«Così valutiamo se le innovazioni energetiche sono reali»- Corriere.it

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Scienza, politica e aziende in dialogo a Torino. Corgnati, Rettore del Politecnico: «Così valutiamo se le innovazioni energetiche sono reali»
L’Environment Park di Torino, dove il Politecnico di Torino svilupper� i suoi laboratori di ricerca, costruito dalla riqualificazione di un sito industriale dismesso su progetto preliminare firmato da Emilio Ambasz, Benedetto Camerana, Giovanni Durbiano e Luca Reinerio

�Siamo un’istituzione che supporta istituzioni�. Cos� Stefano Corgnati presenta il Politecnico di Torino durante gli Eu-Italy Energy Days 2025, una due giorni organizzata dall’Universit� per mettere in comunicazione rappresentanti dei ministeri italiani e delle istituzioni europee con scienziati internazionali per discutere di strategie e tecnologie in ambito di politiche energetiche sostenibili.

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Sono appena finiti i due giorni di dialogo tra istituzioni nazionali ed europee e mondo dell’innovazione energetica organizzati dal Politecnico di Torino. Pichetto Fratin: �Dobbiamo saper valutare se le tecnologie sono pronte, anche da un punto di vista economico�. L’Ateneo punta sulla ricerca (di nuovi materiali) e sulla collaborazione con l’impresa

L’evento, alla seconda edizione, si � appena concluso nella Sala del Parlamento del Museo Nazionale del Risorgimento Italiano di Torino che con le sue decorazioni, le statue dei giganti che sorreggono la balconata e l’affresco di Gonin rappresenta il potere della conoscenza, la scienza e la saggezza, come ha spiegato Luisa Papotti, presidentessa del museo. Un evento (in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e con il supporto del Ministero dell’Universit� e della Ricerca e della Commissione Europea)che mette la scienza al primo posto nel contesto dello sviluppo economico e sociale italiano ed europeo: �Oggi serve sempre di pi� un rapporto tra governo e universit�, commenta Corgnati: �l’approccio scientifico deve potersi trasformare in policy e regulation. In questa occasione abbiamo messo in dialogo la dimensione europea con quella italiana e la verticalit� dell’accademia con quella industriale. Dobbiamo comprendere meglio come raggiungere davvero una maturit� tecnologica che ci consenta uno sviluppo energetico allineato con gli obiettivi comunitari e nazionali: la maturit� delle innovazioni � in prima battuta un fatto di scienza ma ha effetto anche sull’economia, sulla normativa e sull’implementazione sociale. Il Politecnico di Torino intende farsi interprete di questo dialogo�.

I laboratori dell’Universit�

Per farlo, l’Ateneo ha consolidato la partnership con l’Environment Park, il Parco Scientifico Tecnologico per l’Ambiente,

entrando in quota societaria. Qui saranno sviluppati i laboratori di ricerca sulle nuove fonti energetiche e sulle tecnologie da approfondire come quelle legate all’idrogeno e ai biofuel, ma anche al settore del nucleare. All’Energy Center del Politecnico, invece, professori e ricercatori sviluppano le parti di supporto alle policy e gli strumenti per comprendere e disegnare gli scenari energetici futuri sulla base di una lettura scientifica dei dati di settore.

La ricerca sui piccoli reattori modulari

A parlare di maturit� delle tecnologie � stato, in apertura della seconda giornata di evento, Gilberto Pichetto Fratin

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, ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica che, facendo una rassegna delle filiere e dei sistemi energetici europei per la transizione energetica ha dichiarato: �Oggi noi abbiamo la sicurezza della quantit�. Ci manca la sicurezza del prezzo. Prima che l’industria “cambi i tubi” ci vuole tempo, e nel frattempo ci serve una fonte di accompagnamento, da diversificare, che oggi � il gas. Dobbiamo mettere il nostro Paese nelle condizioni di decidere come procedere quando una tecnologia come quella del nucleare dei mini-reattori modulari sar� pronta. Questa sar� la nuova fonte di energia e a Torino c’� un’importante ricerca sul tema�. E questo significa, secondo il ministro, saper valutare anche i costi.

