Sono stati assegnati anche gli ultimi Erc Proof of Concept (Poc) del 2024, i grant erogati dal Consiglio europeo della ricerca (Erc) per sostenere i ricercatori a portare i loro risultati scientifici alle fasi iniziali della commercializzazione. In totale, sono stati selezionati 134 progetti per il finanziamento ciascuno dei quali riceverà una sovvenzione di 150.000 euro. Di questi, 15 saranno ospitati in Italia, che insieme a Germania e Paesi Bassi è il Paese con più progetti assegnati.
Le 134 sovvenzioni di questo secondo round si sommano a quelle assegnate lo scorso anno per il bando Proof of Concept arrivando un totale di 245 sovvenzioni assegnate nell’ambito del programma di lavoro 2024 (su 698 proposte valutate), per un ammontare complessivo di 36,75 milioni di euro. Questo schema fa parte del programma dell’Unione Europea per la ricerca e l’innovazione, Horizon Europe.
L’evoluzione in innovazioni concrete
La Commissaria Europea per le Startup, la Ricerca e l’Innovazione, Ekaterina Zaharieva, ha dichiarato: “La posizione globale dell’Europa dipende dalla nostra capacità di promuovere l’eccellenza scientifica e di costruire una comunità prospera di ricercatori, innovatori e leader industriali. I grant Proof of Concept dell’Erc svolgono un ruolo importante in questo senso. Permettono ai risultati promettenti della ricerca di evolversi in innovazioni concrete che guidano il progresso industriale e portano benefici alla società. Congratulazioni a tutti i vincitori delle sovvenzioni!”.
Italia al primo posto
I 134 nuovi beneficiari di questa seconda tornata lavorano in 20 diversi paesi europei. Il maggior numero di sovvenzioni sarà ospitato in Germania, Italia e Paesi Bassi (15 ciascuno), seguiti da Spagna e Regno Unito (14 ciascuno), Israele (12), Belgio (11), Francia (10), Danimarca (6), Austria (5), Svezia (4), Irlanda (3), Finlandia e Norvegia (2 ciascuno), Croazia, Repubblica Ceca, Cipro, Polonia, Portogallo e Turchia (1 ciascuno).
Per essere idonei al bando Proof of Concept, i ricercatori devono aver già ottenuto una sovvenzione per la ricerca di frontiera dell’Erc. I finanziamenti PoC vengono utilizzati per sviluppare i risultati ottenuti durante progetti di ricerca precedenti o attualmente in corso. L’obiettivo principale è esplorare il potenziale commerciale e sociale dei risultati delle ricerche finanziate dall’ERC. Come per le altre sovvenzioni ERC, il finanziamento supporta progetti di ricerca in tutte le discipline scientifiche, dalle scienze fisiche e ingegneristiche alle scienze della vita, dalle scienze sociali alle discipline umanistiche.
Aumentare gli investimenti nella ricerca d’eccellenza
La Presidente del Consiglio Europeo della Ricerca, Maria Leptin, ha aggiunto: “Questi Proof of Concept Grant aiuteranno un numero maggiore di beneficiari Erc a portare i risultati delle loro ricerche sul mercato. È un supporto prezioso nel loro percorso verso la commercializzazione e la crescita. Questo evidenzia qualcosa che spesso viene dimenticato o non pienamente compreso: la scienza di base è il fondamento di molte delle innovazioni di cui beneficiamo oggi. Pertanto, con l’aumento della competizione globale, è essenziale che l’Europa migliori il proprio approccio e aumenti gli investimenti nella ricerca d’eccellenza guidata dalla curiosità per rafforzare la nostra competitività”.
