Libia, opposizioni pronte alla battaglia parlamentare sul caso-Almasri: “La premier Meloni venga in Aula”

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 


Giorgia Meloni spieghi al Parlamento come è stato gestito il caso Almasri. Le opposizioni sono perentorie nella richiesta. E domani la riproporranno, in coro, alla conferenza dei capigruppo convocata alle 13 alla Camera e alle 15 al Senato. In ballo c’è un nuovo stop del Parlamento (o l’ipotesi di un Aventino del centrosinistra) fermo dal 30 gennaio, per protesta contro il silenzio del governo.

Il centrosinistra

Dal Pd al M5s passando per Avs e Italia viva, tutti insistono, con una maratona parlamentare dal tenore ostruzionistico, perché la premier venga a riferire in Aula sul rilascio del capo della polizia giudiziaria libica Nijeem Osama Almasri, e il suo rimpatrio con un volo di Stato. E insistono che sia lei – e solo in alternativa, eventualmente, il ministro della Giustizia – a chiarire la vicenda del generale accusato di crimini di guerra e contro l’umanità che sarebbero stati commessi nella prigione libica di Mittiga. Di fronte a un eventuale rifiuto, non transigono. “Un nuovo ‘no’ sarebbe gravissimo”, spiegano. E minacciano come detto o un nuovo stop dei lavori parlamentari o l’Aventino dalle aule del Parlamento. Pronti comunque a valutare ogni ipotesi tutti insieme. L’iscrizione nel registro degli indagati di Meloni, dei ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi e del sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano, rende più impellente – secondo le opposizioni- la necessità che il governo intervenga alle Camere. Una novità che ha portato all’annullamento delle informative, proprio dei due ministri, che erano in programma mercoledì scorso. Il nuovo status di indagati – è invece la spiegazione della maggioranza – rende opportuno tacere, in questo momento. Il centrosinistra però non ci sta e ricorda i precedenti dei ministri dem e 5S (oltre all’ex premier Giuseppe Conte) indagati e più volte in Aula. Compresa l’attuale ministra del Turismo e imputata, Daniela Santanchè. Da qui il rinvio a domani, per una decisione che sblocchi le Camere.

La maggioranza

La palla passa, dunque, alla maggioranza e al governo. Il centrosinistra anticipa, però, che non accetterà che sia il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, a riferire (un’opzione messa sul tavolo nei giorni scorsi ma respinta). Né che possa ‘bastare’ l’audizione di Mantovano prevista domani pomeriggio al Copasir e probabilmente legata a Gaetano Caputi, capo di gabinetto della premier. In più – osservano alcuni – al Copasir non sono rappresentati i parlamentari di Avs. Insomma i riflettori sul caso Almasri non si spengono. Anche per via dello scontro aperto tra la maggioranza e i giudici “politicizzati” acuito dalle sentenze sugli hotspot albanesi. La vicenda del resto chiama in causa la ragion di Stato, i rapporti con la Libia, la gestione delle politiche migratorie dell’Italia. E per l’opposizione, il silenzio del governo diventa benzina sul fuoco. Ancor di più se un nuovo rifiuto fosse giustificato con il segreto istruttorio.

Assistenza per i sovraindebitati

Saldo e stralcio

 

Conte

Il più duro, nei toni, è Giuseppe Conte. Il leader dei 5 Stelle vede nella reazione di Palazzo Chigi una strategia: distrarre l’opinione pubblica da caro bollette, cassa integrazione e una produzione industriale in calo da 22 mesi. In aggiunta alla guerra’ alle toghe, considerata da Conte un altro diversivo. “Per eliminare il controllo di legalità stanno organizzando una torsione autoritaria del nostro sistema”, affonda il colpo. Su Almasri, comunque, Conte non molla e conferma che su questo l’opposizione è unita: “In un altro Paese quello che è successo avrebbe portato come minimo alle dimissioni del ministro della Giustizia per la sua inazione”. Ma è alla presidente del Consiglio che non fa sconti: “Lei, donna e madre, ha rimpatriato, con l’onore di un volo di Stato, un boia accusato di omicidi e persino di stupri su bambini di cinque anni”. Fino a prefigurare che “d’ora in poi Meloni sarà complice morale di Almasri”. La accusa di fuggire dal Parlamento anche Angelo Bonelli dei Verdi che chiosa: “Gli italiani meritano risposte, non propaganda”.

Le torture

Intanto una vittima e testimone delle torture del generale libico Osama Almasri ha presentato alla Procura di Roma una denuncia per «favoreggiamento» per «le condotte di Nordio, Piantedosi e Meloni che – a suo dire – hanno sottratto il torturatore libico alla giustizia». Lam Magok Biel Ruei ha depositato l’atto redatto dall’avvocato Francesco Romeo. Nella denuncia di Lam Magok, ospite di una struttura di Baobab Experience, si sottolinea come «l’inerzia del ministro della Giustizia, il quale avrebbe potuto e dovuto chiedere la custodia cautelare del criminale ricercato dalla Corte penale internazionale, e il decreto di espulsione firmato dal ministro dell’Interno, con l’immediata predisposizione del volo di Stato per ricondurre il ricercato in Libia, hanno consentito ad Almasri di sottrarsi all’arresto e di ritornare impunemente nel suo Paese di origine, impedendo così la celebrazione del processo a suo carico».



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link