La via crucis delle ferrovie in Molise

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da Approfondimenti del 20 gennaio 2025

di Simone Cannarsa

La rete ferroviaria in Molise, già limitata, è oggi ostaggio di lavori infiniti e disservizi, rendendo il trasporto su rotaia quasi inesistente. Gran parte degli spostamenti si effettuano, di fatto, tramite autobus sostitutivi, allontanando ulteriormente l’utenza dal trasporto su ferro. Un quadro che dipinge un’odissea infrastrutturale senza fine, con ritardi che si accumulano e prospettive sempre più lontane.

Dopo le chiusure della Carpinone – Sulmona, della Campobasso – Benevento e della Campobasso – Termoli, il 2024 avrebbe dovuto segnare il completamento dell’elettrificazione della linea Campobasso – Isernia, i cui lavori sono partiti nel 2020, ma le previsioni ottimistiche parlano ormai di fine 2025, se non oltre. Attualmente i lavori procedono sul tratto Isernia – Guardiaregia, mentre il completamento fino a Campobasso è avvolto da incertezze. Tra gli ostacoli principali figurano l’adeguamento delle opere d’arte e i conseguenti ritardi nella consegna, accompagnati da un’impennata nei costi.

Ulteriore nodo critico è la tratta Termoli – Campobasso, chiusa da marzo 2023 a causa di una frana che ha travolto i binari. Nonostante i fondi promessi per l’elettrificazione – circa 150 milioni di euro annunciati dal Presidente della Regione, Francesco Roberti – RFI comunica che “al momento non sono previsti interventi di potenziamento tecnologico” sulla tratta. Il Contratto di Servizio per il trasporto ferroviario tra la Regione Molise e Trenitalia menziona l’implementazione di interventi tecnologici, come l’introduzione dello standard ERTMS e l’elettrificazione della linea Termoli – Matrice. Tuttavia, questi progetti restano per il momento solo sulla carta.

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1. Lavori presso la stazione di Carpinone: adeguamento apparati, elettrificazione, rifacimento binari e nuovo piano schematico, sottopassaggio. (Foto Francesco Padula, 06 agosto 2024)

A Campobasso, la stazione attende ancora il completamento dei lavori (con i pali per l’elettrificazione ancora assenti), mentre a Matrice si prosegue con l’elettrificazione, con un evidente paradosso: mentre i lavori languono nelle aree più critiche, risorse, mezzi e manodopera vengono concentrati in zone che, ad oggi, potrebbero non trarne beneficio, come nel caso della tratta che collega il capoluogo molisano a Termoli. L’elettrificazione della linea, infatti, non comporterà significativi guadagni in termini di riduzione dei tempi di percorrenza, né per la tratta Termoli, né per quella Venafro. Accelerare i lavori nella direzione di Roma, invece, permetterebbe di potenziare una linea ben più frequentata, a fronte di una tratta verso Matrice ormai quasi completamente inutilizzata, con una domanda di trasporto minima.

Un altro cantiere emblematico è quello del raddoppio ferroviario sulla Termoli – Lesina. I lavori, iniziati dopo una lunga attesa nell’autunno 2023, procedono a rilento. La consegna del lotto pugliese è prevista per il 2026, mentre per il tratto Ripalta – Termoli si dovrà attendere il 2028, salvo ulteriori imprevisti. Nel progetto è inclusa anche la nuova fermata di Campomarino. Il completamento dei lavori è particolarmente atteso, poiché servirà a rimuovere la strozzatura di 34 chilometri a cavallo tra Puglia e Molise che mina la capacità di rendere competitiva l’intera Dorsale Adriatica.

2. Lavori presso la stazione di Campobasso: rifacimento banchine, binari e nuovo piano schematico. (Foto Francesco Padula, 17 novembre 2024)

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Saldo e stralcio

 

Il Molise si trova dunque a fare i conti con un progetto ferroviario che appare incompleto e inadeguato fin dall’inizio. Non è chiaro se la fretta di avviare certi interventi sia legata alla necessità di non perdere finanziamenti, ma è indiscutibile che gli interessi degli utenti molisani sembrano non coincidere con le priorità di chi gestisce i fondi per i lavori. Un esempio di inefficienza è la metropolitana leggera Matrice – Bojano, pensata per migliorare il trasporto pubblico nella zona centrale del Molise e divenuta simbolo di una sostanziale mancanza di una visione a lungo termine in termini di pianificazione infrastrutturale.

Nonostante gli investimenti, le risorse disponibili continuano a essere impiegate senza portare a una vera e propria modernizzazione della rete ferroviaria. Per i pendolari, la situazione rimane difficile, con la promessa di un miglioramento che non affronta i problemi strutturali del percorso, che resta simile a quello dell’Ottocento. L’attesa riduzione dei tempi di viaggio verso il resto della rete nazionale appare ancora lontana e incerta. Alla fine, i benefici per i viaggiatori sembrano limitati, mentre i disagi continuano a essere una costante.

Simone Cannarsa – 20 gennaio 2025

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