Una vita trascorsa a monitorare l’evoluzione delle imprese femminili in Unioncamere: conosciamo meglio Tiziana Pompei.
Vice Segretario Generale di Unioncamere, Direttore Generale di Si.Camera, romana. Per gli addetti ai lavori e per chi si occupa di donne in affari – senza false citazioni del luogo virtuale in cui state leggendo – Tiziana Pompei è Unioncamere. Ma è anche “una donna che dal punto di vista professionale ha fatto una scelta a metà fra l’attività legislativa, la passione per la legge e poi in seguito la passione per i temi dell’imprenditoria femminile e della parità di genere”.
Tiziana Pompei e la passione per la parità di genere
“Dal punto di vista professionale sono una di quelle persone a metà fra l’impegno nella legge, nello studio, nelle attività legislative, nelle relazioni istituzionali e poi, nell’ultimo periodo, anche sui temi della parità di genere e dell’imprenditoria femminile. Come donna, credo moltissimo nell’inclusione e nella parità e questo impegno ho provato a praticarlo anche nella mia vita personale: ho una famiglia, due figli. Ho cercato di trasferire come madre, come genitore questa passione e anche questi principi, questo modo di vedere la vita. Penso di aver fatto, fino a qui, un buon lavoro, tutto sommato”.
Tiziana Pompei e Unioncamere
“Sono in Unioncamere da moltissimo, ho praticamente iniziato la mia vita professionale in Unioncamere negli anni 90. Ho iniziato come responsabile dell’attività legislativa e delle relazioni istituzionali, mi sono sempre occupata degli aspetti legati all’elaborazione delle leggi, soprattutto delle questioni strettamente giuridiche (è laureata in Giurisprudenza – ndr) e poi nel 2008-2009 ho iniziato ad occuparmi, sempre per il sistema camerale, delle teorie della parità di genere. In realtà, avendo fatto tutto il mio percorso professionale in Unioncamere, mi sono occupata di tantissimi temi come l’attività legislativa, proprietà industriale, ambiente, responsabilità sociale, regolazione del mercato”. Tante competenze a cui si è aggiunta quella sull’imprenditoria femminile.
Tiziana Pompei, le Camere di Commercio pioniere della parità di genere
Dai racconti del Vice Segretario Generale di Unioncamere, il sistema camerale è stato come dire il pioniere nell’affrontare tematiche di genere, “anche se in modo abbastanza tranquillo” – afferma Tiziana Pompei. Grazie alla sua esperienza, ha preso un po’ in mano la situazione e si è appassionata sempre di più a questi aspetti. “Oggi effettivamente le Camere di Commercio hanno fatto tanta strada perché queste attività nascono nel 1998 con un protocollo di intesa con quello che oggi è il Ministero dell’Impresa e del Made in Italy, allora il Ministero dello Sviluppo Economico, con la creazione dei Comitati per l’imprenditoria femminile. Negli anni, l’impegno si è sempre più consolidato, più radicato; le Camere di Commercio sono sempre state impegnate sui temi della parità in generale, a partire ovviamente dall’impresa. Più imprese femminili forti ma anche più donne all’interno dell’economia e delle istituzioni, delle associazioni. È stato decisamente un percorso di grande interesse che, ancora oggi, le Camere stanno percorrendo. Le Camere di Commercio sono quei soggetti che gestiscono i progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sull’imprenditoria femminile o anche quelli sulla Certificazione della parità di genere, sempre più verso un percorso che vuole accompagnare le donne nel raggiungimento della parità nell’economia, ma poi ovviamente anche nella società”.
Tiziana Pompei, come è cambiata la narrazione della parità di genere?
“In questi giorni ho fatto una riflessione sulle leggi che si sono evolute, che hanno riguardato le donne, le battaglie delle donne: essendo io una che si occupa di leggi e di parità di genere, che rappresentano un po’ la mia vita, la mia storia, mi sono fatta l’idea che dal punto di vista legislativo le leggi che tracciano l’evoluzione sociale e dei fenomeni sono cambiate, non solo perché è cambiato il sistema giuridico, ma perché si è passate gradualmente da un approccio che era di tutela dei diritti, di rivendicazione, a leggi che oggi fanno leva soprattutto sull’aspetto culturale, sull’aspetto educativo”.
