Pensione, assegno più basso per chi esce nel 2025: ecco perché

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Andare in pensione nel 2025 può essere conveniente, visto che per quest’anno il Governo ha confermato diverse uscite previdenziali, da Opzione Donna a Quota 103.

O forse no? Sebbene siano disponibili così tanti trattamenti, andare in pensione nel 2025 significa anche ritrovarsi con un assegno previdenziale molto magro.

Vediamo bene il perché, e cosa fare per evitare tutto ciò.

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Per saperne di più in merito all’argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale di Aggiornamenti Pensioni.

Pensione, assegno più basso per chi esce nel 2025: ecco perché

Perché l’assegno sarà più basso se si esce nel 2025? Semplice: per via dei nuovi coefficienti di trasformazione.

Per chi non li conoscesse, sono dei valori con cui il montante contributivo versato dal lavoratore durante la sua vita lavorativa “viene trasformato nella pensione annua“, come precisa l’INPS sul sito ufficiale.

A seconda dell’età anagrafica di uscita, questi coefficienti possono garantire un calcolo ora molto favorevole, ora decisamente sfavorevole.

E questo perché “maggiore è l’età del lavoratore, più elevati risulteranno anche i coefficienti di trasformazione“. Viceversa, minore è l’età, più bassi saranno i coefficienti. E quindi anche l’importo finale dell’assegno, soprattutto con i coefficienti in vigore quest’anno.

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Con l’ultimo aggiornamento triennale, il Ministero del Lavoro ha disposto dei nuovi coefficienti ancora più bassi rispetto a quelli del triennio precedente.

A titolo d’esempio, se un lavoratore uscisse quest’anno con un montante contributivo (già indicizzato) di 300mila euro, a seconda dell’età di uscita potrebbe maturare un assegno previdenziale che andrebbe dai 970 euro, se si ritirasse a 57 anni, fino ai 1500 euro se a 71 anni.

Di contro, se fosse uscito l’anno prima, avrebbe beneficiato di un assegno dai 990 euro ai 1535 euro, uscendo rispettivamente a 57 anni e a 71 anni.

Pensione, come maturare un assegno migliore nel 2025

Purtroppo l’unico modo per maturare un assegno migliore è quello di accumulare altri anni contributivi, o in alternativa arricchire il più possibile il montante contributivo.

Per farlo, si può ricorrere a misure come la pace contributiva, che permette anche quest’anno di colmare fino a 5 anni di buchi contributivi versando in un’unica soluzione o a rate il corrispettivo degli anni scoperti.

In alternativa alla pace contributiva, si può richiedere il riscatto degli anni della leva obbligatoria, oppure del periodo universitario.

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Anche nel 2025 è disponibile inoltre l’opzione del riscatto agevolato, una misura più conveniente rispetto a quello ordinario: basta solo pagare circa 6.076 euro per coprire un intero anno contributivo.

Infine, un’altra soluzione è quella dei versamenti volontari. Purtroppo è prevista solo in alcuni casi, tutti quanti elencati sul sito dell’INPS.

Pensione, i futuri assegni saranno sempre meno generosi

Fin dall’introduzione dei coefficienti di trasformazione, chi si ritira dal lavoro rischia anno dopo anno un assegno sempre più risicato.

E questo perché, ogni volta che vengono aggiornati, i coefficienti diventano sempre più bassi, essendo allineati all’aspettativa di vita, ormai in fase crescente da decenni.

Infatti, a parte la parentesi della Pandemia Covid, che ha portato a un aumento inedito dei coefficienti, ogni tre anni tocca assistere a un aggiornamento che li fa scendere sempre di più.

Se l’aspettativa di vita continuerà ad aumentare, inevitabilmente i coefficienti non faranno altro che scendere, riducendo sempre di più gli importi non solo delle pensioni anticipate, ma anche di quelle ordinate.

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Molto probabilmente, in futuro l’assegno previdenziale “ricco” spetterà solo a chi ha maturato diverse centinaia di migliaia di euro di montante contributivo, o a chi ha scelto di ritirarsi ad un’età avanzata, ad esempio a 71 anni. O chi ha saputo coniugare bene pensione pubblica con fondi previdenziali privati.



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