L’assessora Marina Chiarelli: «Ritardi e tagli alla cultura? Interverranno le fondazioni. Il Circolo? Elena Loewenthal può fare bene anche al Polo»

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di
Gabriele Ferraris

La responsabile regionale della Cultura in Piemonte:«Dicono che sono assente alle inaugurazioni, ma l’assessore è prima di tutto un amministratore»

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Due cose almeno devo riconoscere a Marina Chiarelli, assessore regionale (anche) alla Cultura oltreché a Turismo e Sport: a differenza di altri non si sottrae al confronto; e si presenta preparata. La cerco per l’intervista e il giorno dopo è pronta, armata di un malloppo d’appunti. Ma anch’io ho studiato, e le rubo la risposta alla domanda più prevedibile, quella sui tagli alla Cultura nel bilancio di previsione per il 2025, denunciati dalle opposizioni: «Assessore, le faccio risparmiare tempo: ho visto le carte», la anticipo. E le espongo la questione così come l’ho capita. E cioè che è vero, come dicono Cirio e Tronzano, che il bilancio previsionale per il 2025 destinerà «al sistema delle iniziative culturali 107,7 milioni, quasi 8 milioni in più» rispetto al 2024. Ma è anche vero, come dice l’opposizione, che di quei 107,7 milioni circa 43 sono fondi Pnrr destinati a interventi strutturali: nel 2024 le stesse voci cubavano complessivamente 15,7 milioni, sempre di fondi Pnrr. Al netto di quei soldi extra, i tagli si vedono: ad esempio, i contributi agli enti partecipati — le grandi istituzioni, Museo del Cinema, Venaria, Regio e simili — quest’anno scenderebbero a 21 milioni, dai 22,7 del 2024. E per le iniziative delle associazioni culturali lo stanziamento cala da 5 milioni e 531 mila euro nel 2024 a 5 milioni e 298 mila euro nel 2025. Sono solo due delle «sforbiciate» che s’annidano nel bilancio di previsione: niente di tremendo, ma per realtà piccole o piccolissime fanno la differenza. Con l’aggravante dei ritardi con cui vengono liquidati i contributi: nell’attesa i beneficiari sono costretti a farsi anticipare i soldi dalle banche, e gli interessi si mangiano una bella fetta del contributo che arriverà quando arriverà. «Fin qui come sono andato, assessore?», concludo.
Ovviamente l’assessore puntualizza: «Quando si confrontano due bilanci, se paragoni consuntivo e preventivo stai paragonando mele con patate. Per dire, nell’assestamento del ‘24 sul comparto cultura furono aggiunti 7 milioni di euro. Vanno valutati gli assestamenti in corso d’anno, i bandi che devono partire, gli acconti alle partecipate che il saldo lo prendono a fine anno, le risorse stanziate a cavallo di due anni… Questo non è un bilancio che può preoccupare per carenza di risorse o mancanza di attenzione verso certi settori».

Lei vuol dire che nel corso dell’anno si troveranno risorse aggiuntive… Boh, speriamo. Restano i ritardi dei pagamenti.
«Abbiamo già discusso con le fondazioni bancarie sul tema dell’anticipo dei pagamenti. L’idea è che le fondazioni intervengano».




















































Scusi, «intervengano» come? I soldi della Regione li anticipano le fondazioni?
«In buona sostanza, sì. Si è al lavoro sia sotto questo profilo, sia per ridurre i ritardi dei pagamenti».

Ottima notizia, l’ho già sentita tante volte da tanti assessori…
«Ma io le do anche la tempistica. Stiamo terminando il lavoro di ricognizione per capire quanti sono gli interessati, e quali i costi. Costi sostenibili, non parliamo di cifre stratosferiche».

E quando passerete dalle ricognizioni ai fatti?
«Entro la primavera».

