Azionario, Europa meglio degli USA: la view dei gestori


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Da inizio anno i titoli del Vecchio Continente stanno sovraperformando quelli a stelle e strisce. E per gli analisti continueranno a farlo. Grazie alla BCE ma non solo

Per le azioni europee il 2025 si è aperto alla grande. Nonostante le numerose sfide economiche, tra cui una tiepida prospettiva di utili, alti prezzi dell’energia e la minaccia dei dazi, negli ultimi mesi i listini del Vecchio Continente hanno infatti sovraperformato i loro omologhi statunitensi e anche la maggior parte degli altri mercati globali. Basti pensare che, stando al report della Banca dei regolamenti internazionali, l’indice Euro Stoxx 50 ha superato l’S&P 500 di circa 15 punti percentuali dall’inizio di dicembre. Tra basse valutazioni, euro debole, BCE più accomodante, aumento delle spese per la difesa e piccoli segnali di risveglio dell’economia, gli investitori sono insomma tornati a puntare decisi sull’Europa, Regno Unito compreso. E sembrano intenzionati a continuare.

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Piccoli segnali di ripresa spingono il sentiment

“A gennaio abbiamo registrato una svolta evidente rispetto alle tendenze degli ultimi due anni: le azioni europee hanno fatto meglio di quelle USA e i titoli value hanno superato quelli growth”, fa notare il team EU Equities di GAM, che sottolinea come l’indice Msci Europe abbia guadagnato il 6,5%. Questo, spiegano gli esperti, grazie alla combinazione di una serie di fattori, tra cui la migrazione dai costosi titoli tecnologici statunitensi e i dati economici migliori del previsto nell’Eurozona. “I numeri relativi al quarto trimestre 2024 hanno confermato che l’economia stava ristagnando, pertanto la BCE, come previsto, ha tagliato il tasso sui depositi di 25 punti base al 2,75%. Poi a gennaio l’indice PMI composite del blocco è salito leggermente a 50,2 ed è entrato in territorio espansivo per la prima volta dal gennaio precedente, diffondendo l’ottimismo per le prospettive di un miglioramento in primavera”, osservano.

Anche Claudio Wewel, FX strategist di J. Safra Sarasin, fa notare come l’ultima serie di dati dell’Area, PMI in primis, sia apparsa più incoraggiante. “Un miglioramento è visibile anche nel sentiment degli investitori e nella fiducia dei consumatori”, aggiunge. Precisando che i risultati delle elezioni tedesche del 23 febbraio probabilmente stimoleranno ulteriore ottimismo. “Con un aumento previsto della spesa per la difesa, dovrebbe aumentare anche lo slancio manifatturiero. Inoltre i dati sui prezzi rimangono deboli nell’Area dell’euro, e la marcata debolezza dei dati sull’economia consentirà alla BCE di effettuare più tagli dei tassi rispetto alla Fed quest’anno”, rimarca.

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Opportunità e diversificazione

Quanto all’azionario USA, Wewel ne evidenzia l’andamento laterale per tutto febbraio, con l’S&P 500 sostanzialmente compreso tra 5.900 e 6.100. “Dopo il rally post-elettorale sulle aspettative di politiche a favore della crescita, gli investitori hanno iniziato a rivalutare l’impatto dei dazi sull’inflazione e sui margini di profitto delle imprese”, spiega. A suo parere, i titoli a stelle e strisce appaiono particolarmente vulnerabili, data la prospettiva di tagli ai tassi da parte della Fed. “La reazione del mercato ai dati discreti sugli utili del quarto trimestre è stata contenuta. Inoltre, sono emerse alcune crepe nei profitti del quarto trimestre dei ‘Magnifici 7’, amplificate dalla Cina che ha mostrato le sue ambizioni in materia di IA”, precisa.

Perchè preferire i titoli europei

Per questo lo strategist tende a preferire i titoli europei, che potrebbero beneficiare anche dei colloqui di pace in Ucraina. “Tuttavia stiamo diventando più cauti dopo la loro relativa sovraperformance. Preferiamo i difensivi ai ciclici e il value al growth, il che si riflette nella nostra preferenza a livello regionale per i titoli azionari britannici, data la loro relativa immunità ai rischi di dazi e la loro tendenza a beneficiare di un dollaro statunitense forte. In termini di settori, privilegiamo la sanità, i beni di consumo di base e i servizi di pubblica utilità”, afferma.

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Gli esperti di GAM ricordano ovviamente che la Regione comprende oltre trenta Paesi, con mercati che mostrano performance piuttosto diverse. Alcuni Paesi come Spagna, Irlanda e Polonia, ad esempio, registrano una crescita comparabile a quella degli Stati Uniti, e superano di gran lunga l’attività stagnante di Regno Unito, Germania e Francia. Ma anche secondo loro le azioni del Vecchio Continente, come categoria d’investimento, offrono “eccellenti opportunità e una preziosa diversificazione” rispetto a quelle statunitensi, storicamente costose. “Continuiamo a concentrarci sulla selezione dei titoli in portafogli high conviction che comprendono società europee che consideriamo vincenti su scala globale, e investiamo nelle società con le migliori prospettive che presentano valutazioni adeguate”, concludono.

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