I progetti italiani vincitori di Erc PoC 2024
- Federico Bella, Politecnico Di Torino, progetto GINNY (Glycerol and nItrogeN conversioN through electrochemistrY)
- Antonio Bicchi, Fondazione Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), progetto VSoft (Pro Variable Stiffness Upper Limb Prosthesis)
- Valentina Bollati, Università degli studi di Milano, progetto FLORA (Fusing LiDAR Observations with Remote-sensing Analysis for finding “beauty” in the city)
- Roberto Bottini, Università degli Studi di Trento, progetto DEEP-EOG (High-precision eye-tracking in nonvisual settings)
- Elisa Cimetta, Università degli Studi di Padova, progetto SPOTTED (MicroScale system integrating Patient-specific cancer Organoids in a 3D Tumor microenvironment for Therapy rEsponse preDiction)
- Giulio Cossu, Ospedale San Raffaele, progetto UniCardioMab (Universal Cardiac Mesoangioblasts for treating DMD Dilated Cardiomyopathy)
- Loretta Del Mercato, Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), progetto HySENSE (Advanced Sensing Platforms for Single-Cell Metabolic Flux Analysis in Heterogeneous Cell Systems)
- Laura Fabris Politecnico Di Torino, progetto STELLAR (SERS-based Technology for EarLy Liquid biopsy Analysis and Recognition)
- Manuele Faccenda Università degli Studi di Padova, progetto MODEM (Monitoring crustal stress state frOm 4D sEismic iMaging)
- Stefano Palagi, Scuola Superiore Sant’Anna, progetto SOFTINVADERS (Ultra-soft microrobots for tumour penetration)
- Anna Laura Pisello, Università degli Studi di Perugia, progetto FOR REAL (Scaling up Daytime Radiative Cooling: The new low-cost kit FOR REAListic and repeatable characterization across all climates)
- Paola Saccomandi, Politecnico di Milano, progetto HyperSKIN (HYPERspectral monitoring for accurate light-based SKIN cancer treatment)
- Fabio Sciarrino, Sapienza Università di Roma, progetto POQUB (PhOtonics QUantum Bernoulli Factory)
- Valerio Simoni, Università Ca’ Foscari Venezia, progetto BEARLIV (Conciliating a ‘Bearable Life’. Participatory Action Research on Entangled Cross-Border Mobilities)
- Miriam Serena Vitiello, Consiglio Nazionale delle Ricerche, progetto CLEAR (Chip scaLE terAheRtz dual-comb system)
Il progetto Flora
Ha l’obiettivo di analizzare con metodi di Intelligenza artificiale il legame tra la salute e l’esposoma, ovvero l’insieme di tutte le esposizioni ambientali, comportamentali e occupazionali, non genetiche, cui un individuo è esposto nel corso della sua vita. Questo studio, che sarà svolto a Legnano (Mi), è un’importante applicazione del progetto MAMELI (MApping the Methylation of repetitive elements to track the Exposome effects on health: the city of Legnano as a LIving lab) guidato sempre da Valentina Bollati per il quale nel 2023 si è aggiudicata un Erc Consolidator Grant di circa 3 milioni di euro.
Una nuova progettazione delle città
“Con FLORA avremo la possibilità di integrare alcune informazioni dettagliate sul paesaggio urbano – come spazi verdi, qualità dell’aria, flussi di traffico – con le percezioni dei cittadini. Inoltre si potranno creare metriche per quantificare la percezione estetica, la vivibilità e la salute urbana, identificando le aree che necessitano di interventi mirati. E soprattutto, coinvolgendo urbanisti, amministratori, comunità locali e abitanti, si potrà dare avvio a una nuova progettazione delle città che risponda alle esigenze di benessere e salute”, spiega Valentina Bollati, già vincitrice anche di un Erc Starting Grant nel 2011 e di un Erc PoC nel 2018.
Il progetto SOFTINVADERS
Ha l’obiettivo di sviluppare una nuova tecnologia a partire dai risultati del progetto Erc CELLOIDS, nel quale sono stati progettati microrobot ultra-soffici che possono muoversi in spazi molto ristretti e tra ostacoli, simulando il movimento nei tessuti corporei. Prendendo ispirazione dalle cellule immunitarie che si muovono attraverso i tessuti corporei, i microrobot possono modificare la loro forma corporea e adattarsi agli ostacoli e, potenzialmente, ai tessuti biologici.
Con il nuovo progetto SOFTINVADERS, Palagi mira ad esplorare il potenziale di questi microrobot ultra-soffici in applicazioni anti-tumorali, con l’obiettivo di rendere i microrobot capaci di penetrare dentro masse tumorali solide. Il team di ricerca si concentrerà in particolar modo su modelli di tumore di seno, pancreas, polmone o colon: grazie infatti alla loro capacità di adattare la propria forma corporea, i microrobot potrebbero infatti raggiungere zone impervie del nostro corpo, infilandosi anche nei minuscoli interstizi dei tessuti biologici.
