Luca Mercalli e il futuro: «Venezia in pericolo, il Mose tra 20 anni non la proteggerà più. Malattie tropicali in Italia»

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Il climatologo ospite ad un incontro a Verona: «La terra che si riscalda è un “codice rosso” per l’umanità. Se l’accordo di Parigi non sarà rispettato, entro fine secolo temperature su di 5 gradi»

Non c’è più tempo: se si continua così con le emissioni di Co2 entro fine secolo si rischia non ci siano più le condizioni per la vita sul pianeta, con la temperatura terrestre che salirà di 5 gradi. Un dato «catastrofico», come è stato definito, considerato che solo con il grado e mezzo in più che si è registrato in mezzo secolo, la Terra ha già «la febbre» con fenomeni distruttivi ovunque, (l’ultimo in California). E’ lo scenario emerso mercoledì mattina in Camera di Commercio, nella conferenza tenuta dal divulgatore scientifico e presidente della Società Meteorologica Italiana, Luca Mercalli, ad una platea di oltre 200 studenti di licei e istituti superiori veronesi per «Ricercatori in cammino», l’evento organizzato dall’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona) in occasione della Giornata mondiale delle malattie tropicali neglette. Mercalli è intervenuto in collegamento video, in quanto colpito proprio dalla febbre.

Professor Mercalli, il focus dell’incontro è il rapporto tra clima e salute. Che cosa comporta?
«Un piccolo esercito di virus nanometrici è capace di mettermi fuori servizio. È una lezione, la Natura è sempre più forte di noi, possiamo fare tutti i programmi che vogliamo ma poi basta un piccolissimo virus a cambiare il mondo. Pensate dunque cosa può fare il clima al pianeta: se lo facciamo arrabbiare non ce la caviamo con un’aspirina. Io ho appunto un grado e mezzo in più di temperatura nel mio corpo e sto male, ma se fossero cinque, e avessi 42 o 43°, morirei. Ed è quello che succede alla Terra».

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In tanti, personalità e istituzioni, lanciano l’allarme sul riscaldamento globale. Basta?
«Nel 2019 è stato firmato un monito da 11mila scienziati e nel 2021 un folto gruppo di medici ha pubblicato l’appello su oltre 200 riviste mediche, allo scopo di denunciare l’emergenza globale in corso con il rischio catastrofico per l’umanità. Ed anche il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres e Papa Francesco hanno divulgato un rapporto in cui si parla di “codice rosso” per l’umanità: le massime autorità avvertono ma nessuno ascolta, si preferisce costruire armi piuttosto che pannelli fotovoltaici».

Sarebbe necessario dismettere le energie fossili?
«Sì, e non come dice Trump continuare a trivellare per aumentare sempre più i consumi».

Donald Trump il giorno del suo insediamento, ha ritirato gli Stati Uniti dall’accordo di Parigi che mira a evitare che le temperature globali aumentino di oltre 1,5°C. Cosa rischiamo?
«Se l’accordo di Parigi non sarà rispettato al più presto ci aspetta un incremento termico globale fino a 5 gradi entro fine secolo. Incremento che si tradurrà in più ondate di calore africano, desertificazione e siccità, tempeste più frequenti, e un aumento del livello del mare di oltre un metro. Inoltre vi saranno perdite di produzione agricola, danni alle infrastrutture e alle persone e migrazioni di miliardi di persone dai Paesi più “bollenti” come l’India. Oltre a una maggiore diffusione di malattie tropicali, ha continuato il metereologo. In Italia, ha spiegato, si è avuto il record di temperatura nel 2022 a Floridia, (Siracusa), dove si sono sfiorati i 50 gradi».

In Veneto che scenari ci aspetterebbero?
«I mari si alzano di mezzo centimetro l’anno, a rischio in Italia c’è in particolare il Delta del Po, quindi Rovigo e Venezia: fra 20 anni il Mose non servirà più a nulla, perché il livello dell’acqua lo supererà».





















































Agli abitanti cosa succederebbe?
«La popolazione di Rovigo e dintorni sarebbe costretta a migrare perché avrebbe il mare che gli “entra in casa”; ma l’emergenza calore riguarderebbe anche città come Verona, che è esposta a un surriscaldamento maggiore di altri luoghi».

30 gennaio 2025 ( modifica il 30 gennaio 2025 | 17:00)

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