come cambiano i prezzi per diesel e benzina – Nordest24


Il tema delle accise sui carburanti è sempre stato al centro del dibattito politico ed economico in Italia. Le accise sono una forma di imposta indiretta che viene applicata sulla produzione o importazione di determinati beni, tra cui i carburanti. A partire dal 2025, con l’approvazione definitiva del quindicesimo decreto di attuazione della riforma fiscale, le accise sui carburanti subiranno un riordino significativo che porterà a una riduzione per la benzina e a un incremento per il gasolio. Questa modifica avrà un impatto diretto sui prezzi che i consumatori dovranno pagare alla pompa, generando effetti sulle famiglie, le imprese e l’intera economia nazionale.

Le accise attuali e il contesto della riforma

Al momento, le accise sui carburanti in Italia sono stabilite a 62 centesimi al litro per il gasolio e 73 centesimi per la benzina. Questi importi sono da tempo oggetto di discussione, soprattutto considerando il continuo aumento del prezzo del petrolio e l’instabilità dei mercati internazionali. La riforma sul riordino delle accise si inserisce in un contesto di riforma fiscale più ampio, che mira a semplificare il sistema fiscale e a garantire maggiori entrate per l’erario.

La riforma prevede un allineamento progressivo delle accise tra il gasolio e la benzina, un processo che si realizzerà nell’arco di cinque anni, a partire dal 2025. Questo significa che, nel corso del tempo, il prezzo del gasolio aumenterà progressivamente di 1-1,5 centesimi di euro all’anno, mentre il prezzo della benzina diminuirà di pari valore. Questo cambiamento è stato accolto positivamente dal Vice ministro delle Finanze, Maurizio Leo, il quale ha sottolineato come la riforma rappresenti un passo importante verso la semplificazione e l’equità fiscale per gli operatori e le imprese del settore.

L’impatto economico: chi guadagna e chi perde

La riforma avrà effetti differenziati sui consumatori, in particolare sulle famiglie e le aziende che utilizzano principalmente veicoli a diesel o a benzina. Secondo le proiezioni fatte dal Codacons, l’ente di difesa dei consumatori, un aumento delle accise di 1 centesimo al litro sul gasolio comporterebbe un aumento annuo di circa 243 milioni di euro per le famiglie con auto a gasolio, con un incremento complessivo di 1,23 miliardi di euro in 5 anni. Questo aumento si traduce in un’aggravio di circa 0,61 euro per ogni pieno da 50 litri, considerando l’aliquota IVA applicata sulle accise.

In particolare, la maggiore spesa per le famiglie che possiedono auto diesel si accumula rapidamente: con una media di due pieni al mese, la spesa aggiuntiva annuale sarebbe di circa 14,64 euro per ogni veicolo. A livello complessivo, considerando tutte le auto diesel circolanti in Italia, l’aumento delle accise porterebbe a un impatto economico notevole, con un esborso aggiuntivo di 243 milioni di euro all’anno.

D’altro canto, la riforma prevede una riduzione delle accise per la benzina. Se la riduzione fosse pari a 1 centesimo per litro, questa comporterebbe un risparmio complessivo di 249,7 milioni di euro all’anno per gli automobilisti che utilizzano veicoli a benzina, con un beneficio complessivo di circa 1,25 miliardi di euro in 5 anni. Questo risparmio potrebbe sembrare relativamente contenuto per singolo automobilista, ma considerando il numero elevato di vetture a benzina in circolazione, l’effetto complessivo è significativo.

Gli effetti di un aumento maggiore delle accise

L’impatto delle nuove accise diventa ancora più marcato se si considera l’ipotesi di un aumento delle accise sul gasolio di 1,5 centesimi per litro. In questo caso, la maggiore spesa per un pieno di diesel aumenterebbe di circa 0,915 euro, portando a un aggravio annuo di 21,96 euro per ogni veicolo. In termini complessivi, questo implicherebbe una spesa aggiuntiva di 364,5 milioni di euro all’anno per le famiglie con auto diesel. Se consideriamo l’arco di cinque anni, il costo complessivo di questa misura per gli automobilisti con veicoli a gasolio sarebbe di 1,82 miliardi di euro.

Per quanto riguarda la benzina, una riduzione delle accise di 1,5 centesimi porterebbe a un risparmio complessivo di 374,5 milioni di euro all’anno per gli automobilisti a benzina, con un beneficio di circa 1,87 miliardi di euro in 5 anni. Tuttavia, va sottolineato che questo risparmio non compensa completamente l’aumento delle accise sul gasolio, che andrebbe a incidere maggiormente sulle famiglie e le imprese che dipendono dal diesel.

Le implicazioni per il settore dell’autotrasporto

Un aspetto importante da notare è che la riforma non prevede alcun aumento delle accise per il settore dell’autotrasporto. Questo significa che i trasportatori, che utilizzano prevalentemente veicoli a diesel, non saranno penalizzati dalla riforma, almeno in termini di accise. Tuttavia, la possibile crescita dei costi operativi per le famiglie potrebbe avere effetti indiretti sul costo dei beni e servizi, in quanto i trasportatori potrebbero trasferire parte dell’incremento delle spese sui consumatori finali.

L’esclusione dell’autotrasporto dall’aumento delle accise è una decisione che ha lo scopo di evitare impatti negativi sul settore del trasporto merci e sulle filiere produttive che dipendono fortemente dalla logistica su gomma. Questa scelta potrebbe contribuire a mitigare gli effetti collaterali della riforma sul costo della vita, evitando che l’incremento dei carburanti per le famiglie si traduca in aumenti generalizzati dei prezzi al consumo.

Un riordino che va monitorato

La riforma sul riordino delle accise rappresenta un cambiamento significativo per i consumatori italiani e per l’economia nel suo complesso. Da un lato, l’aumento delle accise sul diesel porterà a un incremento dei costi per le famiglie e le imprese, soprattutto per chi dipende dal gasolio per i propri veicoli. Dall’altro, la riduzione delle accise sulla benzina rappresenta un piccolo sollievo per gli automobilisti a benzina, ma non compensa completamente gli effetti negativi per i possessori di auto diesel.

Come per ogni riforma fiscale, l’efficacia di questa misura dipenderà da come verrà implementata nel corso dei prossimi anni e dall’evoluzione dei prezzi del petrolio e delle politiche fiscali internazionali. Sarà fondamentale monitorare gli sviluppi futuri e valutare se la riforma avrà l’effetto desiderato di semplificare il sistema fiscale e generare risparmi per le famiglie senza creare danni eccessivi all’economia nazionale.

In ogni caso, la riforma delle accise sui carburanti è un passo importante verso un sistema fiscale più equo e sostenibile, che dovrà essere costantemente monitorato per garantire che i benefici superino gli svantaggi per i consumatori italiani.



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