In pensione a 66 anni subito, tre strade che anticipano il pensionamento di 12 mesi

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L’età pensionabile in vigore oggi è quella dei 67 anni. Questa è l’età per accedere alla pensione di vecchiaia nel 2025. Dal 2027, potrebbe non essere più sufficiente attendere i 67 anni e sarà necessario aspettare ulteriori 3 mesi. Tuttavia, per il momento, il rischio è spostato di un paio di anni.

Quindi, cercare di uscire adesso dal mondo del lavoro per paura di un inasprimento dei requisiti è ancora una preoccupazione lontana. Però, uscire soli 12 mesi prima dal lavoro, anticipando di un anno il pensionamento, può comunque essere importante.

Se desideri uscire anticipatamente per una stanchezza pregressa che porta molti contribuenti a non vedere l’ora di dire basta, oppure perché un pensionamento anticipato significa incassare 13 mesi (c’è anche la tredicesima) di pensione in più rispetto alle previsioni, ecco come fare.

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Come si fa ad andare in pensione nel 2025 con 66 anni di età?

Uscire a 66 anni può essere possibile oggi attraverso diverse modalità. Per esempio, possono farcela le donne che rientrano nel sistema contributivo e che hanno avuto dei figli durante la loro vita.

Infatti, chi ha avuto dei figli ed è una lavoratrice che ha iniziato a versare dopo il 1995 può andare in pensione riducendo l’età pensionabile di 4 mesi per figlio, fino a un massimo di 16 mesi per chi ne ha avuti 4 o più.

Questo significa che, con 4 figli, si può uscire con 20 anni di versamenti, già a 65 anni e 8 mesi di età. Diventa 66 anni con 3 figli, 66 anni e 4 mesi con due figli e 66 anni e 8 mesi con un figlio.

La pensione di vecchiaia a 66 anni? I lavori gravosi o i lavori usuranti possono

A 66 anni, o più precisamente a 66 anni e 7 mesi, possono andare in pensione gli addetti ai lavori gravosi o usuranti.

Infatti, per loro è stato bloccato l’aumento di 5 mesi introdotto nel 2019 a causa dell’aspettativa di vita. Lo stesso meccanismo che ora prevede l’aggiunta di 3 mesi in più nel 2027 aveva nel 2019 portato l’età pensionabile da 66 anni e 7 mesi a 67 anni.

Tuttavia, per chi svolge un lavoro gravoso o usurante, la pensione continua a essere fruibile con la vecchiaia a 66 anni e 7 mesi. Solo che non bastano 20 anni di contributi, ma ce ne vogliono 30. E soprattutto, i 30 anni devono essere effettivi, ovvero non devono esserci periodi figurativi o coperti diversamente dalla contribuzione da lavoro.

La cristallizzazione del diritto alla quota 100

A 66 anni, infine, si può andare in pensione anche con la cristallizzazione del diritto a una misura ormai cessata come la quota 100. La misura introdotta dal governo Conte I, sotto spinta della Lega e con l’avallo del Movimento 5 Stelle che la barattò per l’ok leghista al Reddito di Cittadinanza, permetteva di uscire dal lavoro a chi, entro il 31 dicembre 2021, completava 62 anni di età e 38 anni di versamenti.

Chi ha completato il doppio requisito entro la fine del 2021 può ancora andare in pensione oggi, avendo compiuto 66 anni di età. In questo modo, può anticipare l’uscita dal lavoro senza attendere i 67 anni nel 2026.

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In pensione a 66 anni subito: tre strade che anticipano il pensionamento di 12 mesi

Le tre strade precedentemente elencate sono naturalmente alternative a quanto può fare un contribuente a 66 anni con le misure anticipate ordinarie o con scivoli distaccati da tutti i limiti anagrafici. Infatti, per andare in pensione esistono delle misure che non prevedono limiti di età. Pertanto, anche a 66 anni c’è chi può lasciare comunque il lavoro, a prescindere dal completamento dei requisiti descritti prima per le tre soluzioni alternative.

In effetti, chi ha maturato 42 anni e 10 mesi di versamenti, se è un uomo, o chi ha maturato 41 anni e 10 mesi di contributi, se è una donna, può accedere alla pensione anticipata ordinaria anche a 66 anni di età.

La stessa cosa può fare chi ha 12 mesi di versamenti prima dei 19 anni di età, 41 anni di contributi totali e 35 anni effettivi e neutri da figurativi per Naspi o malattia. In questo caso, la pensione si chiama quota 41 per i precoci, ed essendo senza limiti di età, vale anche per chi ha 66 anni.

Bisogna però essere caregiver, invalidi, disoccupati o addetti ai lavori gravosi o usuranti per rientrare nella quota 41. Naturalmente, ogni misura che ha un’età anagrafica di ingresso in quiescenza più bassa dà diritto ad andare in pensione a 66 anni.

Misure per andare in pensione prima

Per esempio, abbiamo l’Ape sociale, che parte dai 63 anni e 5 mesi di età. Bastano 30 anni di versamenti per invalidi, caregiver e disoccupati, oppure 36 anni per gli addetti ai soli lavori gravosi. A 66 anni, chi non ha versamenti prima del 1996 può andare in pensione con le anticipate contributive e con solo 20 anni di versamenti.

Una donna che entro il 31 dicembre 2024 ha completato i 35 anni di versamenti, se appartiene a licenziate, alle prese con aziende con tavoli di crisi avviati, invalide e caregiver, a 66 anni può scegliere anche l’opzione donna. E a 66 anni, nulla vieta, con 41 anni di versamenti, di accedere alla quota 103 che parte dai 62 anni.

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