C’è un’importante novità per le imprese che intendono investire su fotovoltaico o minieolico. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha disposto l’apertura dello sportello per la presentazione delle domande relative agli incentivi per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili destinati alle piccole e medie imprese (PMI) italiane.
Il decreto direttoriale 14 marzo 2025 (che trovate disponibile in calce all’articolo) dettaglia le misure a “Sostegno per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili nelle PMI” , con riferimento agli investimenti in fotovoltaico e minieolico per l’autoconsumo immediato e in sistemi di accumulo dell’energia prodotta.
Le risorse complessivamente a disposizione di questa agevolazione, 320 milioni di euro di cui il 40% riservato alle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, rientrano nell’ambito della Misura 7, Investimento 16, finanziata con le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).
Fotovoltaico e minieolico, l’incentivo per le PMI che vogliono investire nell’autoproduzione
I soggetti beneficiari di questi incentivi per autoproduzione sono le PMI operanti su tutto il territorio nazionale, regolarmente costituite e iscritte come attive nel Registro delle Imprese.
Le imprese non residenti in Italia devono dimostrare la loro personalità giuridica nel paese di residenza e, al momento della richiesta della prima erogazione, la disponibilità dell’unità produttiva sul territorio italiano.
È fondamentale che le imprese siano nel pieno e libero esercizio dei propri diritti, non si trovino in stato di liquidazione o sottoposte a procedure concorsuali con finalità liquidatoria e non siano destinatarie di ordini di recupero pendenti per aiuti di Stato dichiarati illegali dalla Commissione Europea. Inoltre, devono operare in regime di contabilità ordinaria e possedere almeno un bilancio approvato e depositato, o una dichiarazione dei redditi nel caso di imprese individuali e società di persone.
Le aziende escluse
Non tutte le PMI possono beneficiare di questi incentivi per autoproduzione. Sono escluse le imprese operanti nei settori indicati nell’Allegato 1 del decreto direttoriale, basato sulla classificazione ATECO 2025. Tra questi, figurano principalmente le attività legate all’agricoltura, silvicoltura e pesca.
In linea con il principio di “non arrecare un danno significativo” (DNSH), non sono inoltre ammissibili le imprese la cui attività principale rientra nei settori della produzione di energia da combustibili fossili, le industrie ad alta intensità energetica e/o ad alte emissioni di CO2, la produzione, il noleggio o la vendita di veicoli inquinanti, la raccolta, il trattamento e lo smaltimento di rifiuti, e il trattamento di combustibile nucleare e la produzione di energia nucleare. Sono altresì escluse le imprese destinatarie di sanzioni interdittive o nei cui confronti sia verificata l’esistenza di cause ostative ai sensi della normativa antimafia.
L’eccezione per l’Automotive
Tra le esclusioni relative al DNSH è prevista un’eccezione relativa al settore degli autoveicoli. Le imprese che operano nel settore della produzione, del noleggio e della vendita di veicoli possono infatti accedere agli incentivi a patto di rispettare una specifica condizione: i ricavi lordi connessi all’attività svolta nell’unità produttiva oggetto dell’intervento devono derivare per almeno il 50% dalla produzione, dal noleggio o dalla vendita di veicoli a zero emissioni. Questa deroga è specificata nell’articolo 3, comma 4 del decreto direttoriale del 14 marzo 2025.
A quanto ammontano gli incentivi per fotovoltaico e minieolico
Gli incentivi per autoproduzione sono concessi sotto forma di contributo a fondo perduto. L’ammontare del contributo varia in base alla dimensione dell’impresa e alla tipologia di investimento.
In dettaglio è prevista un’agevolazione pari al 40% per le micro e piccole imprese e al 30% per le medie imprese.
Per l’eventuale componente aggiuntiva di stoccaggio di energia elettrica (sistemi di accumulo) l’aliquota è pari al 30%
Per le spese relative alla diagnosi energetica, l’incentivo può arrivare fino al 50%.
