la vitalità dell’Associazione nazionale magistrati, la realtà articolata dell’associazionismo

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Sono sempre più frequenti le aggressioni mediatiche – non di rado provenienti purtroppo anche da figure istituzionali – in danno di singoli magistrati, con possibili ripercussioni sull’esercizio sereno della giurisdizione; la normale adozione di atti giudiziari è talora bollata come abnorme, quando non eversiva; sono all’esame del Parlamento disegni di riforma che pongono in seria discussione l’autonomia e l’indipendenza della magistratura.

Per altro verso, una parte della magistratura associata fatica ad affrontare in modo efficace le conseguenze degli scandali legati alle degenerazioni dell’autogoverno. È accaduto – in parte – per la difficoltà di ciascun gruppo associativo di riconoscere in pieno le proprie inadeguatezze; in parte per una tendenza al ripiegamento corporativo in un frangente in cui la magistratura si percepisce “sotto attacco”.  

Nonostante l’impegno della giunta uscente –  in particolare del lucido e generoso Presidente Giuseppe Santalucia – e nonostante le numerosissime e vivaci iniziative promosse dalla base della magistratura (che ha in più occasioni promosso la convocazione di partecipatissime assemblee straordinarie dell’ANM), il rinnovamento fatica ad affermarsi. 

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In questo contesto non semplice, i magistrati italiani hanno eletto i propri rappresentanti. L’esito delle elezioni fa sperare in un cambiamento di rotta.

Va, anzitutto, registrato un dato positivo: l’alta affluenza al voto (hanno votato 6855 magistrati su un totale di 8404 registrati al voto, pari all’81,57%). In una fase in cui si discute di crisi dell’associazionismo, questa risposta degli elettori fa ben sperare: è un segno di fiducia nell’ANM, nella quale i magistrati continuano a riconoscersi; è un segno di grande vitalità dell’Associazione che auspichiamo non venga sprecato.

Quanto agli esiti del voto, il primo dato che registriamo con soddisfazione è il positivo risultato ottenuto da Magistratura democratica: 1.081 voti di lista (circa il 16%). Un risultato decisamente positivo per un gruppo “piccolo”, privo di posizioni di potere e assente dal lontano 2007 dalle competizioni elettorali dell’ANM. 

È un risultato per noi molto importante, che ci dà la misura di quanto crescano le nostre responsabilità di fronte alle esigenze di credibilità della magistratura italiana. È un risultato che, però, ci dà anche la misura di quanto sia prezioso l’impegno delle molte persone che si sono spese negli anni per far sì che il punto di vista di Magistratura democratica continuasse a trovare spazio nel mondo dell’associazionismo giudiziario e nel discorso pubblico. È un risultato che premia il generoso impegno di tutti i candidati eletti e non eletti. È un risultato che è anche conseguenza della scelta di presentare una lista alla quale hanno partecipato anche candidati che si sono avvicinati a Magistratura democratica solo negli ultimi tempi. Un premio alla capacità di aprirsi.

Il secondo dato che ci sembra utile evidenziare è rappresentato dalla complessiva fisionomia del CDC uscito dalle urne. Le elezioni hanno offerto alla magistratura una rappresentanza variegata e plurale, che si pone in controtendenza rispetto alle tentazioni di polarizzazione della magistratura in due soli “blocchi” (con la magistratura cosiddetta moderata da un lato e quella cosidetta progressista, dall’altro lato). La realtà è più complessa e la fotografia elettorale la rappresenta in modo efficace.

Il risultato elettorale sollecita poi una terza riflessione. Essa guarda più alle (piccole) polemiche interne alla magistratura e, ancor più in particolare, a quelle interne alla componente c.d. progressista. Il recupero di autonomia di Magistratura democratica ha talora sollevato critiche (perché correre divisi?). Crediamo che gli esiti del voto dimostrino la necessità di quella scelta: Magistratura democratica e AreaDG sono complementari e non alternative. Tant’è che – rispetto alle precedenti elezioni – è aumentato in modo significativo il numero dei voti complessivi, dei risultati percentuali e degli eletti espressi dai due gruppi.

Vi è un ultimo dato che ci preme mettere in luce. A comporre il CDC dell’ANM saranno chiamati molti magistrati giovani. Alcuni anche investiti da un forte consenso elettorale. È un segno di stima per ciò che questi candidati hanno dimostrato nell’impegno associativo. La presenza di nuove personalità fa ben sperare per la vitalità dell’Associazione nazionale magistrati che sarà presto chiamata ad affrontare delicate sfide.

Auspichiamo che ogni componente dell’Associazione nazionale magistrati tenga conto, nell’orientare la propria azione, dei risultati di queste elezioni. Auspichiamo che ogni componente del nuovo CDC dell’ANM si dedichi con convinzione ed energia alla concreta attuazione delle iniziative di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sui pericoli del disegno di riforma costituzionale deliberate dall’Assemblea generale del 15 dicembre 2024

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Auspichiamo che ciascun gruppo sappia generosamente mettere a disposizione dell’intera magistratura le proprie capacità, privilegiando le ragioni di una necessaria unità rispetto a piccoli e contingenti interessi particolari

In questo spirito di coinvolgimento in una comune responsabilità, Magistratura democratica è pronta a fare la propria parte.

L’Esecutivo di Magistratura democratica





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