Catania / All’insegna della Speranza l’inaugurazione dell’Anno Giudiziario 2025

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La solenne cerimonia d’inaugurazione dell’Anno Giudiziario 2025 è divenuta un’imponente occasione per redigere stime ed evocare valori cari alla virtuosa giustizia. Nell’Aula delle Adunanza del Tribunale di Catania sono innanzitutto riecheggiate le icastiche riflessioni del presidente della Corte d’Appello di Catania, Filippo Pennisi. In primis, egli ha esternato il suo ossequio al presidente della Repubblica Italiana. In secundis, ha delineato il periplo delle attività afferenti al distretto catanese, con riferimenti al bilancio e all’andamento dell’amministrazione della giustizia. Dal florilegio descrittivo si evidenziano notazioni su progressi ottenuti e criticità.

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La concezione del diritto nell’era della modernità, riflessa nel principio Ubi societas ibi ius”, e nella visione della società liquida secondo Bauman

Il presidente Pennisi, prendendo a prestito le parole di Zygmunt Bauman, nel segno della modernità, rievoca l’imago della trama di una “società liquida”. Si sofferma altresì a palesare l’indispensabilità del ruolo del giudice, quale emblema regolatore d’istituzionale forma di conflitti sociali e interpersonali. Pennisi eccelle, oltremodo, con la locuzione latina “Ubi societas ibi ius” ossia: laddove si forma una società, lì domina il diritto. Estrinsecazione riportata anche dal giurista Santi Romano (L’ordinamento giuridico. Studi sul concetto, le fonti e i caratteri del diritto, Pisa 1917-1918). De facto, la citazione riflette l’idea che il diritto emerge in risposta alla necessità di regolare i rapporti all’interno di una comunità e non può esistere in assenza di una struttura sociale o comunità umana costituita.Inaugurazione Anno Giudiziario 2025

Anno Giudiziario 2025 / Il ruolo del giudice nelle moderne società liberaldemocratiche

Il presidente Pennisi rimarca, poi, il ruolo del giudice nelle moderne società liberal-democratiche, stante il riconoscimento del principio d’indipendenza del magistrato nell’ambito dell’esercizio delle peculiari funzioni. In tal caso, egli proferisce che “la figura e il ruolo del giudice … sono esaltati a presidio delle libertà fondamentali del cittadino, come ben risaltante negli artt.13 e seguenti della nostra Carta Costituzionale. … il magistrato partecipa all’evoluzione della società”. Ed ancora – “concorre al progresso … della società”, per ribadire l’espressione generale del secondo comma dell’art.4 della Costituzione; con acuta osservazione e sapiente comprensione delle dinamiche sociali che divengono fondale all’attività interpretativa, nel rispetto delle norme costituzionali e sovranazionali. In aggiunta, “retrivo, e poco professionale, sarebbe quel magistrato che rimanesse ancorato a interpretazioni della norma superate dal sentire comune e dall’evoluzione sociale e giuridica”.

Anno Giudiziario 2025 / Segnali di miglioramento nel settore giustizia: le sfide e i successi del 2024

Nelle considerazioni d’apertura, si delineano anche annotazioni positive. Infatti, nonostante le difficoltà del periodo, il 2024 ha via via mostrato rimarchevoli segni di miglioramento, talora manifesti nel settore civile, nei 14 uffici giudiziari delle tre province interessate. È possibile, invero, registrare riduzioni dei carichi di lavoro e rispetto dei tempi di conclusione dei procedimenti allineati, così, agli standard europei. In Corte d’Appello, in particolare, si cerca di incardinare la durata di un processo entro i due anni.

Tra quelle annotazioni, il presidente ha elogiato la gestione delle questioni penali, ancorché sussista un gravoso arretrato accatastatosi nell’arco di un ventennio. E riferisce, usando un ‘plurale gregario’, “abbiamo contenuto l’incidenza dell’aumento delle sopravvenienze, ma il pesante arretrato si manifesta ancora come una sfida ardua da superare”.
A suo avviso, tale opaco contesto è da attribuire alla cronica insufficienza di risorse umane, sia nel settore della magistratura, sia in quello amministrativo. Così, “la soluzione all’arretrato penale non può che passare per una rinnovata immissione di risorse umane, in un quadro di stabilizzazione e rafforzamento degli organici”.

