Stupro della «ragazza immagine» a Roma, distrutti per errore i reperti per capire se è stata drogata dal pr arrestato

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di
Rinaldo Frignani

Colpo di scena nelle indagini sulla violenza subìta dalla giovane a ottobre, per la quale un 36enne è ai domiciliari. I campioni, sotto sequestro, inviati dal San Filippo Neri al Santo Spirito senza catena di custodia. E quindi smaltiti

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Dovevano fornire la conferma che la «ragazza immagine» della discoteca «El Taboo» violentata dal promoter del locale nell’ottobre scorso in un parcheggio a Settecamini prima era stata narcotizzata con la droga dello stupro. Tamponi e provette che si ipotizzava potessero contenere il profilo genetico del 36enne Augusto Cesar Martinez Sanchez, arrestato dalla polizia e ora ai domiciliari in attesa dell’udienza di convalida del gip, accusato di violenza sessuale aggravata dalla minorata difesa della vittima. Ma quei reperti importanti sono stati buttati via.

Il Ris ha comunque trovato il Dna dell’indagato 

Per un errore nella catena di custodia, prima di essere consegnati alla specialista incaricata dal pm di eseguire gli esami tossicologici, così come era avvenuto per gli indumenti intimi della giovane, dai quali i carabinieri del Ris hanno invece estrapolato il Dna del peruviano, quei reperti sono stati distrutti. Smaltiti dal laboratorio di patologia clinica dell’ospedale Santo Spirito. Un colpo di scena nelle indagini sulla violenza sessuale subìta dalla 20enne, residente con la famiglia alla periferia di Roma nord, che potrebbe fornire un assist involontario alla difesa del sudamericano. 




















































Errore nella procedura e mancato rispetto dell’ordine del pm 

In pratica, nonostante il magistrato ne avesse subito disposto il sequestro, i campioni di sangue, urine e materiale biologico prelevati alla ragazza al San Filippo Neri, sono stati eliminati come prevede la legge in quanto arrivati in laboratorio al Santo Spirito senza catena di custodia. Fatto che ai fini diagnostici-clinici, come anche medico legali, li ha resi inutilizzabili in quanto in quelle condizioni non ne era garantita l’integrità, l’autenticità e la tracciabilità. La conferma della mancanza di quei reperti è giunta dalla direzione sanitaria del Santo Spirito e del Nuovo Regina Margherita. Da capire adesso chi ha sbagliato e perché nella procedura e chi soprattutto non ha rispettato l’ordine del magistrato di non toccare quel materiale. 

La vittima ricorda solo di aver bevuto e un bacio con il 36enne

Perché d’ora in poi sarà molto difficile accertare se la 20enne fosse davvero sotto effetto di alcolici e droghe quando ha subìto gli abusi. A complicare le cose anche il fatto che la stessa ragazza ha riferito alla polizia di non ricordare quasi nulla della serata trascorsa con Sanchez, a parte di aver bevuto alcuni drink e uno in particolare offerto dall’uomo, che l’aveva invitata a assumerlo tutto d’un sorso, e un bacio con quest’ultimo a bordo della sua auto. Poi il buio, seguito dal rientro a casa, anche questo avvolto nella più completa confusione.

Decisive la testimonianza della madre e le intercettazioni

A mettere ordine nella vicenda potrebbe tuttavia essere ancora una volta la madre della vittima: con la sua testimonianza ha permesso alla polizia di ricostruire non solo gli spostamenti della figlia in auto con il peruviano grazie all’app di geolocalizzazione installata sul suo telefonino – è rimasta quasi un’ora ferma in auto con l’arrestato in un parcheggio nei pressi della discoteca dove sarebbe stata violentata -, ma anche il ritorno a casa prima dell’alba, in ritardo rispetto al previsto, tanto da far preoccupare la donna, che aveva visto la 20enne seminuda e barcollante perché in evidente stato confusionale dopo essere scesa dalla vettura di Sanchez. Dettagli importanti, come l’ammissione fatta dal 36enne – intercettato al telefono con il titolare della discoteca – di essersi appartato con la giovane. «Ma ero vestito», si è giustificato.

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