Pagare le tasse come nomade digitale – cosa devi sapere

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Nell’immaginario collettivo, i nomadi digitali non pagano le tasse perché non risiedono stabilmente in nessun posto del mondo. Eterni vagabondi perennemente in viaggio, molte persone pensano che abbracciare questo stile di vita voglia dire avere una piena libertà anche dal punto di vista fiscale.

In realtà, non è così. I nomadi digitali, come qualunque persona che lavora e guadagna regolarmente, sono obbligati a pagare le tasse. In questa guida, parleremo meglio dell’argomento ma ti ricordiamo che, poiché ogni persona ha una situazione unica, è fondamentale che tu ti rivolga a un commercialista per sapere come dovrai muoverti, dal punto di vista fiscale, una volta iniziata la tua avventura come nomade digitale, o anche prima.

La residenza fiscale

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La maggior parte dei nomadi digitali paga le tasse nel proprio Paese di origine. Questo accade perché se, per esempio, Mario ha sempre vissuto in Italia, anche se ora saltella da un Paese all’altro, in realtà non si è stabilito all’estero, pertanto, la sua residenza fiscale è ancora in Italia.

Ci sono anche casi di nomadi digitali che pagano le tasse in più Paesi e quelli di altri che, spesso spinti da un po’ d’ignoranza sulla questione, pensano che basti non essere residenti in alcun Paese per non pagare le tasse ma le cose non funzionano così. Se, per esempio, Giulia annulla la propria registrazione come residente nel suo Paese di origine, l’Italia, e va a vivere e lavorare nelle Filippine, senza però diventarne residente, ecco che la ragazza è convinta di non dover pagare le tasse da nessuna parte. In realtà, in uno scenario come questo, l’Italia applica quello che viene chiamato “diritto di ripiego sulla residenza fiscale”, che significa che, se non risiedi da nessuna parte, la tua residenza fiscale è quella dell’ultimo Paese in cui sei stato residente. Questo principio non è una peculiarità italiana ma esiste in diversi Paesi.

Residenza e domicilio, la differenza

Molte persone si confondono fra la residenza e il domicilio, pensando che si tratti della stessa cosa. In realtà, non è così. Andiamo a vedere le differenze tra i due termini:

  • Il domicilio è il luogo in cui pensi di tornare dopo che rientrerai dal viaggio, ovvero la casa a lungo termine. Questa abitazione solitamente è ubicata nel Paese che consideri quello dove abiti permanentemente, anche se poi sei spesso in viaggio. Se mantieni legami importanti con quel Paese, come possedere una casa o un’azienda, ciò può influire sui tuoi obblighi fiscali.
  • La residenza è il posto in cui vivi per un certo periodo di tempo. Nonostante ogni Paese abbia le proprie regole al riguardo, in generale possiamo dire che, per ottenere la residenza in un’altra nazione, è necessario passarci almeno 183 giorni l’anno.

È anche importante conoscere la differenza fra residenza e residenza fiscale. Come abbiamo visto, la residenza ha a che fare con il posto in cui vivi (o i posti, se risiederai in più Paesi nello stesso anno). La residenza fiscale, invece, riguarda il Paese verso il quale hai gli obblighi fiscali. Anche in questo caso, i fattori che determinano il tuo Paese di residenza fiscale possono cambiare da una nazione all’altra ma generalmente includono dove si trova la tua casa principale, quanto tempo passi nel Paese e il tuo stato lavorativo.

Tornando all’esempio di Giulia, che è andata a vivere e lavorare nelle Filippine, ecco che se la ragazza ha una casa intestata a lei in Italia o ha altri rapporti significativi con la sua nazione di origine, sarà considerata residente nelle Filippine ma residente fiscale in Italia e, quindi, dovrà pagare le tasse nel suo Paese di origine.

Come abbiamo accennato, in linea di massima, se trascorri almeno 183 giorni in un Paese, sei considerato suo residente fiscale e devi pagare le tasse a quella nazione, non solo su ciò che guadagni lì ma anche su quello che guadagni da fonti provenienti da altri Paesi. Tuttavia, come abbiamo visto, la “regola dei 183 giorni” non è universale e ci sono Paesi che hanno regole diverse. Inoltre, non è solo la durata della tua permanenza in un certo Paese a determinare dove pagherai le tasse.

Dove sono i tuoi interessi vitali

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I tuoi interessi vitali sono tutto ciò che dimostra che hai un certo rapporto con un determinato Paese. In linea di massima, per fare un esempio, se Giorgio trascorre meno di 183 giorni l’anno a Bali ma ha un suo ristorante lì, ha comprato casa lì e ha messo su famiglia lì, con tanto di figli che frequentano la scuola locale, ecco che può essere considerato ugualmente un residente fiscale dell’Indonesia perché il suo centro d’interessi vitali è chiaramente lì.

Ecco alcune domande che puoi porti per cercare di capire se il centro dei tuoi interessi vitali si trova nel Paese in cui vivi adesso:

  • Possiedi una casa o altro (es. un terreno) lì?
  • Hai degli investimenti o un conto bancario in quella nazione?
  • La tua famiglia abita lì?
  • Sei registrato presso le autorità locali per quanto riguarda i servizi pubblici?

Il centro degli interessi vitali, quindi, è di fondamentale importanza per determinare quale Paese, secondo la legge, è quello al quale devi pagare le tasse. Pur trascorrendo più di 183 giorni in un Paese, se non hai dei legami solidi con lo stesso, potresti non esserne considerato residente.

Accordi contro la doppia imposizione

Per evitare che lo stesso reddito venga tassato due volte, da due Paesi diversi, sono stati creati gli accordi contro la doppia imposizione. Facciamo un esempio: Luca è residente fiscale in Italia ma guadagna in Portogallo. Se esiste un trattato fiscale fra i due Paesi, questo stabilirà quale delle due nazioni ha diritto a tassare il reddito del ragazzo. La bella notizia è che l’Italia ha degli accordi contro la doppia imposizione con moltissimi Paesi del mondo.

Professionisti per l’aspetto fiscale dell’essere nomade digitale

Naturalmente, la questione tasse può essere molto più complessa di così, con tanti fattori di cui tenere di conto. Per questo motivo, come abbiamo già accennato, è fondamentale che, prima ancora di partire, tu ti rivolga a un professionista che possa guidarti in questo settore. È anche importante che il professionista in questione abbia un’ottima conoscenza del nomadismo digitale.

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Nel caso in cui dovesse cambiare qualcosa nella tua vita, avvisa prontamente il professionista che ti seguirà. Ecco alcuni professionisti della fiscalità che operano online e che puoi contattare per una prima consulenza e da cui farti, eventualmente, seguire:

 



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