Previsti 12 milioni l’anno dalla tassa di imbarco e 30 da quella di soggiorno. Debito ridotto
Il turismo, qualora si trasformi anche in overtourism, porta comunque soldi, e tanti, nelle casse del Comune di Napoli. Per questo il sindaco Gaetano Manfredi ripete sempre: «Preferisco avere una città caotica, ma viva e, soprattutto, ricca, piuttosto che vuota, tranquilla ma povera». Affermazioni che oggi saranno sostanziate dai numeri del bilancio di previsione 2025-2027, che l’amministrazione ha portato in aula a tempo di record, quando si tratterà di prendere atto che le voci tassa di imbarco — per chi paga 2 euro di addizionale a biglietto se ci si imbarca da Capodichino — e di soggiorno, si toccano i 42 milioni annui. Certamente non pochi. Di cui 12 per l’addizionale comunale sui voli, 21 di tassa di soggiorno; che anzi, da marzo, diventeranno 30, per effetto di ulteriori 9 milioni previsti per l’effetto-Giubile.
Il Dup, il documento unico di programmazione, è già stato licenziato dalla giunta Manfredi e dalla commissione Bilancio, presieduta da Walter Savarese d’Atri. Significativa la riduzione progressiva dei tempi di approvazione del documento previsionale, che arriva in via Verdi adesso a fronte della presentazione nei mesi di luglio e di aprile negli anni scorsi, che «rappresenta un risultato significativo», sono parole dell’assessore Baretta. Tra gli elementi più significativi che saltano all’occhio negli atti del bilancio c’è, senza dubbio, la riduzione dei tempi di pagamento dei creditori, con tempi medi passati dai 200 giorni di inizio consiliatura Manfredi ai 30 attuali.
Procede spedita anche la riduzione complessiva del debito — disavanzo più debito finanziario — che registra un segno meno per un miliardo e cento milioni, dato che riporta il Comune di Napoli ben al di sotto dei 4 miliardi. Sempre secondo l’assessore alle Finanze, l’obiettivo del prossimo bilancio triennale «è di recuperare altri 562 milioni di disavanzo e 600 milioni di debito finanziario». Tra gli investimenti previsti in bilancio grazie anche ad una ridefinizione dei mutui dormienti, ci sono 30 milioni per la manutenzione straordinaria degli immobili Erp; 35 per strade e trasporti; 20 per edifici monumentali, istituzionali e culturali; 20 per il decoro urbano e l’igiene della città: 15 per sport, scuola e giovani. Altri elementi del bilancio — che ha una dimensione complessiva di 6 miliardi, di cui quasi un miliardo e quattrocento di entrate — sono rappresentati dai 107 milioni che arrivano dall’Irpef, «un dato interessante», secondo l’assessore, «perché l’incasso aumenta in percentuale più dell’aumento della tassa, a significare o una minore evasione o un aumento del reddito in città».
E veniamo all’overtourism, distorsione patologica del turismo. Che però sta portando soldi nelle casse comunali. Dodici sono i milioni di incasso derivanti dalla tassa di imbarco, «a testimoniare che l’aumento dell’imposta non ha scoraggiato gli arrivi di turisti e visitatori», furono sempre parole dell’assessore Baretta in commissione Bilancio. Mentre 21 milioni e mezzo arrivano dalla tassa di soggiorno, con un incremento previsto di altri 9 milioni che sarà inserito nella manovra di assestamento di marzo, quando verranno «previsti» anche gli introiti della tassa di soggiorno — che pagano i turisti in hotel e B&B — per l’anno giubilare che terminerà il 24 dicembre.
Resta ancora aperto, invece, il capitolo della riorganizzazione delle Partecipate, parte centrale del Patto per Napoli che da quest’anno, varrà una cinquantina di milioni in meno di trasferimenti nelle casse comunali. Si attende l’approvazione dei bilanci delle singole Partecipate. Poi si procederà alla nomina dei Cda — a 3 o 5 consiglieri — al posto degli amministratori unici. Novità in arrivo, quindi, per Anm, Napoli Servizi, Asia, Abc, Mostra d’Oltremare. E per la futura Società del Patrimonio. Circa una trentina di poltrone che tengono sulle «spine» tutti i partiti.
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