Filippo Pennisi presidente Corte d'Appello di Catania
Filippo Pennisi, presidente Corte d’Appello di Catania

In più, tra gli auspici, deve preventivarsi l’integrazione del personale assunto a tempo determinato per il potenziamento degli uffici giudiziari. Nonché l’avanzamento della digitalizzazione del sistema e delle riforme infrastrutturali, come nel caso della Cittadella Giudiziaria di viale Africa. Un ulteriore passaggio si profila poi sulla magistratura minorile e di sorveglianza, quale esempio di efficienza che, nell’odierno, si interfaccia compiutamente con altre istituzioni e promuove iniziative di risalto nazionale.

Inaugurazione dell’Anno Giudiziario 2025: la solenne adunanza e la partecipazione delle istituzioni

Riguardo alla compagine istituzionale, si è visto sfilare, nonché presenziare alla solenne adunanza, personalità di primo piano nel rispetto dei ruoli e del cerimoniale riservato all’inaugurazione dell’Anno Giudiziario (che vede il suo incipit con la solenne adunanza presso la Corte di Cassazione di Roma, dinnanzi al presidente della Repubblica e all’indomani nelle 26 Corti d’Appello d’Italia).
Si citano, difatti, il ministro della Protezione civile Nello Musumeci, il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, il prefetto di Catania Maria Carmela Librizzi. E ancora il prefetto di Siracusa Giovanni Signer, il sindaco di Catania Enrico Trantino, il parlamentare nazionale Anthony Barbagallo.

Si precisa che, secondo il preordinato palinsesto, dopo il presidente della Corte d’Appello di Catania Filippo Pennisi sono intervenuti Michele Papa (rappresentante Csm – Consiglio Superiore della Magistratura), Giuseppe Fichera (rappresentante Ministero della Giustizia). A seguire, si ricorda l’intervento di Carmelo Zuccaro (procuratore generale della Repubblica di Catania), Antonino Distefano (presidente Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Catania). Di Giancarlo Cascino (presidente della Giunta della sezione distrettuale dell’Anm – Associazione Nazionale Magistrati), Francesco Mannino (presidente del Tribunale di Catania). Di Tiziana Falsaperla (delegato Federmot – Federazione Magistrati Onorari di Tribunale), Gaetano Rizzo (presidente dell’Associazione Nazionale Forense di Catania), Febo Battaglia (presidente Camera Civile Catania). Ancora, di Andrea Rumasuglia (presidente della sezione Aiga – Associazione Italiana Giovani Avvocati di Catania), Gaetano Roggio (rappresentante Associazione Dirigenti Giustizia), Concetta La Rosa (rappresentante funzione pubblica Cgil – Confederazione Generale Italiana del Lavoro di Catania).Inaugurazione Anno Giudiziario  2025 pubblico

Anno Giudiziario 2025 / Il processo penale telematico e le disuguaglianze nell’accesso alla giustizia: le critiche di Aiga Catania

Volendo fare un focus sulle criticità, si fa appello al ‘processo penale telematico’ e si riporta, in tal caso, il contributo di Andrea Rumasuglia, presidente della sezione Aiga di Catania. Nell’incipit, egli fa riferimento “al Decreto Ministeriale n. 206 del 2024, in cui si introduce un’attuazione differenziata, scaglionata, dell’obbligatorietà del deposito telematico di atti del processo penale. Una scelta che, sebbene concepita per favorire un graduale passaggio o, che dir si voglia, progressiva transizione, non sembra tener conto del rischio concreto al diritto di difesa, dovuto dal malfunzionamento dei sistemi informatici dedicati al processo penale telematico e agli applicativi utilizzati dagli uffici giudiziari”.

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Il presidente Aiga Ct Rumasuglia ha proposto un ulteriore riferimento “alla legge di bilancio 2025 che, nell’apposito segmento, ha subordinato l’iscrizione al ruolo della causa al pagamento del contributo unificato. Una misura che di fatto condiziona l’accesso alla giustizia e alla tutela dei diritti, condizionando l’azione all’adempimento di natura fiscale”. Tali provvedimenti, a suo dire, non solo acuiscono le disuguaglianze, bensì rischiano di allontanare il sistema giudiziario dai principi di equità e universalità che, all’inverso secondo una formula garantista, ne devono caratterizzare il fondamento (giusto processo art.111 Cost).