La prendo in parola. Veniamo al Circolo dei lettori. Il 3 febbraio scade il mandato della direttrice Elena Loewenthal, e ancora non sappiamo cosa accadrà. Per come l’ho capita io, Cirio vorrebbe confermare Loewenthal, mentre l’assessore al Welfare Marrone punta su Culicchia. Lei da che parte sta?
«Sto nel mezzo. Con Loewenthal c’è un rapporto di estrema fiducia e collaborazione. Ci siamo viste più volte perché stiamo mettendo mano allo Statuto del Salone del libro. Adesso ragioniamo sulla possibilità che Torino abbia un suo premio letterario: un premio rivolto ai giovani, che promuova opere che parlano del territorio, e magari diventino un progetto cinematografico, con benefici anche per il turismo…».

Tutto molto bello, ma come mai ho l’impressione che lei stia divagando per non dirmi se secondo lei al Circolo resta Loewenthal, oppure si cambia?
«Al momento posso dire che, secondo me, chi lascia la strada vecchia per la nuova sa quel che perde e non sa quel che trova».

Messaggio ricevuto.
«Ma Loewenthal può essere spesa anche per altri progetti».

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Tipo il Polo del 900.
«Tipo il Polo del 900. Nel quale Polo mi sarebbe piaciuto far confluire il Museo della Resistenza: quello è il progetto naturale, vincente per entrambi perché il Museo della Resistenza potrebbe diventare il “Museo delle Resistenze” e avere una progettualità d’insieme che gli dia una visibilità maggiore».

Restiamo al Circolo dei lettori. Marrone è iperattivo su via Bogino: oltre a premere per la direzione a Culicchia, ci investe 200 mila per la cooperazione internazionale, e 150 mila per il suo festival Radici. E più in generale ho l’impressione che agisca da assessore alla Cultura parallelo. La infastidisce?
«Proprio no: per me gli assessorati non sono bolle chiuse all’interno delle quali non c’è compartecipazione. Le deleghe che ciascuno di noi ha ricevuto non annullano le idee e le capacità personali, in un dialogo aperto. Non ci vedo né cogestione né ingerenza: il collega Marrone promuove iniziative di rilievo in ambito culturale, apprezzabilissime. Ben venga ogni partecipazione all’interno di una progettualità, da qualunque assessore: vince sempre la squadra».

Ok, però lei in molte occasioni importanti brilla per la sua assenza. Almeno nell’ambito della cultura. Presentissima e attivissima per sport e turismo, questo sì: ma capita di rado di avvistarla in occasione di presentazioni, conferenze stampa, inaugurazioni di mostre, rassegne o festival. Nell’ambiente la chiamano «l’assessore che non c’è»…
«Intanto, quando promuoviamo il turismo in realtà promuoviamo la cultura, la nostra rete territoriale: gli eventi, le Residenze Sabaude, il Museo Egizio, quello del Cinema. Alle grandi fiere internazionali del turismo presentiamo soprattutto cultura».

E metterci la faccia, no? Per dire ci sono, vi sostengo, vi ascolto…
«Non bisogna interpretare il ruolo dell’assessore solo come quello va alle inaugurazioni. L’assessore è prima di tutto un amministratore. Se sul tavolo ci sono dei fascicoli che devono essere chiusi rapidamente perché devono partire determinate progettualità, io do la prevalenza a quello. Al momento con l’assessore Purchia stiamo mettendo mano agli Statuti: oltre che del Salone, anche del Polo del 900 e del Museo del Cinema. Quel lavoro si fa in ufficio. Certo, una presenza fisica è necessaria, ma compatibilmente con il fatto che ci sono 24 ore in una giornata. L’importante è dare stabilità e supporto alla cultura permettendo a tutti di esprimersi. E gli operatori culturali li stiamo ricevendo tutti. Un po’ alla volta».
Grazie, abbiamo finito. Marina Chiarelli ha l’aria delusa. «Peccato, mi ero appuntata tanti altri argomenti, il sostegno alle celebrazioni della Resistenza, il ruolo strategico del cinema, i collegamenti per attrarre il pubblico…». E mi mostra i suoi fogli con le diligenti risposte a ogni domanda che avrei potuto escogitare. Ve l’avevo detto: è una che si prepara. 

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31 gennaio 2025 ( modifica il 31 gennaio 2025 | 05:30)

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