Maricetta Tirrito, condannata a 8 anni l’ex paladina antimafia. «Agi e lussi pagati con le rette e i soldi degli anziani»

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Condannata a otto anni di reclusione Maricetta Tirrito, l’ex paladina antimafia di Ostia e Torbellamonaca e strenua sostenitrice dei diritti delle donne. A dicembre del 2023 era stata arrestata dalla polizia di Anzio per via dei presunti abusi nella conduzione di una casa di riposo ad Ardea, la Cohousing, chiusa da carabinieri e Asl per le drammatiche condizioni igieniche e altre irregolarità. L’inchiesta era partita dopo la morte di un anziano, Luigi Bonomo, affetto da demenza senile ma nonostante ciò ritenuto dal medico della struttura capace di intendere e di volere. Nel mirino degli investigatori era finita la gestione ritenuta decisamente “allegra” delle rette e di altre disponibilità mobili e immobili in capo agli anziani ospiti. Viaggi, borse, scarpe di lusso. Ma anche, cene al ristorante, la scuola privata per la figlia e persino interventi chirurgici al seno: secondo l’accusa la bella vita della Tirrito e della sua famiglia era ottenuta approfittando della buonafede dei vari interlocutori, accreditandosi pure in convegni di interesse sociale e incontri politici. Arrivando a intascarsi anche una polizza da oltre 380mila euro. Di un anziano, intercettata, parlava come del suo «gioiellino», considerata la rilevante capacità economica, «c’ha una casa», ribadiva.

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I REATI

Per la morte di Bonomo, all’attivista antimafia per cui la Procura di Velletri aveva chiesto 27 anni, era stato contestato anche l’omicidio con dolo eventuale. Ombre anche sul caso di un’altra anziana ospitata. Invece, ieri, davanti alla Corte di Assise di Frosinone questa accusa, la più grave, è caduta mentre sono state confermate le altre ipotesi di reato, ossia la circonvenzione di incapace, l’autoriciclaggio e il falso ideologico.

Nella villa di Casalpalocco in cui la donna si era trasferita, gli agenti avevano bussato per cercare anche il compagno, Fabio Corbo, coinvolto nella vicenda e finito a processo. Ieri, Corbo è stato assolto da ogni accusa. È stata condannata a 2 anni e 3 mesi per il concorso in circonvenzione di incapace, invece, a una sua collaboratrice, Silvana Loconte. Due anni e 6 mesi alla dottoressa Marina Endrjievschi, già sottoposta all’obbligo di firma e alla sospensione dalla professione per un anno. Contestato il falso per due certificazioni. «Il gup di Velletri – afferma l’avvocato Rocco Buongiorno, difensore di Silvana Loconte – aveva già escluso indizi per il reato di omicidio ma oggi (ieri, ndr) finalmente viene tolta quella brutta etichetta mediatica che era stata attribuita anche alla mia assistita definita come “braccio destro” e descritta come una sorta di mostro. In realtà nient’altro che una semplice badante sottopagata che aveva bisogno di lavorare, che curava gli anziani e faceva le pulizie. Questa donna non ha ricavato nemmeno un centesimo, non c’è un solo movimento bancario a suo favore. Ha messo una firma incoraggiata da altri». Loconte era stata 17 giorni a Rebibbia, poi ai domiciliari, revocati lo scorso agosto. «Aspettiamo le motivazioni, ma ci appelleremo anche a questa pur minore condanna».

IMPASSIBILE

Impassibile ha ascoltato la sentenza, Maricetta Tirrito, che per l’accusa si sarebbe autoinvitata a convegni, iniziative ed eventi politici in mezza Italia per accreditarsi nel migliore modo. Come accaduto nel settembre 2023 quando sull’onda di un’aggressione a don Antonio Coluccia, il prete anti-spaccio, si presentò a Torbella come volontaria e a sua volta denunciò di avere subito un attentato. «Questa sentenza afferma con estrema chiarezza che ad Ardea non è stato ucciso nessuno – spiega l’avvocata Vitaliana Esposito che ha assistito Tirrito insieme a Valerio Masci -. Sono cadute, inoltre, altre accuse. Quella dell’abbandono di incapaci nei confronti di una anziana donna che era andata persino in tv a testimoniare i presunti maltrattamenti subiti; così come l’esercizio abusivo della professione medica, il che significa che non era una Rsa abusiva ma una casa privata che accoglieva anziani. Rimane la parte economica. Intanto chiederemo la scarcerazione, quindi faremo appello». Delusi i vicini del signor Bonomo che avevano dato l’allarme in polizia, ieri in aula: «Ci aspettavamo una pena più alta».

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