quali sono i settori trainanti per il 2025?

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Il 2025 è iniziato con buoni rialzi per i principali mercati azionari internazionali. Una tendenza che ha coinvolto anche FTSEMib; il principale indice di Borsa Italiana si è portato sopra quota 36mila punti, livello che non vedeva da inizio 2028.

Nella sua rubrica mensile Italian Times Massimo Trabattoni – Head of Italian Equity di Kairos – segnala che l’attenzione si concentra ora sui settori trainanti per il 2025. L’esperto prende in esame il finanziario, con margini d’interesse in evoluzione e operazioni di M&A; l’automotive, che affronta sfide regolatorie legate ai veicoli elettrici; il lusso, influenzato dalla ripresa dei consumi cinesi e americani; e la difesa, che potrebbe beneficiare dell’aumento della spesa militare. Inoltre, Massimo Trabattoni non esclude che le small e mid-cap possano tornare al centro dell’interesse grazie al miglioramento macroeconomico e a politiche di supporto.

Nell’analisi seguente l’esperto sviluppa nel dettaglio questi temi.

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Nel mese di gennaio i principali indici azionari globali hanno mostrato performance generalmente positive.

La reporting season di fine anno è alle porte e le società degli indici azionari italiani si apprestano a presentare i risultati del quarto trimestre 2024 e a fornire la guidance per il 2025. Le indicazioni strategiche delle aziende saranno fondamentali per valutare la tenuta dell’economia e le aspettative future.

 

Con l’inizio del nuovo anno, il focus degli investitori si concentra principalmente sul settore finanziario, che ha un peso significativo sull’andamento del FTSMib. Sarà fondamentale monitorare due aspetti: l’evoluzione del margine d’interesse, in un contesto di tassi in calo ma con un ritmo meno sostenuto rispetto al 2024, e i possibili scenari di consolidamento, con operazioni di M&A che stanno vivacizzando il settore. Tra queste, si segnalano i tentativi di UniCredit di acquisire BancoBPM in Italia e Commerzbank in Germania, oltre alla recente offerta di acquisto di Mediobanca da parte di Monte dei Paschi di Siena.

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Il comparto automotive, soprattutto quello europeo, affronta un periodo complesso dovuto ai cospicui investimenti richiesti per il raggiungimento dei target di produzione di veicoli elettrici, necessari per rispettare le normative europee sulla riduzione delle emissioni di CO2. Tuttavia, la domanda di auto elettriche rimane debole a causa della scarsità di incentivi adeguati. Gli investitori osserveranno con attenzione l’evoluzione di questa dinamica e la possibilità di ottenere una posticipazione dei target regolatori.

Nel settore del lusso, gli analisti guardano con attenzione alla ripresa del mercato cinese, che ha pesato negativamente negli ultimi anni e all’eventuale normalizzazione dei consumi negli Stati Uniti, dopo il rallentamento osservato nei mesi antecedenti alle elezioni presidenziali. Sarà inoltre importante valutare l’andamento dei volumi di vendita, considerato che negli anni scorsi la crescita è stata trainata principalmente dagli aumenti dei prezzi. Con l’inflazione in calo, un ritorno a una crescita dei volumi potrebbe rappresentare un elemento chiave per il 2025.

L’insediamento del presidente Trump alla Casa Bianca potrebbe rappresentare una spinta per il settore della difesa, grazie a un aumento della spesa militare previsto dalla nuova amministrazione. Sebbene l’obiettivo del 5% del PIL destinato alla difesa sembri più una provocazione, considerando che molti Paesi della NATO faticano a raggiungere il 2%, il settore potrebbe comunque beneficiare di una maggiore attenzione a questo tipo di politiche. Tuttavia, si prevede prudenza nel settore, considerando anche il ruolo di Trump come mediatore in crisi geopolitiche come quelle di Gaza e Ucraina. Parallelamente, il settore dei servizi petroliferi potrebbe beneficiare del minor interesse per le tematiche “green”, che sembrano avere una priorità ridotta nell’agenda presidenziale, a discapito delle energie rinnovabili.

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Anche nel 2024, le small e mid cap hanno registrato una performance inferiore rispetto alle società a grande capitalizzazione. Tuttavia, il 2025 potrebbe segnare un’inversione di tendenza per due motivi principali: il miglioramento dei dati macroeconomici in un contesto di tassi di interesse in calo e un rinnovato interesse per questa asset class, soprattutto grazie ai flussi di investimento verso le small cap americane e, di riflesso, quelle europee. Questi movimenti potrebbero essere supportati da politiche volte a favorire l’economia domestica statunitense.

 

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