La Supercoppa Italiana. Tra presente e passato

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Il più giovane trofeo nostrano ha recentemente cambiato format. Nato sull’idea della Charity Shield inglese oggi è più simile alla Supercoppa Spagnola. E all’inizio di questo mese si giocano le tre partite decisive, valide per l’assegnazione della Supercoppa Italiana.

Era il 1988 quando Enzo d’Orsi, storica firma del Corriere dello Sport, durante una cena suggerì a Paolo Mantovani, allora presidente della Sampdoria, di organizzare una sfida tra i blucerchiati vincitori dell’ultima Coppa Italia e il Milan che aveva conquistato lo Scudetto, al primo successo dell’era Sacchi. L’obiettivo era proporre una sfida analoga a quanto avveniva già all’estero, tra le tante un modello a cui ispirarsi fu sicuramente la Charity Shield inglese.

In Inghilterra è un trofeo con una lunga tradizione, che si gioca dal 1908. Il vincitore della Premier League sfida quello della FA Cup nello stadio di Wembley, sede designata dal 1974. Le rare eccezioni, ovviamente tralasciando gli anni della costruzione del nuovo impianto, sono dovute ad altre importanti manifestazioni: le Olimpiadi nel 2012 e la finale dell’Europeo femminile nel 2022. Negli oltre cento anni di storia è cambiato praticamente solo il nome: oggi si parla di Community Shield, ma il valore e le regole sono rimaste le stesse.

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Le prime edizioni

Detto fatto e la proposta avanzata formalmente da Mantovani arrivò in poco tempo sul tavolo del presidente della Lega Nizzola che approvò l’idea. La prima edizione però fu posticipata subito all’anno successivo, per evitare la sovrapposizione con i Giochi Olimpici di Seul 1988. Inserire la competizione all’interno del calendario dell’epoca non fu facile e non mancarono le polemiche, un tratto che spesso ancora oggi caratterizza le date scelte per questa competizione, basti pensare allo scorso anno, il primo con la Final Four

Ma facciamo un passo indietro fino alla prima edizione della Supercoppa Italiana. Tra l’idea e la realizzazione passò circa un anno: il 14 giugno 1989, a San Siro, sede scelta in quanto “casa” della Lega Calcio, si affrontarono come già detto Milan e Sampdoria. Il pubblico presente, non certo quello delle grandi occasioni, poco più di 19mila gli spettatori, assistette alla vittoria dei rossoneri per 3-1. Un titolo che ebbe durata breve, visto che solo 5 mesi più tardi, a novembre, si giocò Inter – Sampdoria, partita valida per assegnare il trofeo della stagione corrente.

Lo spostamento obbligato verso l’inverno portò a un San Siro quasi deserto (meno di 10mila i presenti), con il trofeo che rimase ancora a Milano. Per una cornice di livello adeguato bisogna aspettare l’anno successivo, con l’ulteriore spostamento all’inizio della stagione, la collocazione “ideale” sul modello inglese. Al San Paolo, il Napoli di Maradona batté la Juventus per 5-1 davanti a 62mila spettatori.

Il format originario

Come noto, la sfida si disputava in origine su gara singola, tra la squadra Campione d’Italia e la vincitrice della Coppa Italia. Sin dall’inizio, in caso di doppietta Scudetto-Coppa, la sfidante era la finalista della coppa nazionale. A partire dal 1991, Napoli vs Juventus per capirci, si decise di giocare la partita in casa della squadra vincitrice del campionato, mentre negli anni precedenti era stata la sorte a “imporre” quella che poi sarebbe una consuetudine, con Milan e Inter “ospitati” nella città della Lega. 

Il trofeo

Oltre a essere il trofeo italiano più giovane è anche il più leggero: realizzato in argento, pesa appena 7,5 chilogrammi. La base verde della Supercoppa Italiana precede delle figure di atleti stilizzati in rilievo mentre poco più sopra il nome del trofeo corre circolarmente in rilievo su un sottile corpo cilindrico. Il centro della struttura, la sezione più stretta, permette di legare i nastri con i colori delle due contendenti. Al di sopra la seconda parte, cava, con il bordo frastagliato.

Un lungo girovagare

Un format semplice, che però non ha mai davvero fatto breccia nel cuore dei tifosi, forse anche per quelle trasferte “obbligate” in terre distanti proposte già agli inizi degli anni Novanta. La prima volta fu nel 1993, quando Milan – Torino si giocò all’estero, più precisamente negli Stati Uniti, al RFK Stadium a Washington, uno degli impianti che avrebbe ospitato alcune partite dei Mondiali dell’anno successivo. Dopo alcuni anni in terra nostrana, la finale si è giocata in Libia nel 2002, prima di un’altra edizione statunitense. Successivamente è stato il turno delle 4 volte di Pechino tra il 2008 e il 2015, prima di quelle nella penisola arabica tra Qatar (2016) e Arabia Saudita (2018, 2019, 2023). Un lungo girovagare alla ricerca di nuovi mercati, e soprattutto ricchi contratti che hanno portato anche al cambio di formato, con l’introduzione della Final Four a partire dalla scorsa stagione.

La Supercoppa Italiana 2024

La novità dell’aumento delle squadre coinvolte ci avvicina a quanto accade con l’omonima versione spagnola dal 2020. Si giocano semifinali e finali, nel mezzo della stagione, a gennaio, in Arabia Saudita. Nel nostro caso la squadra Campione d’Italia sfida la finalista della Coppa Italia per guadagnarsi la possibilità di giocarsi il titolo contro la vincitrice della Coppa Italia che affronta invece la seconda classificata del campionato. Le semifinali, in programma il 2 e il 3 gennaio, vedranno scendere in campo rispettivamente Inter vs Atalanta e Juventus vs Milan.

La finale della Supercoppa Italiana è in programma per il lunedì dell’Epifania e come tutte le altre partite sarà visibile in chiaro su Canale 5. Tutti i match si giocano nella serata italiana, con il fischio d’inizio previsto per le ore 20 (22 locali) al Al-Awwal Park Stadium di Riad, stadio da 25mila posti (lo stesso dello scorso anno) e casa dell’Al-Nassr di Cristiano Ronaldo. Ricordiamo che in caso di pareggio dopo 90’ si passerà direttamente ai rigori. L’asterisco nella classifica del campionato, che in quel fine settimana si svolge regolarmente, avrà durata breve: le partite verranno recuperate tra il 14 e il 15 di gennaio. Non sarà l’ultima edizione in Arabia Saudita, visto che l’accordo è valido per la prossima annata e per il biennio 2028-29, mentre sono ancora da assegnare quelle del 2026-27. 

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I più titolati

La squadra con più trofei è la Juventus che ne può vantare 9, con Inter e Milan a inseguire rispettivamente a quota 8 e 7. In caso di vittoria dei nerazzurri ci sarà l’aggancio in testa alla classifica, oltre al nuovo record di successi consecutivi: 4. Per l’Atalanta si tratterebbe invece della prima volta, oltre che del primo successo in campo nazionale. Il giocatore più vincente di sempre è Buffon, con 7 successi (6 con la Juventus, nel primo vestiva la maglia del Parma), mentre Lautaro con una rete raggiungerebbe Dybala in testa alla classifica dei migliori marcatori. Passando agli allenatori, Simone Inzaghi è già uno specialista, con 5 vittorie, il più titolato in solitaria.

Autore: Tommaso Pirovano.
Foto: Imago.



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