Come gli scaffali colorati di USM hanno conquistato le case neutre dei Millennial

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Nel bene o nel male, siamo tutti curatori. Forse non ce ne siamo ancora resi conto, ma il mondo dello stile contemporaneo ruota tutto intorno alla curatela, vale a dire: collezioni di cose organizzate nel modo giusto. Accade per i nostri corpi con quello che scegliamo di indossare, nelle case attraverso gli oggetti e l’arredamento, nei nostri uffici, nelle automobili, perfino al tavolo di un ristorante. È così che riveliamo il nostro gusto e raffiguriamo la nostra personalità e identità. Ognuno di noi espone i progetti curatoriali personali su Instagram e TikTok, su YouTube e Twitch, sugli sfondi di Zoom e delle videochiamate su FaceTime. Dagli umili artisti dei mood board di Pinterest al direttore creativo della tua casa di moda preferita, la curatela è il modo in cui diamo vita ai nostri mondi.

Per costruire il loro universo congiunto, Olivia Kim e il marito Alex Dymond si sono affidati al solido sistema di mobili modulari USM Haller, progettato in Svizzera. Se stai leggendo questo articolo, quasi certamente negli ultimi tempi ti sarai imbattuto in un mobile USM, anche se forse non conosci ancora il marchio. Potresti avere visto le foto della schiera di mobili USM di Nigo, l’impresario giapponese dello streetwear e designer di Kenzo nel suo atelier di Tokyo, che ospita anche una collezione da museo di mobili di Charlotte Perriand e Pierre Jeanneret. Oppure potresti avere ammirato un pezzo prodotto da questa azienda di arredamento utilizzato come espositore nella caffetteria di quartiere, o nella tua boutique di moda preferita, ammobiliata in modo minimale. Gli algoritmi potrebbero averti dato in pasto il video di un influencer di FurnitureTok che assembla e riassembla la copia di un mobiletto USM verde oliva dietro il proprio divano Togo (anche questo, probabilmente un’imitazione). USM ha un design particolare, che è radicalmente unico, eppure può mimetizzarsi con lo sfondo. Kim è vicepresidente senior del merchandising creativo da Nordstrom; Dymond è un designer di moda freelance che ha lavorato per oltre dieci anni da Supreme. Si tratta di due veterani del settore, cosmopoliti e dotati di un gusto eccezionale. Il genere di persone a cui rivolgersi per un consiglio quando devi scegliere un pezzo di arredamento. Hanno entrambi iniziato ad acquistare creazioni di USM quindici anni fa, per i loro appartamenti di New York. Oggi la coppia vive a Seattle con la figlia di quasi sette anni. Quando li raggiungo su Zoom, Dymond è seduto nello studio di casa, accanto a una scaffalatura gialla USM alta fino al soffitto, interamente occupata da file ordinate di monografie di moda e arte. La coppia ha anche altri mobiletti USM che ospitano i vestiti e il loro impianto di intrattenimento audiovisivo, personalizzati e adattati alle esigenze sempre mutevoli della vita.

«Dal punto di vista dell’utilità, li apprezziamo da sempre perché sono semplici», afferma Kim. «Sono prodotti di qualità, perfetti per ospitare e custodire le nostre cose più belle. Non sono pensati come oggetti in sé, ma dedicati a ciò a cui teniamo e che collezioniamo: libri, ceramiche o manufatti costruiti per noi dai nostri figli. Beni con un valore economico o affettivo, da mettere in un luogo altrettanto rilevante». Una rilevanza che deriva forse dai centoquaranta anni di storia dell’azienda, dal prestigioso pedigree del sistema USM in architettura, o dal suo status di arredamento cool del momento. Oppure, dipende dal fatto che ogni pezzo di arredamento USM è, in realtà, un puzzle complesso.

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Mobili USM

Il sistema è realizzato interamente con giunti a sfera, tubi d’acciaio, sottili pannelli di metallo o più raramente di vetro. Le sfere e i tubi sono sempre cromati, mentre i pannelli sono disponibili in quindici colorazioni standard. I colori vanno da quattro diverse tonalità di grigio matte da ufficio, al Rosso rubino, Giallo oro e Arancio puro e si possono mischiare e abbinare all’infinito. Non esiste un design USM fisso; le parti, insieme a un’ampia varietà di ante e cassetti, si possono configurare
in una gamma inesauribile di mensole, scrivanie, tavoli, armadi o qualsiasi altro elemento di arredo realizzabile con angoli retti. Non è un prodotto economico. Una credenza basic costa circa duemilacinquecento euro, e da qui i prezzi salgono. Nonostante il sistema “modulare”, per trasformare ad esempio la credenza in un tavolino da caffè e due comodini, sono necessari pezzi aggiuntivi e l’assistenza di un tecnico USM professionista. Tutto questo fa parte dell’impegno necessario a entrare nel mondo USM, ma le complicazioni ne aumentano perversamente il fascino. «È buffo sentire dire che USM è di moda perché il sistema, anche se sembra adattabile, richiede una qualifica pazzesca e strumenti speciali che arrivano solo dalla Germania», sottolinea Kim. «Ogni volta che vuoi cambiare qualcosa, smontare e rimontare devi sborsare migliaia di euro».



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