Durabilità e bellezza: il futuro del Made in Italy

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Comprare meno, comprare meglio: un’opportunità per la nostra produzione

In un recente articolo pubblicato sul Financial Times, l’autore Henry Mance sostiene che i consumatori dovrebbero spostarsi dall’acquisto di beni economici e usa e getta a quelli durevoli e di alta qualità. L’articolo mette in evidenza come retailer di fast fashion come Shein e Temu prosperino su un modello basato su prezzi bassissimi e sulla rapidità di consumo, incoraggiando una cultura del “compra e getta”.

Mance riflette sulla propria esperienza con oggetti che sono durati decenni e sottolinea il valore di comprare prodotti pensati per resistere nel tempo. Tuttavia, nota che l’idea di “comprare per sempre” non è priva di sfide: i prodotti costosi non sono sempre più durevoli, e le opzioni sostenibili hanno spesso un costo iniziale maggiore. Inoltre, la facilità di sostituire gli oggetti ha portato a trascurare la riparabilità. Per Mance, scegliere beni durevoli non è solo una decisione economica, ma anche un impegno etico ed emotivo. Questa filosofia, afferma, si sposa bene con l’etica del minimalismo e con l’apprezzamento per il buon design e la maestria artigianale, come dimostrano marchi come Patagonia o Le Creuset, che puntano su garanzie a vita e riparabilità.

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L’articolo conclude con un invito a riflettere su un modello di consumo più consapevole, che valorizzi qualità, sostenibilità e design.

Ho riflettuto su quanto questa visione sia ancora più vera e importante per il Made in Italy. Ci facciamo invadere da prodotti di bassa qualità, quando proprio noi siamo storicamente produttori di eccellenza, bellezza e durabilità. E non si tratta solo della moda: dal design all’enogastronomia, dai mobili agli strumenti di precisione, l’Italia ha costruito la sua reputazione su una cultura del “bello e ben fatto”.

 

Il paradosso del consumo veloce

Oggi, piattaforme come Shein rappresentano il simbolo di una cultura che sacrifica qualità e sostenibilità per il prezzo. Prodotti a bassissimo costo attirano i consumatori con la promessa di una moda accessibile e sempre nuova. Ma cosa succede quando un ombrello si rompe alla prima pioggia o una giacca perde forma dopo poche settimane? È davvero un risparmio o, come si dice in Colombia, “lo barato sale caro” – ciò che è economico spesso finisce per costare di più.

 

Un’opportunità per il Made in Italy

In questo contesto, il Made in Italy può essere il simbolo di un’alternativa: un consumo consapevole che premia qualità, estetica e sostenibilità. L’Italia ha la possibilità di posizionarsi come leader in un mercato che riscopre il valore della durabilità. Ma dobbiamo essere i primi a credere nei nostri prodotti e a comunicare con forza il loro valore.

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Prodotti italiani come un paio di scarpe fatte a mano, una vestito sartoriale o una lampada di design non sono solo oggetti: sono investimenti. Sono espressione di un patrimonio di tradizione e innovazione, capaci di resistere al tempo e alle mode.

 

Verso un futuro consapevole

Adottare la filosofia del “comprare meno, comprare meglio” non significa solo scegliere prodotti che durano, ma anche investire nel nostro futuro. È un modo per ridurre lo spreco, valorizzare il lavoro artigianale e promuovere un’economia più sostenibile.

Per il Made in Italy, questa è una sfida e un’opportunità. Non si tratta solo di vendere beni di qualità, ma di raccontare una storia che parla di tradizione, bellezza e innovazione. Dobbiamo imparare a vedere i nostri prodotti non solo come oggetti, ma come ambasciatori di uno stile di vita che il mondo ci invidia.

Comprare meno, comprare meglio: per il Made in Italy, questo è più di uno slogan. È una promessa e una responsabilità. Sta a noi coglierla e trasformarla in realtà.

 

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