Fracassi Contro le Scelte del Governo

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Il segretario nazionale della FLC CGIL – Gianna Fracassi – durante la conferenza stampa dal titolo “Investire in Istruzione e Ricerca per far ripartire il Paese” ha preso posizione contro le politiche del governo in tema di scuola, università e ricerca. 

Attraverso un’analisi puntuale, Fracassi ha denunciato una gestione che, a suo dire, non solo perpetua il precariato ma mina anche la qualità e la stabilità del sistema educativo italiano. 

“È inaccettabile assistere a un disegno che penalizza i lavoratori, gli studenti e il futuro della nostra scuola e università,” ha dichiarato. 

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I numeri del precariato: una realtà innegabile

Secondo Fracassi, i dati ufficiali del Ministero sull’anno scolastico 2024-2025 confermano un quadro preoccupante:

  • 195.000 posti precari tra i docenti,
  • 47.000 per il personale ATA,
  • 400 per il personale educativo.

Complessivamente, il numero totale di precari tra docenti, educativi e ATA arriva, dunque, a 242.400, ovvero il 20,3%. Il dato conferma che un lavoratore della scuola su 4 è precario.

Tutto questo mentre il Ministro insiste nel negare la realtà” ha affermato Fracassi. Il governo, secondo la sindacalista, sottostima sistematicamente i numeri, arrivando a parlare di 165.000 precari contro i 240.000 certificati. 

Chi sta raccontando una realtà diversa? Questo è il secondo anno consecutivo in cui il Ministro può vantare un record: il più alto numero di precari nella storia del nostro Paese” ha chiosato Fracassi.

La gestione del personale di sostegno è un altro punto critico. Invece di stabilizzare chi ha già superato concorsi e formazione, il governo introduce corsi per regolarizzare titoli esteri spesso inadeguati.

Riferendosi, infatti, ai corsi INDIRE il segretario ha affermato: “Non posso definirlo altro che un condono”.

Università e ricerca: il rischio di una nuova segregazione

Anche il mondo accademico e della ricerca soffre le politiche governative. Fracassi sottolinea come i tagli alla legge di bilancio abbiano già messo in crisi gli atenei più piccoli, costringendoli a ridurre l’offerta formativa o ad aumentare le tasse universitarie. 

Quando si tagliano fondi su un bilancio di 9 miliardi e mezzo, le conseguenze sono inevitabili: meno qualità, meno inclusività” ha avvertito.

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In ambito di ricerca, la situazione appare altrettanto grave. Fracassi ha denunciato che molti ricercatori, assunti grazie ai fondi del PNRR, rischiano di restare senza lavoro dopo il 2027. 

Investire nella ricerca è essenziale per lo sviluppo del Paese, ma il governo sembra cieco di fronte a questa necessità.”

Fracassi critica anche il metodo del governo nella gestione delle politiche scolastiche. “Non c’è stato alcun confronto reale con i docenti e gli altri operatori scolastici” ha spiegato. 

Le commissioni nominate per lavorare sulle nuove indicazioni nazionali, secondo Fracassi, hanno operato senza trasparenza e senza coinvolgere chi lavora quotidianamente nelle scuole.

Un altro esempio emblematico è la proposta di riforma degli organi collegiali, che secondo il segretario punta a centralizzare e gerarchizzare il sistema. “Questo approccio riduce gli spazi di collegialità, che sono la base della scuola italiana. Stiamo assistendo a una vera e propria regressione” ha dichiarato.

La scuola e l’università non possono essere il banco di prova di politiche improvvisate o di tagli indiscriminati. Serve un piano che garantisca stabilità, qualità e futuro al sistema educativo italiano” ha concluso il segretario della FLC CGIL.

Lo Stato: il peggior datore di lavoro

Gianna Fracassi non usa mezzi termini nel criticare lo Stato italiano, definendolo “il peggior datore di lavoro possibile”. 

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Secondo il segretario nazionale della FLC CGIL, il governo non solo sottopaga i suoi dipendenti, ma insulta la loro dignità precarizzandoli e, in alcuni casi, licenziandoli senza giuste motivazioni. 

Un esempio lampante è la Legge di Bilancio per il 2025, che prevede un incremento irrisorio dello 0,22% nelle risorse stanziate: un aumento che si traduce in appena 5 euro a testa, lasciando inspiegabilmente escluso il personale ATA. 

È solo fumo propagandistico” ha dichiarato Fracassi, evidenziando come queste scelte siano un affronto diretto a chi garantisce il funzionamento quotidiano della scuola pubblica.

Gianna Fracassi ha ribadito l’urgenza di un cambiamento nelle politiche governative, sottolineando che la scuola e la ricerca sono i pilastri su cui si costruisce il futuro del Paese.

Se vogliamo guardare al domani, dobbiamo partire da oggi” ha dichiarato Fracassi, ricordando che il progressivo definanziamento, l’inadeguatezza delle retribuzioni e il precariato sono problemi che minano il futuro di migliaia di lavoratori dell’istruzione.

Il Governo è complice della precarietà: le parole di Maurizio Landini

Ha chiudere la conferenza stampa, l’intervento di Maurizio Landini, segretario generale della CGIL, che ha duramente criticato le scelte del governo in tema di scuola e ricerca, settori che considera fondamentali per la crescita del Paese. 

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Non possiamo più tollerare il livello di precarietà e le retribuzioni inadeguate in ambiti così cruciali,” ha affermato, sottolineando che l’istruzione pubblica è un diritto

Secondo Landini, il governo sta imboccando una strada pericolosa, favorendo la privatizzazione dei servizi e aumentando la precarietà, invece di potenziare la spesa pubblica. 

I soldi vanno presi dove stanno, tassando il mercato immobiliare, non continuando a gravare su pensioni e dipendenti” ha concluso, ribadendo che un vero rilancio del Paese passa dall’investimento nella conoscenza e nel lavoro delle persone.



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