Draghi: “Difendiamo il diritto dei bambini a essere ascoltati

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L’ex Presidente del Consiglio Mario Draghi è intervenuto questa mattina al Summit Internazionale sui diritti dei Bambini e ha sottolineato l’importanza di proteggere i bambini, promuovendo al contempo la loro indipendenza. Protezione significa stimolare i bambini attraverso il gioco e la socializzazione. L’educazione, che avviene in famiglia e a scuola, è fondamentale, così come il sostegno alle famiglie. L’istruzione è uno strumento chiave per garantire pari opportunità, come dimostrato dalla priorità data alla riapertura delle scuole durante la pandemia e dagli investimenti nel PNRR. È cruciale tutelare i bambini nei conflitti, ascoltare le loro voci e coinvolgerli nei processi decisionali.

Gli antidoti contro l’alienazione

Dobbiamo preservare e, in alcuni casi, rafforzare quei presidi sociali, economici, legali necessari a difendere i più piccoli dai pericoli che possono incontrare. Allo stesso tempo, dobbiamo accompagnare il loro cammino verso una piena indipendenza e intraprendenza, senza paternalismo ma con consapevolezza. Proteggere i bambini vuol dire stimolarli, lasciarli esprimere, impedire che si annoino e si chiudano in se stessi. Il gioco, la condivisione, l’amicizia sono i migliori antidoti contro l’alienazione, contro l’indifferenza.
I pilastri su cui fondare la nostra azione collettiva sono quelli previsti dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza approvata dalle Nazioni Unite nel 1989. Educare vuol dire avviare alla conoscenza di se stessi e del mondo. Questo, per i più fortunati, avviene in famiglia e a scuola.

L’importanza dell’Istruzione

È per questo che le politiche di aiuto alle famiglie – aiuto psicologico, economico e sociale – sono importanti. Esse aiutano a costruire quell’ambiente dove, con la protezione dell’amore dei genitori, avvengono i primi piccoli passi verso la conoscenza, verso la costruzione dell’essere adulto.
Educazione è anche protezione. E la principale azione universale – presente anche nella nostra Costituzione all’Articolo 34 – è l’istruzione. Investire nella scuola, in modo intelligente e lungimirante, è il primo atto di responsabilità per una società che intenda davvero amare e proteggere i propri figli. La scuola è lo strumento che ha lo Stato per assicurare a tutti una stessa base di partenza, soprattutto in età in cui i bambini sono particolarmente ricettivi agli stimoli a cui sono esposti.
È per questo che, durante la pandemia, il nostro Governo ha dato la massima priorità alla riapertura in sicurezza delle scuole.
Ed è per questo che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza investe negli asili nido e nel tempo pieno.

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Il punto di vista dei più piccoli

Occorre continuare su questa strada, per dare ai giovani le competenze necessarie per affrontare le grandi transizioni che stiamo vivendo e che influiranno in modo decisivo sul loro futuro.
Nello scenario internazionale di oggi è essenziale tutelare il diritto alla protezione dei bambini – le prime vittime delle guerre. Lo vediamo in Ucraina, a Gaza e in tutti i luoghi in cui ci sono conflitti armati. Dobbiamo cercare la pace – una pace che sia giusta, vera, stabile. Non possiamo lasciare ai nostri figli un mondo meno libero e meno democratico di quello che abbiamo ricevuto dai nostri padri. Bisogna poi difendere il diritto dei bambini a essere ascoltati. Noi adulti dobbiamo riconoscere che il punto di vista dei più piccoli, le loro paure, i loro desideri sono necessari per arrivare a una comprensione davvero comune e compiuta della realtà. Si tratta di un compito complesso: il coinvolgimento dei bambini nei processi decisionali che li riguardano comporta sapienza e passione educativa.

Proteggere il futuro dei bambini

Occorre costruire percorsi educativi che diano autenticità alla partecipazione dei più piccoli e permettano di liberarne le potenzialità, senza anticipare il loro essere adulti.
Proteggere i bambini significa essere pronti a cambiare i nostri atteggiamenti, come genitori e come nonni. E vuol dire essere pronti a cambiare i criteri delle scelte collettive, delle politiche pubbliche.
Dobbiamo chiederci che impatto queste scelte avranno sui più piccoli, e se hanno il loro bene come obiettivo.
Perché amare e proteggere i bambini vuol dire amare e proteggere il nostro futuro.



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