Grammys 2025: i vincitori e le occasioni sprecate

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Ennesima occasione sprecata ai Grammy Awards, con zero statuette assegnate a Fontaines D.C. ed IDLES e le solite dinamiche dell’Academy

Si è tenuta nella notte italiana l’edizione numero 67 dei Grammy Awards che ha visto trionfare molti nomi attesi, altri meno.

Ciò che è mancata, per l’ennesima volta, è però la possibilità di un cambiamento.

Con cinque Grammys, compresi Record e Song Of The Year, l’artista più premiato della serata è stato Kendrick Lamar mentre il prestigioso Best Album è andato a Cowboy Carter di Beyoncé, che ha vinto anche il Best Country.

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Che la star texana abbia vinto dei titoli non desta scalpore – con 35 totali è la più premiata di sempre – ma, sebbene il peso politico del suo album country sia innegabile, sembra che il suo primo Grammy al Best Album sia quasi un premio alla carriera.

Cowboy Carter è lontano dall’essere il miglior album di Beyoncé e arriva in un’annata dove – volente o nolente – sono altre le voci ad aver segnato la stagione.

Grande assente è infatti Taylor Swift che, pur avendo dominato il mondo con il suo The Eras Tour, è rimasta a bocca asciutta, così come Billie Eilish, ripresa in lacrime a fine cerimonia, che proprio nel 2024 ha pubblicato con “Hit Me Hard And Soft” quello che è forse il suo miglior disco dal debutto del 2019.




PHOTO CREDIT: Lisa/AFF-USA/Shutterstock / ipa-agency.net / Fotogramma

Le regine del 2024

Non sorprende il premio Best New Artist assegnato a Chappell Roan, vera e propria rivelazione dell’anno con la mega hit al gusto di Kate Bush ‘Good Luck, Babe!”. Personaggio di grande carisma, la Roan ha usato una piattaforma come il palco dei Grammys per rivolgersi direttamente ai potenti dell’industria discografica, invitandoli ad equiparare i loro artisti a dipendenti, invocando una maggiore attenzione salariale e coperture assicurative per quelli che, alla fine della fiera, sono insieme al pubblico i veri anelli deboli della filiera.

Con lei, gli altri due nomi che hanno dominato la scorsa stagione discografica sono stati Sabrina Carpenter e Charli XCX. La prima si è aggiudicata ben tre statuette, incluso Best Pop Vocal Album e Best Pop Solo Performance.

La seconda ha creato qualcosa in grado di andare oltre la semplice musica, un’ondata di comunicazione frutto di una visione precisa e arroganza q.b. in grado di permeare ogni aspetto della cultura pop con la sua ‘Brat Summer’. Non abbastanza, a quanto pare, per andare oltre le categorie Dance/Electronic.

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Un discorso, quello per Charli, che sembra pericolosamente ricadere anche in altre categorie dei Grammys, incluse quelle rock.

Non che sia una novità ma è sempre più evidente come, al di là dell’evidente prestigio dato al palmares del singolo artista, la vittoria ai Grammys è più frutto di dinamiche da industry, giochi politici e nazionalismi che altro.

L’occasione sprecata di IDLES e Fontaines D.C. ai Grammys

La problematica non è nuova e si può applicare a più o meno tutti i premi di questa importanza, al di là dell’ambito, ma pare particolarmente evidente in un’annata, come quella trascorsa, in cui anche il rock ha saputo godere di nuova linfa vitale, anche a livello di popolarità.

Grande merito va assegnato a band come Fontaines D.C. e IDLES che, invitati e nominati, sono stati completamente snobbati quando si è trattato di assegnare un qualsiasi premio.

Al di là dei gusti, l’onnipresenza della formazione irlandese con “Romance” e quella degli IDLES con “TANGK” in qualsiasi classifica, di vendita, compilata da testate specializzate o da semplici fan, è un fatto.

Come è un fatto l’impatto rinfrescante che, da anni, le due formazioni hanno avuto sulla scena, un’influenza che è esplosa definitivamente con gli ultimi lavori, lasciando credere che una nuova via per il rock sia possibile.

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E invece tutti i premi di categoria se li è aggiudicati la pure bravissima St.Vincent e due giganti come Rolling Stones e Beatles.

Certo, fa piacere soprattutto per l’enfant prodige della produzione Andrew Watt, che è salito a ritirare il premio per “Hackney Diamonds”  come Best Rock Album e un senso potrebbe avere avuto premiare il pezzo conclusivo dei Fab Four, realizzato per l’altro con l’ausilio delle moderne tecnologie come Best Rock Performance (Il best packaging è invece andato all’edizione speciale di Mind Games di Lennon).

L’impressione però, come per i ben 3 premi assegnati a St.Vincent (Best Rock Song, Best Alternative Music Performance e Best Alternative Music Album), è che ci si trovi davanti all’ennesima occasione sprecata.

Basta non essere americani o giganti o personaggi inseriti nell’industry per essere snobbati. Unica sorpresa, nella categoria metal, la vittoria dei francesi Gojira con Mea Culpa (Ah! Ça ira!) pezzo, pezzo che si è comunque fatto forza della grande esibizione all’apertura delle Olimpiadi.

Un Grammy sarebbe stato fondamentale per Fontaines D.C.  – che pare abbiano completamente snobbato la cerimonia – e IDLES ? Sicuramente no e le due band continueranno a portare sulle proprie spalle il peso della resurrezione di una scena anche senza premi industry ma sarebbe stato un grande segnale per le nuove generazioni e, invece, ci siamo trovati davanti all’ennesima occasione persa.

Guarda la lista di tutti i vincitori dei Grammys 2025 QUI.

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