I tempi della transizione

La confusione, secondo Corgnati, � alla base: �Abbiamo creduto che la partenza simultanea delle due transizioni richiedesse lo stesso tempo di implementazione

. Ma queste sono due transizioni che pur essendo gemelle sono eterozigote. Quella digitale ha una velocit� puntuale, � fatta con un’infrastrutturazione molto meno pesante; quella energetica non solo ha bisogno di novit� produttive ma anche di una forte infrastrutturazione di trasporti e di stoccaggio, che allunga le tempistiche. La transizione ci porta sempre pi� verso le fonti di energia green, ma i tempi fisiologici di questa transizione ci rendono imprescindibile un periodo di coabitazione con le fonti di energia tradizionali. Insieme al ministero stiamo cercando di sviluppare una pianificazione consapevole�.

La differenza la fanno i costi

Occorre sperimentazione: solo cos� �possiamo capire quanto queste siano concretizzabili�, prosegue Corgnati. �Pu� essere che lo siano in via teorica ma non nella realt�, dobbiamo considerare che il mercato � molto competitivo. La differenza la fanno i costi. Per questo le aziende devono continuare a collaborare alla costruzione dei laboratori di ricerca applicata: lo sviluppo passa primariamente dall’interesse industriale. Cos� possiamo valutare se i prodotti dei nostri studi sono pronti, dal punto di vista del costo dell’investimento, dell’effetto sul costo dell’energia e sulla loro durabilit� oltre che alla sicurezza�.

I materiali rari

Lo strumento numero uno, in questo, � la diplomazia scientifica, che pu� creare un dialogo continuo tra scienza, politica e imprenditoria

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. Obiettivo di Corgnati �, durante il suo mandato, implementare una “School of Regulation and Policy”, che consenta di interpretare meglio la modalit� con cui queste tecnologie possono diventare regole e norme. Insieme, favorire la ricerca su nuovi materiali, per ridurre sempre di pi� la dipendenza da Paesi terzi che sono fornitori di risorse essenziali per la transizione. �Siamo sicuri che non ci siano altri materiali o accoppiamenti di materiali che possono consentirci in futuro di essere indipendenti?�, si chiede Corgnati. �La nostra ricerca di punta cresce in questo senso. Stiamo cercando di creare un accordo di lavoro con l’Universit� di Milano Bicocca. Potremmo scoprire che i materiali rari di 15 anni fa, considerati preziosissimi oggi perch� senza non si pu� fare la transizione, tra 20 anni saranno sostituibili da altri, di cui noi siamo in qualche modo detentori, ma che oggi hanno ancora necessit� di studi e sperimentazione�.

Studiare il nucleare

In questo senso va anche la ricerca del Politecnico, citata da Pichetto Fratin, sui reattori nucleari di piccole dimensioni:

�Siamo orgogliosi di essere uno dei centri internazionali su cui si sviluppa la ricerca�, dichiara Corgnati. �Il nostro dipartimento di energia studia per rendere realt� un nuovo modo di trasformare l’energia attraverso un nucleare su scala dimensionale pi� piccola: questo fa la differenza perch� consente di avere una diffusione pi� ampia delle sedi di produzione di energia, una maggiore capacit� di controllo e di sicurezza�.

Il premio Polito Foresight and Innovation

L’evento ha visto anche il lancio di un nuovo premio: il Polito Foresight and Innovation dedicato alla lungimiranza alla visione innovativa, che, nella sua prima edizione, � stato assegnato a Mario Draghi per la promozione della competitivit� dell’Italia in Europa. In primavera ci sar� la consegna ufficiale all’ex presidente della Banca Centrale Europea ed ex premier italiano.

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