Dalla sua nascita a oggi, il digital publisher è stato pioniere dell’approccio ‘mobile first’, rilasciando app e m-site innovativi per ogni singola testata, in largo anticipo sui competitor. L’intelligenza artificiale? Un valido supporto per aumentare efficienza e precisione, ma lo human touch rimane unico.
Citynews nasce come startup nel 2010 e da allora si è evoluta di pari passo con il mondo in cui viviamo. In questi 14 anni la nostra vita è cambiata e si è trasformata, abbiamo vissuto una rivoluzione digitale che è stata tecnologica, ma anche sociale, culturale ed economica.
“In questo contesto – spiega Fernando Diana, ceo e co-founder -, Citynews si è a volte adattata alle novità e alle trasformazioni, altre volte ha invece anticipato le inno- vazioni e i mutamenti di pensiero e abitudine. Penso ad esempio alla centralità e predominanza assunta in questi anni dal mobile, e dall’uso degli smartphone e come noi, tra i digital publisher, siamo stati tra i primi ad adottare un approccio mobile first, rilasciando App e m-site innovativi per ogni singola testata, in largo anticipo sui competitor”.
Per dare qualche dato che ne testimonia la crescita, a fine 2018 l’insieme delle testate, all’epoca 47, registrava poco più di 15 milioni di lettori, mentre negli ultimi due anni si attesta su una media molto vicina a 30 milioni di lettori al mese, con 54 edizioni. In pratica, l’audience è raddoppiata in soli 6 anni. Lo stesso si può dire sul fatturato e raccolta pubblicitaria, dati che praticamente coincidono: nel 2018 il fatturato era di 12,5 milioni, mentre il dato 2023 è di 25,1 milioni. Cresciute molto anche le risorse umane: 115 dipendenti nel 2018, 265 nel 2023. E per quanto riguarda quest’anno? “Il 2024 – precisa Luca Lani, ceo e co-founder – è stato un anno caratterizzato dal consolidamento, sia in termini di audience sia per quel che riguarda gli aspetti economici e finanziari”.
Rimanendo sull’ultimo anno… Quali sono le novità?
(Diana) Da oltre quattro anni siamo costantemente in cima alla classifica Comscore delle news in Italia, e questo non smet- te mai di renderci fieri e orgogliosi. Ma sappiamo bene che nel nostro mondo non bisogna mai sedersi sugli allori e abbiamo continuato a sviluppare i nostri progetti editoriali. ‘Dossier’, la nostra sezione di giornalismo investigativo riservata agli abbonati e dedicata ad approfondimenti e indagini su temi di attualità e d’interesse locale, ha ampliato la sua copertura geografica e nel corso di quest’anno è stata attivata a Palermo, Torino, Napoli, Catania, Brescia e Agrigento, città che si aggiungono a quelle di partenza, Roma e Milano. Con ‘Dossier’ offriamo contenuti di qualità e di approfondimento a un numero sempre maggiori di sottoscrittori: con le sole redazioni di Milano, Roma e Palermo abbiamo già superato i 10mila abbonamenti attivati. Nel corso di quest’anno abbiamo registrato anche la conferma del grande successo di CiboToday, che dopo appena un anno dal suo lancio avvenuto nel 2023, si è attestato come primo sito di informazione del settore Food.
Il vostro approccio è da sempre innovativo e parlando di innovazione è doveroso citare l’Intelligenza Artificiale. Come vi ponete in merito?
(Lani) Sperimentare nuove modalità di comunicazione e nuove frontiere dell’editoria non ci spaventa. L’AI può darci una mano e non rappresenta per noi un nemico. L’AI non nasce per dare opinioni, racconta- re la realtà e indagare in profondità, porsi domande. Queste sono attività di un giornalista. L’intelligenza artificiale non potrà mai sostituire il lavoro del giornalista sul campo, almeno non per noi, che viviamo di notizie locali. Dove il giornalista, prima di scrivere e pubblicare un articolo, va sul posto, controlla, parla con i cittadini, verifica. Lo human touch è insostituibile, ma sicuramente le nuove tecnologie possono essere di supporto al nostro lavoro, per verificare le fonti, migliorare la precisione e l’efficienza all’interno delle redazioni, per la ricerca di materiale multimediale, nella traduzione o nel confronto di materiale utile. Sicuramente sorgono poi sfide etiche, oltre che pratiche, legate all’uso dell’AI nel giornalismo, che riguardano la protezione della privacy e la garanzia della qualità e dell’equità dell’informazione. L’ideale sarebbe riuscire a creare un giusto equilibrio tra AI e ‘tocco umano’, con l’obiettivo finale di costruire un’esperienza di lettura migliorativa rispetto al passato.
Come pensa evolverà il rapporto tra AI e comunicazione nei prossimi anni? Quali competenze diventeranno indispensabili?
(Diana) La cosa fondamentale è non perdere mai di vista la differenza tra vantaggi e rischi dell’AI e di tutte le nuove tecnologie, ma soprattutto è importante non ritenerle sostitutive del lavoro umano. La velocità di questi cambiamenti tecnologici è in continuo e costante aumento, e rende difficoltoso il controllo degli effetti che ha, nel breve e nel lungo periodo. Lo sviluppo digitale, se da una parte sta rendendo più agevole il lavoro e le funzioni di numerosi settori, dall’altra sta generando una serie di paradossi.
A grandi quantità di informazioni infatti corrisponde altrettanta disinformazione e diffusione di notizie false. Ciò che più ci preoccupa è la crescente nascita di network fake, che rendono difficoltoso il nostro lavoro perché mette a rischio la considerazione e la percezione del lavoro dei giornalisti. L’AI, come tutte le altre innovazioni tecnologiche, sostituirà una parte del lavoro umano, con un impatto sul mondo del lavoro diverso a seconda dei settori, ma dall’altra parte creerà anche nuove opportunità, probabilmente anche superiori a quelle che si perderanno. Ci sarà bisogno anche di nuovi ruoli e nuove mansioni per ‘contrastare’ la complessità del mondo digitale, specialisti che sappiano valutare il quadro non solo tecnologico, ma anche etico e legislativo e che sappiano guidare lo sviluppo dei cambiamenti, assolutamente necessari per filtrare i vantaggi della AI dai rischi delle nuove tecnologie.
Quali novità ‘bollono in pentola’?
(Lani) Come detto, siamo in una fase di maturità e consolidamento dell’azienda. Ma dato che non ci piace stare troppo con le mani in mano, proprio in queste settimane stiamo per annunciare l’apertura di tre nuove edizioni locali, due delle quali in Sardegna, una delle poche regioni dove non eravamo ancora presenti. In questi giorni partiranno in contemporanea le startup CagliariToday e SassariToday. Subito dopo, nel mese di novembre, amplieremo la nostra presenza in Puglia con il lancio della testata TarantoToday. Per il 2025 molte cose interessanti ‘bollono in pentola’, ma è ancora prematuro parlarne, per cui vi aggiorneremo nei prossimi mesi.
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