In Italia gli eventi meteo estremi hanno ucciso circa 40.000 persone in trent’anni

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L’estremo è la nuova normalità. Almeno dal punto di vista climatico. Secondo quanto accertato dal Climate Risk Index 2025, pubblicato dall’organizzazione ambientalista Germanwatch, il numero e l’intensità degli eventi meteorologici estremi come alluvioni, siccità, tempeste e ondate di calore stanno aumentando in maniera così evidente da non far più considerare questi fenomeni un’eccezione.

Italia maglia nera
Lo studio non porta buone notizie per l’Italia, che risulta essere il primo Paese in Europa per morti e danni causati dagli eventi meteo estremi: “L’Italia si colloca al quinto posto nel mondo negli ultimi 30 anni soprattutto a causa dell’elevato numero assoluto e relativo di vittime”, si legge nel rapporto che ricorda come “negli ultimi due decenni il Paese ha sperimentato numerose ondate di calore estremo, che hanno causato un numero eccezionalmente alto di vittime e gravi conseguenze economiche. Le temperature torride, la siccità, gli incendi, la riduzione della produttività agricola, i danni alle infrastrutture e la pressione sui servizi sanitari e sulle reti energetiche hanno contribuito a queste perdite”. Vanno poi considerati anche altri fattori come “le forti inondazioni, soprattutto lungo il fiume Po, come quelle del 1994 e del 2000 in Piemonte, che hanno causato vaste distruzioni. Complessivamente, l’Italia ha subito perdite economiche per circa 60 miliardi di dollari e più di 38.000 vittime” ricorda Lina Adil, co-autrice del Climate Risk Index 2025. Solo tre gli Stati dell’Ue tra i dieci Paesi più colpiti nel mondo negli ultimi 30 anni. All’Italia fanno compagnia Spagna e Grecia.

Il Sud Globale soffre
Dal 2006, il Climate Risk Index analizza il numero di morti, persone colpite e danni economici causati da eventi meteorologici estremi – in cifre assolute e relative alla popolazione o al prodotto interno lordo. Lo studio pubblicato quest’anno si basa su dati del Database Internazionale dei Disastri (EM-DAT) sugli eventi meteorologici estremi e su dati socio-economici del Fondo Monetario Internazionale (FMI).

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A livello globale, solo Dominica, Cina, Honduras e Myanmar stanno peggio di noi. Sono infatti i Paesi del Sud Globale quelli che negli ultimi 30 anni hanno sofferto maggiormente gli impatti degli eventi meteorologici estremi. Tra il 1993 e il 2022, si sono verificati più di 9.400 eventi meteorologici estremi che hanno causato la morte di quasi 800.000 persone e danni economici per un totale di 4,2 trilioni di dollari Usa (aggiustati per l’inflazione). Mentre Paesi come Cina, India e Filippine sono stati principalmente colpiti da eventi estremi ricorrenti, Dominica, Honduras, Myanmar e Vanuatu sono stati maggiormente colpiti da eventi estremi eccezionali.

Secondo Laura Schaefer, capo della Divisione per la Politica Climatica Internazionale di Germanwatch: “La crisi climatica sta diventando sempre più un rischio per la sicurezza globale e deve essere affrontata con azioni multilaterali coraggiose. Ci sono segnali crescenti che stiamo entrando in una fase critica e imprevedibile della crisi climatica, che aggraverà ulteriormente i conflitti, destabilizzerà le società e influenzerà negativamente la sicurezza umana in tutto il mondo.”

Più fondi per i Paesi colpiti
“I Paesi ad alto reddito e ad alte emissioni devono riconoscere l’urgenza di accelerare gli sforzi di mitigazione”, afferma David Eckstein, consigliere senior per la Finanza Climatica e gli Investimenti presso Germanwatch e co-autore dell’indice. Negli ultimi 30 anni, le perdite totali di 4,2 trilioni di dollari sono paragonabili all’intero Pil della Germania nello stesso periodo. “Meno investiamo oggi nella mitigazione e adattamento, più saranno elevati i costi umani ed economici in futuro”, conclude Eckstein.

In alcuni casi, come la Dominica, le perdite subite da un singolo evento meteorologico estremo possono essere molte volte superiori all’intero prodotto interno lordo di un Paese. In Cina, un numero particolarmente elevato di persone è stato colpito da alluvioni, tifoni e siccità, mentre in Italia le grandi ondate di calore e le loro conseguenze hanno causato oltre 38.000 morti – soprattutto nel 2003 e nel 2022.

 

 

 

 

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