Bologna, 22 gennaio 2025 – Sei misure e 10 milioni di euro per combattere l’avanzata del granchio blu che sta sterminando la produzione di vongole nostrane in alto Adriatico. È stato presentato al ministero dell’Agricoltura il Piano di intervento per il contenimento di questa specie aliena che sta mettendo in ginocchio un intero comparto economico. L’attuazione del piano è stata affidata al Commissario straordinario, Enrico Caterino, nominato il 20 settembre scorso con mandato fino al 31 dicembre 2026. Il ministro Pichetto: “Danno notevole, perso il 100% di vongole. Ora il piano si concretizza, andiamo avanti al fianco dei pescatori”. E ancora: “Il Piano per fronteggiare la proliferazione del granchio blu è la risposta del Governo a una doppia emergenza: economica e ambientale”, sottolinea Gilberto Pichetto.
Il granchio blu ha distrutto quasi tutti gli allevamenti di vongole nel Delta del Po (foto di repertorio)
Pichetto: “Perso il 100% di vongole
“C’è stata una situazione di danno notevole, con il 100% di venir meno delle vongole. Dall’altra parte però adesso si comincia ad andare avanti, c’è un piano per la raccolta, un piano anche per il riutilizzo, nel senso che il granchio blu, che è una specie aliena, sta diventando un percorso di nuove economie. Quindi, un movimento c’è, è importante, interessante, e dobbiamo andare avanti a fianco dei pescatori e di tutti coloro che hanno interesse su un luogo e che collaborano. Su questo l’occasione è di ringraziare le due regioni e le amministrazioni in particolare della provincia di Rovigo, le Capitanerie di Porto, le strutture di Ispra e Crea”. Gilberto Pichetto, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, lo dice nel punto stampa seguito alla riunione sul ‘Piano di intervento per contenere e contrastare il fenomeno della diffusione e della proliferazione della specie granchio blu’ presentato stamane al ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, alle organizzazioni produttive.
Cosa prevede il piano
Il piano prevede una serie di azioni da svolgere entro il 2026: difesa della biodiversità degli habitat colpiti dall’emergenza; prelievo della specie granchio blu, incentivando la progettazione e la realizzazione di nuovi attrezzi per la cattura, sostenendo il prelievo e smaltimento di circa 2.600 tonnellate nei due anni, nell’alto Adriatico (Veneto ed Emilia-Romagna); smaltimento delle biomasse catturate non destinate al consumo umano o ad altri usi; interventi di messa in opera di strutture idonee a contenere l’invasione del granchio blu; altri investimenti finalizzati a impedire l’aggravamento dei danni inferti all’economia del settore ittico; investimenti a sostegno alla ripresa delle attività economiche esercitate dalle imprese di pesca e acquacoltura.
Oltre ai 10 milioni di euro previsti per il piano, il Masaf ha stanziato ulteriori 44 milioni di euro complessivi. A presentare le misure i ministri dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin e il Commissario Caterino. Il piano deve essere ora approvato per partire a breve in vista della primavera quando, dopo la pausa invernale, il granchio blu inizierà a proliferare. L’area di intervento del piano interessa, principalmente, il Delta del Po (Polesine e area ferrarese), le lagune e i tratti costieri dell’Alto Adriatico. Potrà poi essere allargato anche ad altre aree dove la presenza è consistente, ha riferito il Commissario, come Sardegna, Puglia e Toscana.
L’area di intervento del piano interessa principalmente il Delta del Po (Polesine e area ferrarese), le lagune e i tratti costieri dell’Alto Adriatico
Danni: la stima di Coldiretti
Secondo la Coldiretti,i danni causati dal granchio blu alla pesca italiano sono ormai raddoppiati rispetto ai 100 milioni di euro stimati a metà 2024 e la messa in campo di un piano di intervento straordinario è importante per dare risposte alle imprese ittiche che hanno visto i propri allevamenti di acquacoltura devastati dal parassita alieno. “Per contrastare la diffusione del granchio vanno utilizzati inoltre predatori naturali autoctoni, come ad esempio il branzino – afferma l’organizzazione –, evitando altre soluzioni che comporterebbero l’ingresso nei nostri mari di altre specie, il cui impatto non sarebbe facilmente calcolabile”.
L’intero settore dell’acquacoltura, che rappresenta uno dei fiori all’occhiello della pesca Made in Italy con un valore di produzione di circa mezzo miliardo di euro, è in serio pericolo.“Dalla primavera del 2023 – continua Coldiretti – , la produzione di vongole sia nel Veneto che in Emilia è stata quasi del tutto cancellata dagli attacchi del granchio blu e la stessa sorte è stata riservata agli allevamenti di cozze, in particolare quelli della pregiata Scardovari Dop, gravemente danneggiati. Per difendere le produzioni le imprese ittiche sono state costrette a investire in attrezzature spesso molto costose, con reti a maglie adatte a proteggere gli impianti ma l’assedio dei predatori non si è fermato”. Questa grave crisi minaccia la sopravvivenza di oltre 2mila famiglie nella regione, come denuncia Coldiretti. Molti dipendenti di cooperative e consorzi sono stati posti in cassa integrazione, mentre i lavoratori delle ditte individuali non possono usufruire di alcun sostegno.
Ispra: 3.300 specie invasive
Secondo Ispra, in Italia si contano oltre 3.300 specie invasive, “un numero molto importante, che ci ricorda l’importanza di tutelare la biodiversità marina, cioè la vita e la natura presente dei mari, che per noi sono elemento di benessere ambientale, di sviluppo economico e di attrattiva unica al mondo, senza trascurare l’emergenza economica per i gravissimi danni che il granchio blu e altre specie ‘aliene’ hanno creato agli allevamenti di molluschi con danni che hanno raggiunti in alcuni casi il 100% delle produzioni”, avverte il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.
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