la Toscana abbia coraggio e approvi una legge migliore

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La proposta di legge sulle aree idonee, appena approdata in Consiglio regionale, è migliorabile. Serve correggerne in parte la rotta perché sia all’altezza del ruolo che la Toscana dice di voler giocare nella transizione verde.

 A parole tutti vogliono contrastare il cambiamento climatico, ridurre la dipendenza energetica dall’estero e alleggerire le bollette, ma poi ad esempio ci opponiamo a un parco eolico vicino a casa, con la politica che cede alle pressioni di comitati al posto di gestire disinformazione e allarmismi, fornire rassicurazioni ed esercitare il proprio ruolo di guida anche in situazioni spinose. Serve cambiare passo, abbandonando i tentennamenti dettati dall’avvicinarsi delle nuove elezioni regionali.  

La burocrazia italiana impatta moltissimo, nel settore delle rinnovabili ancora di più. La sfida della transizione energetica (all’interno della più ampia transizione verde) richiede di snellire e accelerare gli iter autorizzativi per l’installazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili, che per costi e tempi vedono l’Italia fanalino di coda in Europa.
In questo contesto si è inserito il cosiddetto decreto ministeriale Aree Idonee che ha delegato praticamente tutto alle singole Regioni, Regioni che senza criteri univoci ora si trovano a dover individuare nel proprio territorio le aree “particolarmente adatte” in cui assicurare procedure autorizzative accelerate in particolare per eolico e fotovoltaico, le tecnologie rinnovabili più rapidamente disponibili al minor costo. 

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La Toscana a dicembre 2024 ha licenziato una proposta di legge che, pur dopo apprezzabili sforzi dell’Assessora Monia Monni e degli uffici regionali preposti, Volt ritiene insufficiente a realizzare la transizione energetica alla scala e al ritmo richiesti. La Toscana ha bisogno di energia pulita, affidabile e a prezzi accessibili, ne hanno bisogno cittadini e imprese in balìa di bollette impazzite a causa della crisi climatica e delle speculazioni sul gas. La giusta strada, già indicata da anni dall’Unione Europea con la normativa a favore dell’autonomia energetica e della riduzione della dipendenza da combustibili fossili, passa per lo snellimento e l’accelerazione delle procedure di autorizzazione degli impianti alimentati dalle rinnovabili. Ma per seguirla serve fare un vero salto – di mentalità e di determinazione. 

Con l’avvio dell’esame nelle commissioni competenti in Consiglio regionale, Volt rivolge un appello ai Consiglieri di tutti gli schieramenti politici affinché siano applicati dei correttivi alla proposta di legge della Giunta, andando a intervenire in modo puntuale sulle seguenti richieste di miglioramento avanzate dall’Alleanza fiorentina per la giustizia climatica, ecologica e sociale, supportate per intero: 

  1. Ampliamento delle aree idonee – È fondamentale estendere le aree idonee rispetto a quelle già individuate nella proposta, definendole anche per  l’energia eolica e includendo spazi come quelli adiacenti alle infrastrutture stradali e ferroviarie o destinati a progetti di agrivoltaico. Infatti, la transizione energetica è impossibile senza impianti eolici di medie e grandi dimensioni, e per sventolare l’eolico è imprescindibile individuare aree idonee in   cui accelerare i tempi di autorizzazione che mediamente in Italia sono di 8 anni (rispetto all’iter standard europeo di diciotto mesi)! 

  2. Meno lacci e lacciuoli all’agrivoltaico e liberalizzazione del mini e micro-eolico – Incentivare l’agrivoltaico per colture che beneficiano della protezione dall’eccessiva insolazione o che necessitano di ridurre il consumo idrico, senza restrizioni societarie troppo rigide che potrebbero escludere gran parte degli agricoltori toscani da questa opportunità anche di un reddito aggiuntivo. Parallelamente, è cruciale liberalizzare il mini e micro-eolico su tutte le infrastrutture esistenti, come tralicci e antenne, soprattutto per le aziende agricole, facilitando così l’autoconsumo e la complementarità tra eolico e fotovoltaico, per una maggiore stabilità energetica.

  3. Solarizzazione diffusa – Rendere obbligatoria l’installazione del fotovoltaico su parcheggi, edifici pubblici e spazi urbani per contrastare l’effetto “isola di calore” e migliorare l’efficienza energetica dei nostri centri abitati. Attraverso la revisione del Piano di Indirizzo Territoriale (PIT) e lo stimolo verso i Comuni a rivedere i propri Regolamenti edilizi, serve rimuovere le limitazioni all’installazione di impianti fotovoltaici nei centri storici, superando vincoli burocratici vetusti e promuovendo un modello di riqualificazione urbana sostenibile.

  4. Comunità energetiche e condivisione dei benefici economici – Una transizione energetica giusta e partecipata passa dal supporto alla nascita di comunità energetiche e dal garantire ricadute dirette sui territori ospitanti gli impianti da rinnovabili (es. eolici) con compensazioni trasparenti e priorità data ai progetti più inclusivi. Un tassello imprescindibile per garantire che i benefici della produzione di energia rinnovabile siano in primis nelle mani delle comunità locali, andando a ricostruire la fiducia dei cittadini. 

“È compito della politica regionale guidare il dibattito pubblico, riportandolo sui binari della razionalità e della scienza. Per superare la paura e l’opposizione dei comitati è necessario avviare un lavoro culturale e ricostruire un rapporto di fiducia con i cittadini. Allo stesso tempo, occorre superare anche la sindrome nimto (“non nel mio mandato”), che spesso spinge i decisori politici a rimandare decisioni coraggiose e indispensabili, solo perché nel breve termine potrebbero comportare una perdita di consenso. La Toscana deve fare la sua parte, oggi”, afferma Elisa Meloni, già intervenuta in rappresentanza di Volt all’Assemblea pubblica indetta dall’Alleanza fiorentina per la giustizia climatica, ecologica e sociale lo scorso 11 gennaio. 





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