Ferrovie, miliardi di fondi Pnrr da spendere entro il 2026: treni e cantieri in ritardo

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Il periodo complicato dei treni in Italia può solo continuare. Tra il 2025 e il 2026 si dovranno spendere decine di miliardi di fondi Pnrr per la rete ferroviaria da nord a sud, oltre ai normali interventi di manutenzione. Disagi e ritardi potrebbero ancora continuare. Tutto è nelle mani del ministero delle Infrastrutture di Matteo Salvini, che ha per le mani quasi 40 miliardi di euro di risorse e nel giro di un anno e mezzo dovrà riuscire a ultimare i progetti previsti. Ma ci sono dei problemi.

Pnrr per le ferrovie: fondi a Trenitalia contro i ritardi ma le gare vanno deserte

Gli investimenti per le ferrovie sono una parte importante del Pnrr italiano: valgono circa 25 miliardi di euro. La realizzazione degli interventi è quasi del tutto nelle mani di Rfi, l’azienda pubblica di Ferrovie dello Stato (Fs) che gestisce la rete italiana. 

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Anche Trenitalia, controllata al 100 per cento da Fs, è finanziata dai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza per poco meno di 600 milioni di euro. Ma il dato, negativo, è un altro: Trenitalia presenta il numero maggiore di gare andate deserte, come aveva fatto notare la Corte dei conti l’anno scorso.

Questi e altri motivi stanno causando dei ritardi sull’attuazione dei progetti. Al momento, secondo i dati di OpenPnrr, sono stati usati 9,1 miliardi sui 24,8 destinati alle ferrovie. 

Perché il Pnrr per i treni è in ritardo: cosa succede da qui al 2026

Sulla carta, la parte del Pnrr dedicata a treni e ferrovie procede come previsto. Ma è un effetto ottico dovuto allo spostamento in avanti della spesa deciso dal governo Meloni nella sua revisione del piano per evitare i ritardi.

Tra il 2020 e il 2024 è stato speso circa il 40 per cento dei fondi dell’attuazione finanziaria: vuol dire che la restante parte del 60 per cento a disposizione va spesa entro giugno 2026. Sono quasi 16 miliardi di euro di cantieri da finire, oltre a quelli in corso.

“La contemporaneità dei cantieri sta portando a una congestione” 


Ad di Ferrovie dello Stato Italiane, Stefano Donnarumma.

Lo stesso Stefano Donnarumma, amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, ha ammesso le criticità: “È indubbio che la densità dei cantieri sulla nostra infrastruttura sia quanto di storicamente più elevato si sia visto da decenni, questo per la sovrapposizione dei cantieri Pnrr e altre necessità di manutenzione”, ha detto durante la sua audizione alla commissione Trasporti della Camera. 

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“Io da ingegnere avrei pianificato gli interventi in maniera diversa – fa notare -. Parlo dell’indicare Rfi come soggetto attuatore per i 25 miliardi di investimenti. Si sarebbe potuto fare altrimenti se si fossero divisi in una parte Alta velocità e una parte relativa al rifacimento di infrastrutture esistenti. Questo avrebbe limitato le difficoltà e apportato migliorie con un effetto diretto sulla rete”.

Problemi e costi aumentano: “La contemporaneità dei cantieri sta portando a una congestione e se si devono svolgere tutti i cantieri contemporaneamente non si riesce nemmeno a trovare copertura in termini di personale e anche di materiali”, dice Donnarumma. Tutto ciò “con i costi tutti cresciuti per la guerra in Ucraina che impattano su queste tematiche”.

La mappa dei cantieri Pnrr per treni e ferrovie 2025-2026

Dunque, secondo i dati più aggiornati, finora è stato speso il 36,6 per cento dei fondi disponibili. Nel giro di un anno e mezzo si dovranno spendere quasi 16 miliardi di euro in interventi sulle ferrovie.

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Secondo l’ultima relazione della Corte dei conti sul Pnrr, la maggior parte dei progetti avviati si trovano nella fase di esecuzione dei lavori. Solo il 4% delle iniziative è arrivato al momento del collaudo. Come si vede dalla tabella sotto, la metà dei fondi al momento stanziati si concentra al nord Italia.

In generale, circa il 20% dei progetti mostra ritardi. A questi dovremo aggiungere i restanti 16 miliardi di cantieri e misure da portare a termine entro giugno 2026. Ma di quali progetti parliamo? Ad esempio, dovevano entrare in servizio 77 treni Intercity a emissioni zero. Sono operativi in 5. Stesso discorso per treni da usare per il trasporto pubblico locale: dovevano essere 89, ma al momento sono 27. 

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Poi ci sono gli interventi sulla rete: vanno migliorati 1.280 km di linee ferroviarie che passano da 12 nodi strategici, come la Liguria-Alpi e il collegamento tirrenico centro-settentrionale. Il progetto sta subendo dei ritardi, così come l’elettrificazione della rete e l’alta velocità al Sud Italia: la Palermo – Catania è al 6 per cento di avanzamento della spesa mentre la Salerno – Reggio Calabria è ferma allo 0,6 per cento su 1,8 miliardi previsti. La scadenza per portare a termine i lavori è sempre metà 2026. Altri 1,55 miliardi servono per il potenziamento delle linee regionali, quelle di solito più usate dai pendolari, ma è stato speso meno del 20 per cento dei fondi. 

Mappa dei cantieri Pnrr nelle ferrovie in Italia tra 2025 e 2026

Lavori che si protraggono insieme a tutto il resto da completare. Da qui al 2026 ci saranno infatti cantieri su queste linee: 

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  • Alta Velocità Brescia-Verona-Vicenza – Padova;
  • Alta velocità Liguria-Alpi;
  • Merci e passeggeri ad alta velocità sulla Napoli-Bari;
  • Orte-Falconara;
  • Taranto-Metaponto-Potenza-Battipaglia;

A questi interventi si aggiungono anche quelli per migliorare i sistemi di rilevamento del traffico e gli altri menzionati. E non è chiaro se si riuscirà davvero a centrare l’obbiettivo di giugno 2026, che vista la mole dei lavori da portare a termine sembra ottimistico: chi usa il treno per viaggiare è avvisato.

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