estorsioni mafiose “a tappeto” a Castrovillari e non solo – AltrePagine

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Sono 6 gli episodi contestati a Salomone, Stabile e Anzillotta finiti in carcere ieri su ordine della magistratura antimafia di Catanzaro

CASTROVILLARI – Metodo mafioso “classico”. Si paga in tre “comode” rate:

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la prima a Natale, la seconda a Pasqua e la terza a Ferragosto.

Con un “imponibile” forfettariamente commisurato al fatturato dell’esercizio commerciale o dell’impresa in questione:

da 2 a 5 mila euro all’anno.

Senza più una ‘ndrina, ma Castrovillari e gli altri comuni del Pollino non la fanno “franca”

È una “tassa” che si paga in tutta la Calabria e la cittadina di Castrovillari e i comuni della zona circostante collocati alle pendici della catena montuosa del Pollino, non ne sono affatto “franchi” come qualcuno forse pensava.

D’altronde le condanne – definitive – dell’inchiesta “Nerone” condotta dai carabinieri di Castrovillari coordinati dall’allora procuratore cittadino Eugenio Facciolla, del 2019, l’aveva già mostrato e dimostrato, poliziescamente e giudiziariamente (Intimidazioni estorsive nel 2019: «fu ’ndrangheta»).

Estorsioni, gravi danneggiamenti in caso di rifiuto di pagare, traffico e spaccio di droga a gogo’, come rivelato da altre inchieste sul fronte castrovillarese, un tempo “sede” di ‘ndrina, oggi “feudo” interessante.    

Già, perché poco sotto Castrovillari c’è Cassano Jonio e lì ci sono «gli amici» ‘ndranghetisti.

E sulla grande cittadina del Pollino sede di Procura e Tribunale, la ‘ndrangheta cassanese ha i suoi “emissari”.

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I 3 presunti emissari degli «amici cassanesi»

Sono nient’altro che le ultimissime risultanze investigative messe nero su bianco dai magistrati della Direzione distrettuale Antimafia di Catanzaro, prima, e dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale del capoluogo stesso, appena dopo, che sul campo del “pizzo” su Castrovillari e dintorni hanno delegato i poliziotti in forza alla Squadra mobile della Questura di Cosenza e i loro colleghi del Commissariato castrovillarese.

Gli amici degli «amici cassanesi» – ed è proprio quanto emerso dall’inchiesta – sarebbero proprio due cassanesi e un castrovillarese:

il 54enne pluripregiudicato Pietro Salomone residente a Sibari, il 33enne anch’egli penalmente censito Salvatore Stabile, e il 52enne Giuliano Anzillotta.

Il terzetto è finito in carcere ieri mattina proprio per una sequela di estorsioni e tentate estorsioni nel Castrovillarese – 6 sono in tutto gli episodi – aggravate da metodo e finalità mafiosi.

A capo del presunto sodalizio criminale emerge la figura di Salomone, gli altri due si configurano come i suoi ritenuti “collaboratori” e complici.

I fatti contestati al terzetto sono compresi nel periodo che va da marzo a dicembre del 2023.

Salomone veniva pedinato in incognito dai detective della polizia sotto le direttive dell’Antimafia proprio mentre era sotto intercettazioni telefoniche e ambientali.

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Due storie di “pizzo”: il secco «No» di una imprenditrice e la lettera di gravi minacce

Dopo i riscontri “sul campo”, gl’investigatori hanno chiamato una ad una quelle che sospettavano essere vittime di pretese estorsive. Che hanno confermato, riconosciuto fotograficamente i loro aguzzini, e li hanno denunciati. Raccontando com’erano andati i fatti.

È il caso del titolare di un’agenzia di scommesse:

prima l’invito a prendere un caffè – un incontro allusivo alla necessità di dover «Aiutare gli amici di Cassano» poi un secondo appuntamento un po’ più “concreto”, fino al terzo incontro con la tariffa:

«4 mila euro» da pagare in due tranche da 2 mila, una ad agosto e l’altra a dicembre.

Un altro dei sei episodi riguarda una ditta che stava costruendo la stazione degli autobus nel Comune di Frascineto:

Salomone guadagna per due volte l’area del cantiere alla guida della sua Mercedes per chiedere «Il regalo per gli amici di Cassano», ma la titolare dell’impresa e il suo compagno non si sono piegati e gli hanno risposto «No».

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Per questo, pochi giorni dopo sono stati pesantemente minacciati attraverso una lettera con alcune frasi sgrammaticate, ma comprensibilissime:

«Fai trovare 5 mila euro dove ti facciamo sapere nella prossima lettera chiusi in una busta sotto vuoto se chiami i carabinieri noi la sappimo ce sei pedinata ai un mese di tempo se non fai come ti viene detto gli potra succedere qualche cosa alle tue figlie atenta come ti muovi».

Poi la coraggiosa denuncia.

Salomone, Stabile e Anzillotta (difesi dagli avvocati Rosetta Rago e Mauro Cordasco) saranno interrogati nei prossimi giorni dal giudice che ieri li ha fatti arrestare e portare in carcere. direttore@altrepagine.it   



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