Quali spese è possibile finanziare
Gli incentivi per autoproduzione supportano programmi di investimento finalizzati all’autoproduzione di energia elettrica da impianti solari fotovoltaici o minieolici per l’autoconsumo immediato e per sistemi di accumulo dell’energia dietro il contatore per l’autoconsumo differito.
Attenzione, i progetti di investimento devono riguardare o il fotovoltaico o il minieolico: non sono ammessi progetti congiunti.
Rientrano tra i beni incentivati le immobilizzazioni materiali nuove di fabbrica e le correlate tecnologie digitali funzionali all’autoproduzione.
Gli impianti mini-eolici sono definiti come impianti di piccola taglia installabili su edifici esistenti o su coperture di strutture pertinenziali.
I programmi di investimento devono essere completati entro 18 mesi dalla data del provvedimento di concessione. È importante sottolineare che l’energia prodotta deve essere interamente destinata all’autoconsumo dell’unità produttiva, con la possibilità di accumulare l’energia in eccesso o cederla a configurazioni di autoconsumo collettivo o immetterla in rete. I programmi di investimento devono essere supportati da una diagnosi energetica ex-ante realizzata da soggetti qualificati.
Come presentare la domanda per gli incentivi per fotovoltaico e minieolico
La domanda di agevolazione deve essere presentata esclusivamente in formato elettronico, attraverso la piattaforma informatica messa a disposizione sul sito internet del Soggetto Attuatore, Invitalia. Lo sportello sarà aperto a partire dalle ore 12:00 del giorno 4 aprile 2025 e fino alle ore 12:00 del giorno 5 maggio 2025.
L’accesso alla piattaforma sarà consentito tramite SPID, Carta Nazionale dei Servizi o Carta di Identità Elettronica. Ogni impresa può presentare una sola domanda. La domanda, redatta in lingua italiana, dovrà essere firmata digitalmente dal legale rappresentante o da un suo delegato e dovrà contenere, tra l’altro, i dati anagrafici e identificativi dell’impresa, dichiarazioni sul possesso dei requisiti di ammissibilità e la descrizione del programma di investimento.
Alla domanda dovrà essere allegata una relazione tecnica asseverata, una DSAN contenente i dati contabili, la DSAN sulla dimensione dell’impresa (se necessario), la DSAN antimafia (per agevolazioni superiori a 150.000 euro), la DSAN sul titolare effettivo, ed eventuale documentazione aggiuntiva come certificazioni di parità di genere o ambientali. Al momento della presentazione della domanda, la piattaforma rilascerà un Codice Unico di Progetto (CUP), che dovrà essere indicato su ogni giustificativo di spesa.
Come saranno valutate le domande per gli incentivi per autoproduzione
Una volta chiuso il termine per la presentazione delle domande, Invitalia avvierà l’istruttoria per verificarne la completezza e la sussistenza dei requisiti formali di ammissibilità. Successivamente, per le domande con esito positivo, si procederà alla valutazione di merito dei progetti di investimento.
La valutazione si baserà su criteri specifici, come il rapporto tra la potenza nominale degli impianti e il fabbisogno energetico dell’unità produttiva, il Margine Operativo Lordo (MOL) medio dell’impresa rispetto all’ammontare dell’investimento, e l’eventuale possesso di certificazioni ambientali di processo.
Saranno inoltre attribuiti punteggi aggiuntivi alle PMI in possesso del rating di legalità e della certificazione della parità di genere.
Sulla base dei punteggi ottenuti Invitalia formerà una graduatoria delle domande ammissibili, tenendo conto delle risorse disponibili e delle riserve previste. La graduatoria sarà pubblicata sui siti internet di Invitalia e del Ministero entro 120 giorni dal termine finale per la presentazione delle domande.
Il decreto direttoriale 14 marzo 2025
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Il decreto ministeriale 13 novembre 2024
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