Allarme sui minori stranieri, il caso Bologna in Parlamento: nel 2024 nominati solo 18 tutori

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di
Daniela Corneo

Interrogazione della senatrice Zampa (Pd) ai ministri: «Il governo intervenga. In regione su 149 richieste di apertura di tutela, riscontrate solo 10»

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Il caso dei tutori volontari di Bologna, che da ormai tre anni denunciano la difficoltà di vedersi assegnata la tutela di un minore straniero non accompagnato, finisce in Parlamento. La senatrice del Pd Sandra Zampa è la prima firmataria di un’interrogazione rivolta al ministro della Giustizia Carlo Nordio e al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi in cui viene chiesto nero su bianco che venga assicurata «l’effettività dell’istituto della tutela volontaria, garantendo così ai minori stranieri non accompagnati adeguate condizioni di vita e il pieno godimento dei diritti civili e sociali». Perché, viene sottolineato nell’interrogazione, le criticità nella «gestione dell’iter che conduce all’inserimento dei tutori volontari negli elenchi, nelle fasi di nomina e, successivamente, anche nel concreto espletamento delle funzioni e dei compiti del tutore, specie con riguardo alle necessarie interlocuzioni con i competenti Tribunali per i minorenni e, più in generale, all’effettività delle sinergie tra tutori e sistemi di accoglienza».

Il tutore volontario

I numeri di Bologna restituiscono, quindi, la fotografia della situazione attuale, in cui la legge 47 del 2017, che prende proprio il nome da Zampa e che introduce la figura del tutore volontario, di fatto resta inapplicata. «Nei primi 8 mesi del 2024 — si legge nell’interrogazione parlamentare — su 149 richieste di apertura di tutela ne risultano riscontrate solo 10 e, nello stesso periodo, su 315 presenze complessive, si riscontrano ben 213 minori stranieri in attesa di tutela». E sono state assegnate solo 18 tutele volontarie. Ma non solo: nello stesso periodo preso a riferimento sono stati 127 i neo maggiorenni dimessi per termine del progetto o per trasferimento nei Sai ordinari senza aver mai avuto accesso alla tutela volontaria. E a Bologna è «ugualmente critico — scrive Zampa — l’incidenza del fenomeno di tutori plurinominati a fronte di soggetti mai considerati per la nomina o ancora l’abbinamento del tutore a minori lontani dal luogo di residenza».




















































La città è cambiata in peggio

Una situazione, quella Bolognese, che i tutori vanno denunciando dal 2022, successivamente all’insediamento al Tribunale dei minori della presidente Gabriella Tomai. I tentativi di collaborazione tra le parti sono stati molteplici negli ultimi anni, «ma è rimasto tutto uguale, di fatto non ci sono più nomine di tutori volontari a Bologna», denunciano loro. E portano i numeri: «Nel 2024 a Bologna ci sono state assegnate solo 18 tutele a volontari, quasi tutte di ragazzi a un passo dalla maggiore età. Il Tribunale dei minori sostiene che a Bologna siano pochissimi i tutori attivi, ma c’è chi, tra noi, nonostante sia rimasto sempre negli elenchi dei tutori disponibili, non riceve nomine da alcuni anni». Di fatto, denunciano i tutori accoglienti del capoluogo emiliano, «da due anni e mezzo circa l’esperienza della tutela volontaria a Bologna è completamente cambiata in peggio, sono stati cancellati protocolli e buone pratiche». I tutori chiamano quindi all’appello la politica. «Ho fatto un incontro al ministero dell’Interno — dice Zampa — ribadendo l’opportunità di lavorare per aumentare il numero di tutori come prevede la legge. Dove c’è un tutore cambia radicalmente il destino dei minori stranieri non accompagnati e si riscontra quindi anche un beneficio per la comunità. Abbiamo bisogno di più tutori volontari e i tutori hanno bisogno di più sostegno».

Il sovraccarico di lavoro

Le criticità della tutela volontaria sono state condivise in consiglio comunale a Palazzo d’Accursio dalla consigliera dem Mery De Martino, che ha da pochi giorni concluso l’iter per diventare tutrice. «Nel recente corso per diventare tutor — dice De Martino —, i volontari, raccontando le loro esperienze, da un lato hanno dato la riprova che quella delle genitorialità sociale è un’esperienza importante per i ragazzi e per i tutori, mentre dall’altro hanno testimoniato come negli ultimi anni sia diventato tutto più complesso. Per quanto comprendiamo come i Tribunali dei minori abbiano un sovraccarico importante di lavoro, è comunque necessario che venga restituita alla tutela volontaria il suo valore sociale».

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28 gennaio 2025 ( modifica il 28 gennaio 2025 | 07:13)

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