Anno Giudiziario 2025 / Il Pnrr come motore di cambiamento nella giustizia: digitalizzazione, riforme e risorse

Una grande entrée, ampiamente dibattuta, è riservata al Pnrr o Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che crea importanti impatti e aspettative anche nel settore giustizia. La sfida applicativa riecheggia nel concetto di modernizzazione, efficienza e digitalizzazione. Le risorse destinate alla giustizia mirano a risolvere problematiche storiche del sistema giudiziario italiano, come la lentezza dei procedimenti e la scarsità di risorse. Così, il Pnrr, come da corollario, dovrà corroborare i processi relativi alla transizione digitale nel settore giustizia. Ciò include l’adozione di strumenti tecnologici avanzati per migliorare la funzionalità dei tribunali e degli uffici giudiziari.

Ed ancora, si riporta il processo di informatizzazione dei fascicoli e l’introduzione di piattaforme digitali per la gestione dei procedimenti, delle udienze e delle comunicazioni tra gli operatori del sistema giustizia. In aggiunta, sono in atto riforme per il processo civile e l’efficientamento della giustizia penale. La congettura in pectore è di snellire e velocizzare i procedimenti, riducendo i tempi di attesa per le sentenze. Si punta altresì a semplificare le procedure e incentivare l’uso di strumenti alternativi di risoluzione delle controversie, come la mediazione, e a potenziare l’uso della tecnologia nelle udienze e nella gestione dei procedimenti.

Per quanto concerne in particolare l’ambito penale, si intende migliorare la gestione delle carceri e potenziare i servizi di reinserimento per i detenuti. Un asset peculiare è, in più, riservato alla giustizia minorile, nonché alla gestione della giustizia penale attraverso modalità segnalate come moderne e orientate al recupero.
In ultimo, si mira al potenziamento delle risorse umane, con la formazione di nuovo personale e l’assunzione di magistrati, personale amministrativo e tecnici informatici. Il fine collima con l’idea di supportare il processo di digitalizzazione e garantire una maggiore ‘capacità’ nel sistema giudiziario. In sintesi, il Pnrr è un importante congegno che, se ben adoperato, offre un’opportunità di efficientamento del sistema giudiziario italiano. È chiaro che, come per qualsivoglia meccanismo impiegato, il sistema conformato necessita di continuo monitoraggio.

Dati positivi nella giustizia civile: risultati e progressi alla Corte d’Appello

Alla Corte d’Appello, riguardo al settore civile, si accertano dati in diminuzione, sia nei procedimenti contenziosi ordinari e del lavoro sia in quelli camerali. Si segnala, poi, la diminuzione della pendenza: “5.172 procedimenti contenziosi pendenti al 30 giugno 2024, rispetto ai 5.987 pendenti al 30 giugno 2023. E 752 procedimenti camerali pendenti al 30 giugno 2024, rispetto ai 794 pendenti al 30 giugno 2023”. Così, i procedimenti contenziosi si attestano in Corte al 130,7% e quelli di smaltimento al 41,4%. Anche i dati relativi ai procedimenti camerali risultano soddisfacenti: “103,6% quello di ricambio; 62,6% quello di smaltimento”.

Si ribadisce, altresì, che “la durata prognostica media dei processi contenziosi in Corte d’Appello si attesta al di sotto dei due anni”. Tale risultato è possibile grazie all’inserimento dei giudici ausiliari nei collegi giudicanti della Corte, del personale addetto all’ufficio per il processo [artt.11 segg. del d.l. 2021 n.80, convertito in L. n. 113/2021, per ottemperare a obiettivi previsti nel campo dell’amministrazione della giustizia (Pnrr) e per “garantire la ragionevole durata del processo e un efficiente impiego di tecnologie dell’informazione e della comunicazione”], nonché alla celebrazione delle udienze tematiche, divenuta ‘buona prassi’ da parte della Corte d’Appello di Catania, per il raggiungimento degli obiettivi fissati nel Piano nazionale di Ripresa e Resilienza.

Speranza e uguaglianza: il messaggio di giustizia per tutti nell’Anno Giudiziario 2025

In chiosa, si riferisce che il presidente Pennisi annuncia l’apertura dell’Anno Giudiziario con l’ausilio del lemma “Speranza”, per identificare, invero, un nuovo percorso di legalità forense, all’insegna di una giustizia più giusta ed equa, giacché “La giustizia è uguale per Tutti”. Il Principio d’impronta universale e imparziale ravvisa ergo il diritto all’equo processo ed è pilastro dei Diritti Umani e del concetto di giustizia in un sistema democratico.

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Luisa Trovato





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