Dopo l’approvazione lo scorso novembre alla Camera della
proposta di legge A.C. 1987 “Disposizioni di interpretazione
autentica in materia urbanistica ed edilizia”, c.d. “Salva
Milano”, ripartono al Senato i lavori sul disegno di
legge.
Salva Milano: riprendono i lavori sul DDL
Il provvedimento, spiega l’on. Erica Mazzetti, responsabile
nazionale dipartimento lavori pubblici di FI e presidente
dell’Intergruppo parlamentare Progetto Italia, ha come obiettivo
“superare uno stallo che parte dal cuore economico e
finanziario del Paese, ma si estende a tutta la penisola”.
Ricordiamo che il provvedimento nasce a seguito del sequestro di
numerosi cantieri da parte della procura di Milano, per presunti
abusi edilizi comprendenti:
- la qualificazione come “ristrutturazione” in relaziona alla
costruzione, in un’area precedentemente occupata da capannoni
industriali, di tre palazzi anche di oltre 80 metri di
altezza; - la conferma della semplice SCIA alternativa al
Permesso di costruire per alcuni imponenti interventi di
demo-ricostruzione con volume, sagoma e prospetti
differenti dal preesistente.
Sicuramente un’esasperazione della modifica operata dal Decreto
Semplificazioni 2020 all’articolo 3, comma 1, lettera d) del
Testo Unico dell’Edilizia (d.P.R. n. 380/2001),
che ha incluso tra gli interventi di ristrutturazione edilizia
anche quelli di demolizione e ricostruzione con sagoma, prospetti,
sedime e caratteristiche planivolumetriche e tipologiche diverse da
quelle preesistenti. In questo modo si è ampliata la definizione di
ristrutturazione edilizia, consentendo interventi di demolizione e
ricostruzione di edifici, anche di pochi piani, con costruzioni ben
più alte e di dimensioni molto più rilevanti. Sarebbe così
sufficiente una semplice SCIA per la realizzazione di edifici
completamente differenti e caratterizzati da volumi ben più
consistenti.
Dopo le indagini e i sequestri della Procura, il Comune ha
adottato nuove linee guida per rilasciare
autorizzazioni a costruire solo attraverso permessi o piani
attuativi, e ha anche chiuso lo sportello unico dell’edilizia.
Una paralisi che ha portato all’introduzione di
una norma di interpretazione autentica sulla definizione di
“Ristrutturazione edilizia” dell’art. 3 comma 1 lettera d) del TUE,
secondo cui:
“A decorrere dalla data di entrata in vigore del
decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito, con modificazioni,
dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, la lettera d) del comma 1
dell’articolo 3 del testo unico delle disposizioni legislative e
regolamentari in materia edilizia, di cui al decreto del Presidente
della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, fermo restando quanto
disposto dal sesto periodo della medesima lettera d),
si interpreta nel senso che rientrano
tra gli interventi di ristrutturazione
edilizia gli interventi di totale o parziale
demolizione e ricostruzione che portino alla
realizzazione, all’interno del medesimo lotto di
intervento, di organismi edilizi che presentino sagoma,
prospetti, sedime e caratteristiche planivolumetriche, funzionali e
tipologiche anche integralmente differenti da quelli originari,
purché rispettino le procedure abilitative e il vincolo volumetrico
previsti dalla legislazione regionale o dagli strumenti urbanistici
comunali.”
Mazzetti (FI): Salva Milano necessario per tutto il
settore
Per Mazzetti il Salva Milano rappresenta un intervento
fondamentale: “Tutto il settore spera che si proceda
velocemente per sbloccare il motore trainante dell’economia
nazionale”, mentre preoccupa il blocco delle pratiche edilizie
e urbanistiche “al solo fine di ‘proteggere’ i dipendenti,
atteggiamento illegale e illiberale che sollecitiamo a
rimuovere”.
“Anche se in modo più velato, questo stallo – riferisce
Mazzetti ‐ sta bloccando tutte le pratiche edilizie e
urbanistiche italiane e non ce lo possiamo permettere”.
È necessario quindi velocizzare il riordino delle normative e
muoversi verso l’approvazione di un testo unico delle
costruzioni: “Dovremmo passare da un “Salva-Milano” a
un “salva-futuro”. Siamo al lavoro e a breve il nuovo testo sarà
pronto e sottoposto a tutta la maggioranza”.
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