L’iniziativa, coordinata dai volontari di Retake, per restituire il decoro dopo le scene di guerriglia urbana durante la manifestazione per la morte di Ramy Elgaml lo scorso 11 gennaio. Imbrattata anche la chiesa dell’Immacolata
L’antidoto alla violenza è anche nei gesti di chi, armato di raschietto e vernice, ieri mattina ha ripulito i muri del quartiere San Lorenzo, medaglia d’oro alla Resistenza, dalle scritte vandaliche apparse lo scorso 11 gennaio durante la manifestazione contro le forze dell’ordine per la morte di Ramy Elgaml, il 19enne che a Milano ha perso la vita mentre era inseguito da una pattuglia dei carabinieri.
Comitati di quartiere, associazioni e parrocchie, coordinati dal gruppo Retake, si sono ritrovati alle 9 in largo degli Osci per partecipare all’iniziativa «corale» che ha interessato le zone limitrofe, da via dei Volsci a via degli Etruschi. A dare il proprio contributo sono stati anche i bambini, ai quali sono stati forniti tutine e copriscarpe da paladini del decoro, e i beneficiari del Retake solidale in collaborazione con la Caritas e Binario 95.
I timori per un quartiere-polveriera
«Dopo il corteo le realtà del territorio hanno espresso forte preoccupazione – racconta Giuseppe Romiti, tra gli amministratori di Retake – . Ci siamo riuniti, ci siamo confrontati e abbiamo deciso di dare la nostra testimonianza. Le scritte vandaliche, frasi offensive ai limiti della blasfemia, hanno colpito anche la chiesa dell’Immacolata… I manifestanti non hanno risparmiato neppure la nostra sede in via del Volsci… Ci incoraggia il fatto che abbiano aderito tutti, dai boyscout ai ragazzi della squadra di calcio e dell’oratorio, non soltanto per ripristinare il decoro ma per dare un segnale importante contro odio e violenza».
I residenti temono che San Lorenzo, già sotto pressione a causa della movida e della tensostruttura per ospitare le persone senza fissa dimora allestita vicino al tunnel di Santa Bibiana diventi una polveriera: «Non può passare il concetto che qui tutti si possono scatenare – insiste Romiti -, non vorremmo che le frange estremiste pensassero di utilizzare il quartiere come base per alzare il livello dello scontro».
La mobilitazione
Cancellate le scritte, a dare il senso dell’iniziativa è lo striscione di dieci metri con lo slogan: «San Lorenzo contro odio e violenza». Cristiano Morgante, nel direttivo del Comitato di quartiere San Lorenzo, è convinto che la cittadinanza attiva sia la risposta più efficace «alla devastazione immotivata e al degrado». A turbarlo sono stati gli attacchi alle forze dell’ordine («Ragazzi come loro, Pasolini aveva previsto tutto…») e «le bombe carta lanciate dentro i supermercati che avrebbero potuto mettere a rischio la vita delle persone».
La sua impressione è che «oggi i giovani vogliano portare solo violenza, forse è il loro modo di sfogare la rabbia nei confronti della società, prendendosela con gli uomini in divisa e la gente comune». La mobilitazione pacifica – scendere in strada per rimuovere le scritte offensive – non si fermerà: «Andremo avanti all’infinito… Una volta il bersaglio delle proteste erano i politici, questa lotta del popolo contro il popolo mi amareggia. Espressioni come “sbirri appesi” e “poliziotti assassini” inneggiano all’odio e vanno condannate: i violenti non possono trovare spazio nel nostro quartiere».
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