“Puntiamo a togliere 200 lucchetti elettronici al giorno”

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Quindici vigili su strada, affiancati da una squadra di operatori armati di cesoie, per arginare il dilagante ricorso delle key box nelle strade del centro. È partita  questa mattina dal rione Monti la battaglia che l’amministrazione cittadina ha deciso d’intraprendere dopo la circolare con cui, il Viminale, aveva chiesto interventi tesi a migliorare la sicurezza.

Perché i lucchetti elettronici sono un simbolo da contrastare

Il ministero dell’Interno, lo scorso 18 novembre, aveva allertato le prefetture sull’uso improprio di questi “lucchetti elettronici”. Il tema era quello dell’ “identificazione delle persone ospitate presso le strutture ricettive”. Perché il ricorso alle key box, di fatto, non rende obbligatorio l’incontro di persona e quindi riconoscimento del cliente da parte dell’ “host”. Così “i lucchetti elettronici” sono diventati un po’ il simbolo di un turismo “mordi e fuggi”, poco incline al rispetto delle regole e del decoro. 

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Perché il ricorso ai “lucchetti elettronici”, pone effettivamente un problema di sicurezza, per la mancata identificazione del turista. Ma crea anche un problema di decoro. Ed è su queste due leve che si è concentrata l’azione dell’amministrazione, “per mandare un segnale importante” ha spiegato la presidente del municipio I Lorenza Bonaccorsi, durante il sopralluogo svolto insieme all’assessore capitolino al turismo Alessandro Onorato.

Un fenomeno fuori controllo

“Attaccare lucchetti ovunque è un’offesa per la città e rappresenta la fotografia di un fenomeno che per troppi anni è rimasto incontrollato” ha commentato Onorato, nella giornata in cui è ufficialmente partita la rimozione dei lucchetti. Nel giro di un’ora ne sono stati tagliati una decina solo tra via Leonina e via De’ Ciancaleoni, sempre nel rione Monti. Almeno altrettanti sono stati però annotati dagli agenti della polizia locale e, per la loro presenza, saranno multati gli amministratori dei relativi condomini.

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Com’ è organizzata la repressione del fenomeno

“Possiamo agire in due modi – ha chiarito Onorato – andiamo a rimuovere i lucchetti che sono messi su spazi pubblici e, se troviamo il responsabile, gli facciamo una multa di 400 euro. Sulle aree private invece, se sono prospicenti a spazi pubblici, possiamo procedere a sanzionare l’amministrazione condominiale”. Queste operazioni possono essere attivate in aree tutelate dalla soprintendenza di Stato o da quella capitolina, perché rientranti nella Carta della qualità o perché patrimonio Unesco.

La repressione del fenomeno sarà costante e durerà almeno un mese. L’idea è creare un deterrente che spinga i gestori di queste strutture extralberghiere a rinunciare ai lucchetti, è stato chiarito. “Questo fenomeno rende la città più sporca e degradata dà una qualità di servizio turistico dozzinale” ha ribadito Onorato. E crea anche un circolo vizioso. “I turisti che non si relazionano come i gestori di queste strutture, non hanno informazioni neppure su dove conferire i rifiuti. Ed il risultato è, come abbiamo visto oggi, che li lasciano anche davanti i portoni” ha fatto notare la presidente Bonaccorsi.

La guerra ai “lucchetti elettronici”, inaugurata da anonimi “Robin Hood” prosegue quindi con la task force istituita dal Campidoglio. “Abbiamo già predisposto un dossier con questi lucchetti ma immaginiamo che girando per le strade aumenteranno ulteriormente. E confidiamo anche nell’aiuto dei cittadini che possono fare le segnalazioni ad un apposito indirizzo email. Noi – ha concluso Onorato – contiamo di rimuovere una media di 200 lucchetti al giorno”.

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Non solo il centro storico

Si parte dai rioni del centro storico – nella prima giornata sono previsti passaggi a Monti, Trasteve e Testaccio – e si prosegue con Prati, il quartiere Delle Vittorie, la zone dell’Esquilino. Gli interventi non sono esclusi neppure al di fuori del centro, basta che un edificio sia registrato nella Carta della qualità o che sia comunque tutelato. Motivo per cui “i cittadini sono invitati a mandarci le loro segnalazioni” ha ribadito l’assessore. Non necessariamente per i lucchetti lasciati nelle strade del centro storico.

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