San Luca, arrestati l’ex sindaco Bruno Bartolo e l’ex assessore Francesco Cosmo. Sequestrato lo stadio, indagati 4 dirigenti della squadra di calcio

Un bando di gara costruito a tavolino, per garantire l’affidamento dello stadio alla società di calcio di San Luca, comune in provincia di Reggio Calabria tristemente noto per la faida di ndrangheta tra i clan Nirta-Strangio e Pelle-Vottari poi culminata con la strage di Duisburg del 15 agosto 2007. Alcuni amministratori locali e dirigenti del club si erano più volte incontrati, al Comune, per stabilire clausole e vincoli dell’appalto che avrebbe permesso alla società sportive di ottenere l’assegnazione. I carabinieri di Reggio Calabria, su ordinanza firmata dal gip del Tribunale di Locri, hanno arrestato l’ex sindaco di San Luca, Bruno Bartolo, e l’ex assessore Francesco Cosmo, entrambi ai domiciliari, che hanno amministrato tra maggio 2019 e giugno 2024. Sequestrato lo stadio Alvaro e indagati quattro dirigenti della squadra di calcio che milita nel campionato di Eccellenza.

I reati

Al primo cittadino uscente, che è anche l’ultimo cronologicamente perché lo scorso anno per le elezioni comunali non si presentò nessun candidato sindaco e nessuna lista (ora l’ente è commissariato), e all’assessore che aveva la delega alle opere pubbliche e all’urbanistica, e in passato aveva subito anche un attentato incendiario alla sua auto, sono stati contestati i reati di turbata libertà degli incanti, falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale in atti pubblici. Ai quattro dirigenti della società calcistica «Asd San Luca 1961» è stata notificata la misura dell’obbligo di dimora, cumulata con quello di presentazione alla polizia giudiziaria. Inoltre è stata revocata al club la concessione dello stadio comunale.  

Gli incontri

Le indagini hanno permesso di svelare come tra amministratori e dirigenti ci sia stato un accordo sul bando di gara affinché la società calcistica potesse aggiudicarsi nuovamente la concessione dell’impianto sportivo, a condizioni economiche vantaggiose e con spese interamente a carico dell’ente pubblico e quindi dei contribuenti. Nello stesso periodo, il sindaco, al fine di permettere alla squadra di allenarsi e di continuare a giocare il campionato alla presenza del pubblico pagante, avrebbe rilasciato illegittimamente diverse autorizzazioni, nella quali è stata attestata l’agibilità dello stadio che in realtà non c’era.

L’inchiesta madre

L’inchiesta è nata da un altro filone di indagini, relativo all’assegnazione degli spazi agli esercizi commerciali in occasione della Fiera della Montagna al Santuario della Madonna di Polsi: un luogo di culto dove la ndrangheta teneva le riunioni dei suoi vertici e il cui rettore e parroco, don Pino Strangio, è stato condannato in primo grado a 9 anni e 4 mesi per concorso esterno in associazione mafiosa.

Le assegnazioni mercatali

Anche in questo caso,  sindaco e assessore – con i commercianti dell’area mercatale del Santuario – avrebbero eluso le procedure previste dal bando di gara, peraltro mai portato a termine, per assegnare i posti. Molti in favore di soggetti legati o contigui alla criminalità organizzata sanluchese, quasi tutti colpiti da sentenze di condanna passate in giudicato, oppure raggiunti da misure di prevenzione ed antimafia. E che, quindi, non avrebbero potuto ottenere legittimamente le concessioni.

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