Italia, Germania, Austria, Algeria e Tunisia hanno firmato a Roma una dichiarazione comune d’intenti sul Corridoio meridionale dell’idrogeno: i cinque Paesi hanno dichiarato l’intenzione di proseguire i lavori per lo sviluppo di questa infrastruttura energetica nel corso della prima riunione penta ministeriale, organizzata a Villa Madama dal ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale e dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica.
Il gasdotto SouthH2 Corridor – che secondo l’ad di Snam Stefano Venier, «aiuterà l’Italia a diventare un gateway energetico per l’Europa» – entrerà in esercizio entro il 1° gennaio 2030 e trasporterà idrogeno rinnovabile per oltre 3.300 chilometri dal Nord Africa attraverso Italia, Austria e Germania, al fine di rifornire i mercati europei.
L’iniziativa ha una valenza strategica sul piano energetico e politico e costituisce un asset di valore per gli obiettivi della transizione energetica nazionale, nonché in termini di diversificazione delle linee di approvvigionamento dell’Unione Europea.
Con la firma di ieri si estende a Tunisia e Algeria l’impegno a sostenere il progetto, finora sottoscritto da Italia, Germania e Austria, stabilendo il comune intento di riunirsi ogni sei mesi, a livello di gruppo di lavoro tecnico per monitorare e sostenerne l’attuazione. Il documento resta, però, una dichiarazione politica con cui i firmatari non assumono alcun impegno o obbligo giuridico.
Nella prima parte della dichiarazione, le parti riconoscono il potenziale del Nord Africa per la produzione di energia e idrogeno rinnovabili, così come l’interesse comune a rafforzare la sicurezza energetica europea, promuovere la crescita sostenibile e la creazione di valore in loco. L’obiettivo è sviluppare impianti di produzione di idrogeno rinnovabile e le relative infrastrutture, accelerando la transizione energetica sostenibile e contribuendo al raggiungimento degli obiettivi climatici globali ed europei. Si sottolinea l’importanza del Corridoio per collegare il Nord Africa all’Ue, favorendo commercio e investimenti in Algeria e Tunisia.
2030
è l’anno in cui sarà operativo il gasdotto per portare l’idrogeno verde dal Nordafrica fino all’Austria e alla Germania
Nella seconda parte della dichiarazione, le parti si impegnano a facilitare lo sviluppo del SouthH2 Corridor attraverso progetti infrastrutturali in Algeria e Tunisia, riutilizzando le infrastrutture esistenti ove possibile e costruendone di nuove. Saranno avviate collaborazioni per identificare le necessità di investimento, valutare meccanismi di mitigazione dei rischi e definire un quadro normativo favorevole. Verrà inoltre incentivata la cooperazione tra produttori, distributori e operatori di rete, con un focus sul trasferimento di tecnologia e il miglioramento delle competenze locali. «Questa intesa ribadisce l’impegno nella cooperazione, volto alla realizzazione di un’opera decisiva per il futuro energetico di entrambi i Continenti» ha sostenuto il ministro della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, aggiungendo che «l’Italia è pronta con i propri player a essere centrale anche nel settore dell’idrogeno, vettore proiettato al futuro rinnovabile e sostenibile».
«L’Italia lavora agli obiettivi di decarbonizzazione e indipendenza energetica in modo concreto e pragmatico, perseguendo un mix energetico in cui siano adeguatamente sviluppate fonti rinnovabili, idrogeno ed energia nucleare» ha concluso il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ricordando che «lo scorso 5 novembre abbiamo ospitato alla Farnesina la prima riunione del Gruppo mondiale per l’Energia da fusione, in partenariato con l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, e oggi aggiungiamo un ulteriore tassello alla nostra strategia energetica con lo sviluppo del corridoio meridionale dell’idrogeno, che rafforzerà ulteriormente il ruolo del nostro Paese quale ‘hub’ europeo dell’energia».
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link