Prima le formule di rito, i codici e l’avviso che gli atti sono stati inoltrati al Collegio per i reati ministeriali del Tribunale dei Ministri. Alla fine, i saluti scritti a mano: “Porgo distinti ossequi”. Il procuratore di Roma, Francesco Lo Voi, ha deciso di firmare con una penna blu l’avviso di garanzia recapitato alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ai ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi e al sottosegretario Alfredo Mantovano.
La scelta del saluto, per quanto irrituale, non ha protetto Lo Voi dall’ordine di scuderia della maggioranza: attaccare i giudici. Dai vice-premier Matteo Salvini e Antonio Tajani fino agli altri membri del governo e a decine di esponenti delle forze politiche lo sostengono, non si contano le reazioni contro su un presunto “uso politico” della magistratura.
La magistratura romana è stata obbligata a muoversi dopo l’esposto-denuncia presentato dall’avvocato Luigi Li Gotti, che è stato sottosegretario di Stato durante il governo Prodi dopo una lunga militanza nel Msi e in Alleanza Nazionale, oltre ad aver difeso diversi esponenti di Cosa Nostra. Un atto dovuto, insomma. I quattro esponenti del governo sono indagati per favoreggiamento e peculato in relazione al mancato arresto e rimpatrio del generale libico Osama Almasri, capo della polizia giudiziaria di Tripoli sul quale pende un mandato d’arresto della Corte penale internazionale per crimini di guerra e contro l’umanità.
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Francesco Lo Voi, moderato mai sgradito (finora) al centrodestra: chi è il procuratore che ha inviato l’avviso di garanzia a Meloni
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