Come le opere urbanistiche stanno cambiando Roma: intervista all’Assessore Maurizio Veloccia Come le opere urbanistiche stanno cambiando Roma: intervista all’Assessore Maurizio Veloccia

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Come si gestisce l’urbanistica di una città complessa come la Capitale, per di più durante gli anni in cui si realizzano opere per il Giubileo? Moveo ha intervistato a tal proposito Maurizio Veloccia, assessore all’urbanistica di Roma. Trattando anche di overtourism, mobilità e urbanismo tattico

La Città Eterna sta cambiando pelle: le opere urbanistiche inaugurate per il Giubileo e quelle che stanno, faticosamente, nascendo. La fatica dipende da un ritardo storico nello sviluppo infrastrutturale della Capitale: connessioni urbane scarse rispetto alle altre grandi città europee. Per osservare l’evoluzione dell’Urbe, alla luce di ciò che sta cambiando, Moveo ha intervistato Maurizio Veloccia, assessore all’Urbanistica e alla Città dei 15 minuti del comune di Roma.

Come le opere del Giubileo cambiano Roma

Un evento epocale, che sposta milioni di persone a Roma lungo dodici mesi: un’occasione di crescita per la città, grazie ai finanziamenti che arrivano, ma anche una sfida gestionale delicatissima, visto l’impatto di milioni di turisti in una città che già sconta problematiche di overtourism. Le risorse sono enormi, come spiega l’assessore. Ecco quelle giubilari dove sono state dirette:

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«Per dare le proporzioni, in generale, di cosa significa il Giubileo per Roma: il Programma dettagliato degli interventi connessi alle celebrazioni del Giubileo consta di 328 interventi per un valore complessivo di 4.306 milioni di €, di cui 1.767 milioni di € di fondi giubilari e 2.539 milioni di € di altri finanziamenti già disponibili. Cinque gli ambiti principali in cui ricadono questi interventi: Riqualificazione e Valorizzazione, Accessibilità e Mobilità, Accoglienza e Partecipazione, Ambiente e Territorio e Programma Accoglienza»

Inoltre, il PNRR ha aperto la possibilità di risolvere questioni sospese da tempo:

«Il PNRR e altre fonti di finanziamento ci stanno consentendo di sbloccare opere ferme, e anche di migliorare le periferie della nostra città, con un piano da oltre 100 milioni, il più grande degli ultimi anni. Sono convinto di una cosa, e ci tengo a dirlo in questa sede oggi: non esistono interventi di serie A e interventi di serie B, ma sono tutti importanti e per ciascuno, ci vuole una visione».

Mobilità: il ritardo storico della Città Eterna

E’ sicuramente uno dei difetti più evidenti della Capitale, sia per chi la vive ogni giorno che per chi ne rimane meravigliato in vacanza: i mezzi di trasporto sono pochi, spesso in ritardo e soprattutto non offrono ancora un servizio al cittadino che sia realmente competitivo con l’uso dell’auto privata. Si tratta di una mancanza ormai storica per Roma, rispetto alle grandi città europee, e particolarmente evidente nella linea ferroviaria urbana oggi deficitaria anche rispetto a città italiane come Milano o Napoli:

«Roma, si sa, sconta un ritardo accumulato da anni, in primo luogo per il suo essere un unicum nel mondo, motivo per cui non è stato possibile sviluppare una rete di metropolitane così come accaduto in tutte le altre capitali europee. Anche su questo punto l’amministrazione capitolina sta facendo la sua parte. E ora si entra nel vivo con gli interventi per migliorare la Linea C, la Linea A, con le prime tre stazioni riqualificate – Cipro, Ottaviano e Spagna  e altre 24 fermate che subiranno interventi di rigenerazione entro il 2026. Ancora, nuovi treni: previsti 36 nuovi convogli per le linee A e B, con 9 già in servizio entro il 2025 e altri 6 per la Linea C nel 2026. E ancora, il prolungamento della metro A fino a Torrevecchia, la ripresa del progetto per portare la linea B a Casal Monastero. E poi bus, tram, mobilità sostenibile»

Overtourism: le misure contro gli affitti brevi

Innanzitutto, coprire tutta la città. L’assessore Veloccia spiega che secondo il Ministero della Cultura, l’86,4% dei turisti a Roma, quindi 8 su 10, restano su un’area è pari solo allo 0,3% del territorio comunale.

