Scena muta degli oss, indagato il direttore

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Hanno fatto scena muta, davanti al gip Savina Poli, i sei operatori socio sanitari accusati di maltrattamenti aggravati su ventuno anziani ricoverati presso la casa di riposo privata Villa Daniela a Latera.

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Scena muta degli oss

Tre di loro sono tornati in carcere a seguito della misura di custodia cautelare nei loro confronti: sono il 23enne Carmine Battiloro di Pitigliano, la 52enne Marinela Ciasar di Marta e Mirko Tosi, 36enne di Tuscania al quale viene contestato anche il reato di violenza sessuale su una degente 82enne. Sospesi dal servizio per un anno, invece, sia Tommaso Curio, 59enne di Ischia di Castro, che la 31enne di Grotte di Castro Eugenia Monelli, mentre l’ultimo dei sei oss coinvolti, Domenico Renzetti, 49enne di Onano è stato sospeso solo per sei mesi.

Indagato il direttore

Intanto, proseguono gli accertamenti degli inquirenti, coordinati dal pm Flavio Serracchiani, che stanno vagliando anche la posizione di Mariano Perugini, direttore sanitario e azionista al 24% della società a cui fa capo Villa Daniela, che risulta indagato per altre eventuali responsabilità. L’uomo è stato tirato in ballo da alcune ex impiegate che hanno sporto denuncia nella primavera del 2024 dando così il via all’inchiesta dei carabinieri di Montefiascone e dei Nas.

La prima denuncia

In particolare, ai carabinieri di Capodimonte Federica Mannucci raccontò di essersi licenziata dopo aver assistito a una serie di comportamenti tanto anomali quanto cruenti, nei confronti degli ospiti della casa di riposo, da parte dei colleghi finiti nell’occhio del ciclone. Scene così raccapriccianti che le avrebbero generato turbamenti tali da richiedere aiuto ad uno specialista. L’operatrice, quando ancora era in servizio, avrebbe provato a contattare il direttore, con l’intenzione di fargli presente la situazione, ma l’incontro sarebbe slittato di qualche giorno. Nel frattempo la donna si sarebbe confrontata con altre due colleghe che l’avrebbero scoraggiata in tal senso, aggiungendo che per lei sarebbe stato controproducente sotto il profilo lavorativo.

Altra denuncia

Anche un’altra ex dipendente avrebbe raccontato ai militari episodi inquietanti i cui protagonisti sarebbero stati proprio gli indagati. Pure lei avrebbe deciso di licenziarsi e dopo aver presentato la lettera sarebbe stata contattata dal direttore, il quale l’avrebbe redarguita e intimidita, con parole che l’avrebbero indotta a scusarsi con tutto il personale, ma che le avrebbero fatto intuire che anche i vertici fossero a conoscenza di quanto accadeva tra quelle mura.
Ricostruzioni e deduzioni, tuttavia, tutte da verificare e da provare, in quanto la società tramite il proprio legale, l’avvocato Enrico Valentini, si dice totalmente estranea ai fatti, come sostenuto in conferenza stampa dagli inquirenti.
“I miei clienti sono esterrefatti – ha sottolineato il difensore – e hanno chiesto il licenziamento degli oss sotto accusa alla cooperativa da cui dipendono. Nessuno di loro sapeva, altrimenti avrebbero senz’altro sporto querela e agevolato le indagini, anche perché si tratta di una struttura che è un fiore all’occhiello del nostro territorio e che non ha mai avuto alcun tipo di problema”.

I legali degli indagati

A difendere invece i sei oss dalle gravi accuse a loro contestate sono gli avvocati Giovanni Labate, Angelo Di Silvio, Ilenia Porciani, Bacci, Piero Ceccarelli e Daniele Ronchini.
L’avvocato Di Silvio, che assiste Morelli e Renzetti, sottolinea “la corposa documentazione con video e intercettazioni ambientali. Le nostre posizioni mi sembrano più sfumate rispetto alle altre”. Mentre l’avvocato Labate che assiste Mirko Tosi, sottolinea: “La contestazione è grave, ma verificheremo se le misure adottate sono adeguate ai fatti addebitati”.

Valeria Terranova 

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