’appello del porporato a «non rinunciare mai ai valori» sui quali si fonda la storia dei singoli istituti. L’edificazione della speranza, per il porporato, risiede nell’educare gli adolescenti, trasmettendo loro quei valori fondamentali che «ne corroborino lo spirito, il cuore e la coscienza». Ha incoraggiato il corpo docente a proseguire nel proprio lavoro dove «c’è tanto sacrificio e impegno. Sentitevi abbracciati e sostenuti dalla Chiesa di Roma – ha concluso il vicario –. Viviamo uno scambio fecondo per il bene di questa Chiesa e delle scuole paritarie».
Monsignor Michele Di Tolve, vescovo delegato per la Pastorale scolastica, l’insegnamento della religione cattolica e per la scuola cattolica, ha constatato «con amarezza» che a 25 anni dall’entrata in vigore della legge sulla parità scolastica «lo Stato non fa quello che dichiara e non eroga alle scuole paritarie ciò che serve per il loro funzionamento». Basti pensare che nel 2024 «a Roma hanno chiuso 15 scuole cattoliche», ha affermato non nascondendo la sua preoccupazione. «Non siamo scuole private – ha ribadito –, tantomeno diplomifici. Vogliamo fare scuola di qualità e non dobbiamo avere paura di prenderci responsabilità davanti a una ingiustizia che dura da troppi anni. Non è giusto che le famiglie che decidono di inviare i loro figli alla scuola pubblica paritaria non ricevano lo stesso trattamento degli altri cittadini che iscrivono i figli alla scuola pubblica statale. L’ingiustizia viene perpetrata nei confronti delle famiglie italiane.
Non possiamo continuare a fare debiti o a ipotecare case delle suore per mantenere istituzioni che esistono da molto prima della scuola statale e che hanno edificato la civiltà italiana. Le scuole pubbliche paritarie cattoliche e di ispirazione cristiana mantengono alta la qualità dell’istruzione e dell’educazione, considerando sempre la persona dell’alunno al centro di ogni azione educativa». Il vescovo ha inoltre spiegato che «tante famiglie con figli disabili vorrebbero iscrivere i figli alle scuole paritarie, ma anche qui viene perpetrata un’ingiustizia: mentre lo Stato italiano per un alunno disabile eroga circa 20mila euro, che serve per avere l’insegnante di sostegno, un alunno con disabilità iscritto alla scuola pubblica paritaria riceve solo 6mila euro».
Il presule ha ricordato alcuni appuntamenti importanti dell’Anno Santo a partire dal Giubileo del Mondo Educativo, dedicato proprio all’universo scolastico, in programma dal 31 ottobre al 2 novembre. Ma sarà «bello vivere insieme», come scuola, anche il Giubileo degli adolescenti dal 25 al 27 aprile durante il quale sarà canonizzato Carlo Acutis e per il quale «si stanno organizzando anche gruppi di pellegrini dall’America Latina e dall’Africa», ha detto. In qualità di vescovo delegato della Pastorale giovanile ha lanciato un appello per l’ospitalità dei giovani in occasione del Giubileo dei giovani che si terrà dal 28 luglio al 3 agosto. «È previsto l’arrivo di due milioni di giovani – ha affermato –. Mettendo a disposizione i locali delle scuole possiamo dare un segnale forte di accoglienza».
Il dialogo tra l’Ufficio per la pastorale scolastica e le scuole cattoliche «riprende con rinnovato entusiasmo – ha detto il direttore Rosario Chiarazzo –. Siamo ben consapevoli del generoso impegno profuso per le nuove generazioni, malgrado le numerose difficoltà in cui presidi e docenti si imbattono quotidianamente, ma tutte affrontate al servizio di uno sviluppo evangelico autentico a favore di ogni bambino, alunno e studente. La diocesi è particolarmente grata per questo affascinante impegno educativo, che si associa ad una testimonianza di vita di fede, così apprezzato da genitori e intere famiglie».
Roberta Pumpo
Roma Sette, 16 febbraio 2025
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