Somministrazione in loco di antitumorali
“Abbiamo recentemente dimostrato che microrobot ultra-soffici, il cui corpo si adatta all’ambiente esterno, possono muoversi in ambienti confinanti sotto l’azione di campi magnetici controllati” spiega Stefano Palagi. “In SOFTINVADERS svilupperemo ulteriormente questi microrobot magnetici ultra-soffici per far sì che riescano a penetrare tumori solidi. Questo potrebbe portare a un innovativo sistema di somministrazione localizzata di terapie anti-tumorali che ne aumenti l’efficacia e ne riduca drasticamente gli effetti collaterali”.
Il progetto VSoftPro
Punta allo sviluppo di una protesi di braccio in grado di riprodurre le caratteristiche dell’arto umano, secondo i principi biologici della soft robotics. Al progetto parteciperà anche la pmi innovativa qbrobotics, nata nel 2012 come start-up dell’IIT. Antonio Bicchi ha già ottenuto diversi Erc, tra cui un Erc Synergy Grant nel 2018 per il progetto Natural BionicS, incentrato sulla realizzazione di arti protesici con caratteristiche “naturali” e collegati con il sistema nervoso centrale. Nel 2012 ottenne un Advanced Grant da cui scaturì il disegno originale della SoftHand. L’invenzione è stata impiegata su robot umanoidi e per protesi di mano in diversi programmi di studio con medici in Italia e negli Stati Uniti. Inoltre, una sua versione per applicazioni industriali è diventata un prodotto commercializzato da qbrobotics.
Un’estensione del corpo umano
Bicchi e il suo gruppo, in collaborazione con qbrobotics, puntano a sviluppare una protesi transomerale per gli arti superiori che replichi l’aspetto naturale e la funzionalità di un arto umano, attraverso una rigidità controllabile dall’utente e una adattabilità all’ambiente passiva. La progettazione sarà anticipata da indagini preliminari con gli utenti, affinché il design della protesi risponda alle loro esigenze e preferenze.
Il sistema muscolo-scheletrico umano consente agli individui di adattarsi senza sforzo a compiti e ambienti diversi grazie al loro essere cedevoli e di rigidità controllabile. La protesi in sviluppo, quindi, vuole imitare questo comportamento, favorendo interazioni sicure e naturali. Inoltre, sarà munita di un controllo intuitivo, permettendo agli utenti di gestire il loro arto bionico come un’estensione del proprio corpo. Infine, il gruppo di ricerca condurrà uno studio sui vantaggi relativi all’uso di tali protesi con il controllo della rigidità, rispetto a quelle rigide tradizionali, così da fornire indicazioni per lo sviluppo di future soluzioni protesiche avanzate.
Il progetto HyperSKIN
HyperSKIN è un dispositivo che potrebbe migliorare la diagnosi e il trattamento dei tumori della pelle non melanomi (Nmsc, non-melanoma skin cancers). Obiettivo del progetto è sviluppare e dare impulso al processo di commercializzazione di un dispositivo contactless che rivoluzioni il processo decisionale relativo ai margini escissionali prima e durante un intervento di rimozione chirurgica, con un feedback istantaneo sulle regioni cutanee da preservare e sulle parti tumorali da rimuovere.
Agendo come una biopsia digitale attraverso l’identificazione di biomarcatori tissutali, il sistema rende più precisa l’individuazione dei margini tumorali su scala micrometrica, affrontando il problema critico dei margini tumorali positivi e perfezionando i trattamenti degli Nmsc basati sulla luce attraverso l’ottimizzazione del settaggio della luce laser. Ciò potrà consentire di definire un trattamento senza danni collaterali come la rimozione completa dei margini tumorali, con riduzione al minimo dei danni ai tessuti sani circostanti, con tempi di procedura brevi e risultati clinici di livello elevato.
Una valida alternativa
Nei tumori della pelle, infatti, le recidive e la conseguente necessità di ripetere l’intervento chirurgico sono principalmente associate a un’escissione incompleta e alla persistenza di margini tumorali positivi. Pertanto, approcci innovativi come le terapie basate sulla luce sono considerate opzioni sicure ed efficaci per molti casi di Nmsc.
“Per ovviare alla mancanza di trattamenti dei tumori della pelle non melanomi con monitoraggio intraoperatorio, mi sono avvalsa del sistema di imaging iperspettrale che ho sperimentato nell’ambito del progetto Erc LASER OPTIMAL, per il monitoraggio intraoperatorio del trattamento dei tumori basato sulla luce, monitoraggio che si affida ai biomarcatori ottici dei tessuti dipendenti dalla temperatura”, afferma Paola Saccomandi.
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