Tiziana Pompei e il suo approccio costruttivo verso le quote rosa
Per spiegare meglio il concetto di leggi culturali, Tiziana Pompei fa questo esempio: “la legge sulle quote rosa ha previsto la presenza delle donne all’interno dei Consigli di Amministrazione e delle società e, ovviamente delle sanzioni se questo non viene rispettato. È una legge sanzionatoria ma allo stesso tempo ha fatto anche fare dei grandi passi in avanti alla società: ha consentito alle donne di prepararsi, di essere pronte per affrontare anche nuove professioni, nuove attività; le leggi di oggi vanno in quella direzione. Penso ad esempio alla Certificazione della parità di genere: è una legge che prevede che le imprese si possano certificare, non stabilisce sanzioni, ma fa leva sul merito. Se ti certifichi e quindi all’interno dell’impresa affermi di avere ambienti equi, inclusivi che rispettano tutta una serie di parametri, hai dei punteggi premiali, hai degli sgravi contributivi etc., In Italia, ma anche in Europa, con le norme europee del 2022 la “pay trasparency directive “, si fa leva sulla trasparenza: rendi trasparenti queste politiche salariali ed è la trasparenza poi che spinge a rivedere anche le politiche retributive; aiuta a non nascondere le discriminazioni, a rendere visibili le disuguaglianze e a far valere i diritti da parte delle donne. Se dovessi dare una lettura di questi fenomeni la vedrei in questa direzione, e che mi piace di più, un approccio che si fonda sul merito, sulla responsabilizzazione”.
Tiziana Pompei, gli ultimi dati Unioncamere legati al mondo dell’imprenditoria femminile
“Attualmente le imprese femminili in Italia sono circa 1.300.000, sono il 22,2% del totale delle imprese. In questi anni il dato è sempre abbastanza stabile, c’è un trend che in qualche modo è sempre migliore rispetto a quello del resto delle imprese, ma alla fine sono sempre un terzo del totale. Se dovessi dare un profilo di questa impresa ovviamente sarebbe concentrata soprattutto in quei settori più tradizionali per le imprese femminili: le attività di assistenza sociale, il commercio, le attività di servizi, quelle un po’ più vicine alla sensibilità femminile. Però, sono sempre di più le donne che si avvicinano anche a settori che hanno un passato ad appannaggio più delle scelte delle altre imprese. Le attività professionali ma anche le attività di servizi, le attività di informazione, quelle finanziarie e assicurative. C’è un percorso più verso attività più innovative in cui si cerca di accompagnare sempre più ragazze verso percorsi di studio avanzati che consentono di fare impresa a livello più elevato e in settori meno tradizionali. Le imprese femminili sono concentrate soprattutto al Sud, rimangono sempre più o meno stabili come numero, però c’è una graduale evoluzione verso sistemi nuovi e innovativi. Su questo stiamo facendo un lavoro importante anche insieme al Governo, c’è questo progetto nazionale sull’imprenditoria femminile del Piano Nazionale delle Imprese di Resilienza che vuole andare proprio in questa direzione, grazie anche alla nostra manifestazione Il Giro d’Italia delle donne che fanno impresa (giunta al 14° anno di vita – ndr). Andiamo in giro per i territori a dare visibilità al lavoro che abbiamo fatto in questi anni e che si continua a fare sulle donne. È il frutto di un impegno del sistema camerale, ma anche il frutto ovviamente della consapevolezza, dell’investimento che anche il Governo sta facendo sulle imprese femminili, che è ovviamente strategico. Lo sappiamo bene, se la metà della popolazione non è impegnata nel mondo del lavoro, nell’impresa, nella società, è una sconfitta per tutti”.
Cosa c’è dietro l’angolo per Tiziana Pompei?
“Dal 2018 sono anche Direttore Generale di Si.Camera, la società di servizi di Unioncamere che, tra le tante cose, si occupa anche dell’imprenditoria femminile, quindi dietro l’angolo c’è sempre l’impegno in Unioncamere ed anche nella società e cioè continuare a trasferire all’interno di questa struttura anche un po’ la mia storia e farlo anche in modo un po’ più incisivo, di portare la mia sensibilità e continuare a nel percorso verso la creazione di un ambiente di lavoro equo ed inclusivo, tant’è che ci siamo avviati nel percorso di ottenimento della certificazione pure in SI Camera. Se vedo un percorso da fare, lo vedo nel contributo che, come sistema camerale, possiamo dare verso il raggiungimento della parità nell’impresa, nell’economia e nella società”.
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