Il Telegraaf: “L’Ue sovvenzionava gruppi ambientalisti per promuovere il Green deal facendo lobbying sugli eurodeputati”

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L’Ue ha “sovvenzionato segretamente gruppi ambientalisti per promuovere il Green deal dell’ex commissario Frans Timmermans” e portare le politiche verdi in cima all’agenda europea. Lo sostiene un’inchiesta del quotidiano olandese conservatore De Telegraaf che cita contratti riservati, tra cui uno da 700mila euro “per orientare il dibattito sull’agricoltura”. Alle organizzazioni, scrive il Telegraaf, “sono stati addirittura assegnati obiettivi per risultati concreti di lobbying presso eurodeputati e Paesi membri”: all’European Environmental Bureau, network di 180 associazioni ambientaliste con sedi in 40 Paesi, è stato chiesto di “elencare almeno 16 casi in cui il Parlamento Ue ha reso la legislazione green più ambiziosa grazie alla loro attività”. Uno scambio che il quotidiano presenta come censurabile, anche se non è chiaro in cosa consista lo “scandalo” che dà il titolo al pezzo. Che non cita mai il ruolo opposto svolto dalle lobby degli agricoltori e delle industrie inquinanti.

L’articolo cita come esempio una campagna a favore della contestata Nature Restoration Law, fortemente voluta da Timmermans, promossa dallo stesso European Environmental Bureau. Il cui segretario generale Patrick ten Brink ha però replicato sottolineando che “a differenza di altri attori dotati di molte risorse, come i governi stranieri e le multinazionali, i cittadini europei e le loro organizzazioni della società civile spesso non dispongono di risorse sufficienti” e “il sostegno dell’UE è necessario per garantire condizioni di maggiore parità” e consentire “alle loro voci di raggiungere chi prende le decisioni”.

L’eurodeputato olandese del Ppe Dirk Gotink, membro della commissione Bilancio dell’Eurocamera, alza il tiro affermando che “c’erano persino liste redatte dalle lobby con nomi di tutti i politici che dovevano essere contattati”. “Questa non è una campagna diffamatoria contro il movimento ambientalista”, precisa poi Gotink. “Ovviamente è loro diritto fare lobbying, il problema è l’atteggiamento della Commissione europea. Ora vorrei sapere se questo tipo di attività è avvenuto anche su altri temi come la migrazione”. Il neo commissario europeo al Budget, il polacco Piotr Serafin, definisce inaccettabili i contratti di lobbying. “Sfortunatamente, tali pratiche si sono verificate in passato e devono essere sradicate”, dice il politico di centrodestra. “Sono già state adottate misure per affrontare questo problema e posso assicurare a tutti che non si ripeteranno”.

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Le destra ostentano turbamento. “Timmermans, male male male”, è il commento pubblicato su X dal leader dei sovranisti olandesi Geert Wilders. Sul tema si è espresso anche il portavoce di Viktor Orban, Zoltan Kovacs, che sempre su X ha commentato: “Quanto è stato vero il sostegno del movimento ambientalista alle proposte ultra-verdi di Timmermans? Ora i resoconti suggeriscono che potrebbe essere stato tutt’altro che spontaneo, con accuse secondo cui Bruxelles avrebbe pagato gruppi ambientalisti per fare pressioni per il suo programma”. La maggioranza di governo italiana si accoda. Il capodelegazione di Fratelli d’Italia e coordinatore Ecr in commissione agricoltura al Parlamento Europeo Carlo Fidanza parla di “un vero e proprio Timmermans-gate, una gravissima interferenza sulle dinamiche democratiche del Parlamento e un utilizzo scandalosamente improprio da parte della Commissione Ue di risorse che avrebbero dovuto essere utilizzate a beneficio degli agricoltori”, chiedendo alla Commissione di “fare immediatamente chiarezza su tutte le somme ad ogni titolo versate a soggetti non istituzionali per condizionare il dibattito pubblico”. La delegazione della Lega si dice sgomenta: “Se la notizia fosse confermata, sarebbe gravissimo: soldi degli europei per finanziare segretamente lobby a favore delle proprie stesse politiche sarebbe inaccettabile, l’ennesima conferma di quanto questa Ue sia distante dalla gente e dai territori, una bolla di eurocrati che mette i propri interessi prima di quelli dei cittadini”.

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