«Dobbiamo invertire la rotta, e consentire al turismo di distribuirsi meglio in tutta Roma: abbiamo un patrimonio artistico, archeologico, architettonico e naturalistico distribuito armonicamente sul territorio, ma serve costruire percorsi di accessibilità migliori, più veloci, con servizi in tutti i quartieri e i municipi. Nel nostro territorio abbiamo, per fare due esempi, Ostia Antica e l’antica Città di Gabii, siti archeologici sui quali stiamo lavorando per valorizzarli e renderli sempre più raggiungibili».

C’è poi un grande tema legato all’afflusso turistico: la proliferazione degli affitti brevi.

«Noi abbiamo fatto la nostra parte aggiornando dopo oltre 16 anni le norme tecniche di attuazione, e siamo confidenti che ci siano buoni margini di azione anche per una regolamentazione locale ma una normativa nazionale ci consentirebbe di avere maggiori certezze, così come hanno affermato a più riprese tutti i sindaci – da Sala a Manfredi, oltre ovviamente al nostro Sindaco Gualtieri, dopo l’esperienza di Firenze».

Cambiamenti climatici: l’urbanismo tattico come risposta

Il clima cambia in modo repentino e colpisce le città in maniera fragorosa: Roma è spesso in cronaca per gli incidenti causati da eventi atmosferici imprevisti, che diventano sempre più frequenti. Le città stanno cominciando ad attuare pratiche di resilienza per prevenire i problemi che ne derivano:

«Il cambiamento climatico è un problema rilevante su sfera globale, e quindi lo è anche per Roma. Mentre cambia la demografia della nostra popolazione, aumentano gli squilibri ambientali e sociali a cui dover mettere mano. In questo senso, la questione non è solo di rendere più o meno belle le città ma di assicurarne la sopravvivenza. Il cambiamento climatico porta fenomeni estremi, la crescita delle temperature impone cambiamenti nel modo di vivere i luoghi della città. Così come il cambio delle abitudini di vita e di lavoro porta anche al cambiamento delle esigenze in termini di case e uffici. Possiamo affrontare tutto questo solo una vera rigenerazione urbana, e che sia anche ambientale e sociale. Lo stiamo facendo in tanti modi: dopo oltre 16 anni, infatti, stiamo aggiornando le norme tecniche di attuazione, abbiamo cancellato gli ambiti di riserva, aree agricole cioè che venivano usate per costruire. E andiamo avanti così, con lo stop al consumo di suolo e gli incentivi per la rigenerazione urbana».

Da 15 anni esiste una pratica progettuale inventata a New York per risolvere il problema di Times Square e oggi diffusa in Europa, e soprattutto a Milano: l’urbanismo tattico. Opere molto meno costose dell’ordinario che sono realizzate in tempi molto brevi e comprendono la formazione e l’informazione al pubblico del cosa si sta facendo e perché. Una rivoluzione copernicana rispetto a come oggi si realizzano le opere urbanistiche:

«L’urbanismo tattico, considerato come un insieme di pratiche collettive destinate alla produzione di trasformazioni urbane a breve termine, a basso costo e facilmente replicabili, è di certo uno degli strumenti utili alla ridefinizione delle partiche urbanistiche che stiamo portando avanti su più livelli, e con soluzioni di ampio respiro. Come dicevo, facendo coesistere interventi di maggiore respiro, e interventi solo in apparenza “piccoli” che possono cambiare il volto di un quartiere e migliorare la qualità della vita dei suoi abitanti. Il nostro lavoro, si sa, richiede tempo, l’urbanistica richiede tempo, anche per questo è necessario avere una visione che preceda e anticipi i problemi risolvendoli».

Articolo Modificato Il:28 Gennaio 2025



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