il presidente Tshisekedi chiede sanzioni contro il Ruanda

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Il presidente della Repubblica democratica del Congo Felix Tshisekedi ha chiesto che vengano imposte sanzioni internazionali nei confronti del Ruanda, che “sostiene i ribelli dell’M23 e ha mire espansionistiche”. Intervenendo alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, Tshisekedi ha detto che “ciò che serve è mettere sulla lista nera il vero colpevole di questa situazione: il Ruanda”. 

Tshisekedi ha affermato che il conflitto nella regione ricca di minerali negli ultimi tre decenni è diventato un “campo di battaglia per le ambizioni predatorie di alcuni dei nostri vicini”. “Non sopporteremo più che le nostre risorse strategiche vengano saccheggiate a beneficio di interessi stranieri sotto lo sguardo complice di coloro che si nutrono di caos”, ha aggiunto, criticando l’inazione internazionale. “Non ci accontenteremo di semplici parole, chiediamo un’azione decisiva”, ha detto all’élite diplomatica mondiale. Kinshasa accusa Kigali di voler rubare le abbondanti risorse naturali della regione, tra cui i minerali di terre rare utilizzati nelle batterie elettroniche e in altri dispositivi come i telefoni cellulari, oltre all’oro. Il Ruanda nega la rivendicazione e sostiene che la sua sicurezza nazionale è minacciata da gruppi armati, in particolare dalle FDLR, create da ex leader hutu nel genocidio del 1994 contro i tutsi.

Il gruppo armato M23 ha conquistato l’aeroporto di Bukavu in località Kavumu e sta avanzando verso la città, distante circa 30 km e capoluogo della provincia del Sud Kivu, nonostante il cessate il fuoco richiesto dai Paesi dell’Africa subsahariana che proprio oggi si sono riuniti in Etiopia per proseguire nei negoziati di pace. Dall’inizio dell’anno, il conflitto in Repubblica Democratica del Congo tra esercito e ribelli ha già causato oltre 3 mila vittime.

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Intanto L’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati ha affermato che centinaia di migliaia di sfollati si trovano ora in rifugi di fortuna sovraffollati, chiese, scuole e ospedali. “I pesanti bombardamenti di artiglieria e i saccheggi hanno distrutto 70.000 rifugi di emergenza intorno a Goma e Minova, nelle province del Nord e del Sud Kivu, lasciando circa 350.000 sfollati interni ancora una volta senza un tetto sulla testa”, ha detto l’agenzia. I leader dell’Unione Africana sono riuniti in Etiopia nel weekend per fare il punto della situazione

Soldati delle Forze Armate della Repubblica Democratica del Congo (FARDC) salgono su un veicolo a Bukavu il 14 febbraio 2025 (afp)

PE approva risoluzione su escalation in RDC

Ieri il Parlamento Europeo ha approvato a larga maggioranza una risoluzione sulla recente escalation di violenza nell’Est della Repubblica Democratica del Congo. La risoluzione chiede alla Commissione europea e al Consiglio la sospensione immediata dell’accordo con il Ruanda per la collaborazione sulle forniture di materie prime critiche. Secondo la eurodeputata verde Cristina Guarda “la partnership strategica Ue-Ruanda era indifendibile fin dall’inizio, ed ora è macchiata del sangue di un nuovo conflitto, legato proprio alla lotta per l’accesso ai minerali nella regione”. Il voto di ieri ha espresso un’indicazione chiara: la fame di profitto non può prevalere sui diritti umani. Il conflitto in atto nell’Est del Congo coinvolge direttamente l’esercito ruandese e gruppi ribelli, come l’M23. Per questo, il Gruppo dei Verdi/Ale ha chiesto che tutti i civili siano protetti e, come leva per ristabilire la pace e l’integrità territoriale della Repubblica democratica del Congo, la sospensione dell’assistenza militare dell’Ue e della cooperazione commerciale con il Ruanda, in particolare sui materiali critici. Il nostro emendamento che chiedeva all’Ue di “imporre un embargo commerciale su tutti i minerali provenienti dal Ruanda”, tuttavia, è stato bocciato in plenaria.  Ancora Guarda: “Per fermare la crisi umanitaria in atto, occorre sospendere gli accordi minerari con il Ruanda fino a quando ogni singolo soldato e gruppo ribelle supportato dal Ruanda non lascerà il suolo congolese. Chiediamo inoltre che il Ruanda metta in atto misure per garantire la piena trasparenza nelle catene di approvvigionamento dei minerali esportati, per assicurare che la loro origine sia completamente tracciabile. I consumatori non vogliono che i loro smartphone e laptop siano realizzati con minerali insanguinati”.

Membri del gruppo armato M23 viaggiano su un pick-up mentre attraversano una strada di Goma il 29 gennaio 2025

Membri del gruppo armato M23 viaggiano su un pick-up mentre attraversano una strada di Goma il 29 gennaio 2025 (AFP)

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