i “simulacri” della Regione che fu

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CATANZARO Sigle astruse, anche un po’ improbabili, sconosciute a più, “simulacri” di una Regione che fu, quella di un sottogoverno pachidermico, che nasceva magari anche da buone intenzioni poi però vanificate da logiche clientelari e di basso profilo, il sottogoverno fatto da quelli che anche nel gergo attuale vengono definiti “carrozzoni” improduttivi e costosi. La Regione Calabria nel corso degli anni, soprattutto degli ultimi anni, se ne è tolti tantissimi dal groppone e il loro “peso” sulle casse dell’amministrazione è diventato via via più leggero, ma alcune “appendici” si trascinano ancora fino a oggi: società o consorzi da anni in liquidazione o in fallimento che però ancora compaiono nella “mappa” della Regione, tra procedure e contenziosi che non si chiudono mai, sebbene siano “scatole vuote” che non servano più a niente. Nella relazione allegata alla recente delibera con cui la Giunta regionale ha proceduto alla revisione periodica delle proprie partecipazioni ci sono le tracce di queste società ormai “fantasma”, simboli di stagioni politiche e amministrative che, verosimilmente, pochi sicuramente rimpiangeranno.

Procedure e contenziosi

Come il Comac (Consorzio mercato agricolo), oggi in fallimento: «Secondo quanto comunicato dal coadiutore fallimentare al Dipartimento vigilante nel 2024 – si legge nella relazione alla delibera della Regione – di revisione delle partecipazioni – l’ultimo bene acquisito all’attivo è stato venduto, non è stato effettuato il riparto finale dell’attivo e il termine stimato per la chiusura della procedura fallimentare è il 31 dicembre 2025. Tale previsione non appare, tuttavia, realistica atteso che risulta pendente, presso la Corte d’Appello di Catanzaro… con udienza di precisazione delle conclusioni fissata per il 26 giugno 2026, giudizio rispetto al quale il coadiutore, su richiesta, ha comunicato che non sia intendimento della Curatela rinunciarvi». E ancora, il Consorzio Cies (Centro di Ingegneria Economica e Sociale), nato nel 1989 per la realizzazione e la gestione di un centro per lo svolgimento di ricerche, di sperimentazione, di formazione e di servizi con particolare riferimento alla problematica dell’innovazione, dichiarato fallito nel 2011: «In relazione a tale procedura, sono stati recentemente definiti i due giudizi che pendevano in grado d’appello e che ne impedivano la conclusione, tuttavia – spiega la Regione  – per uno di essi è stato proposto ricorso per Cassazione, sicché è necessario attenderne l’esito per la definizione del fallimento». In fallimento – con sentenza del 2017 – anche la Società Progetto Magna, una società in cui la Regione deteneva il 50% delle quote sociali, costituita nell’anno 2012 con lo scopo di promuovere la valorizzazione del patrimonio archeologico calabrese: «Attualmente  – rileva la Regione – , la conclusione della procedura, secondo quanto comunicato dal curatore, è subordinata alla definizione di un unico giudizio pendente presso il Tribunale di Catanzaro (rg 4402/2022), che risulta incamerato per la decisione… Salvo eventuale gravame dell’emittenda sentenza, con il passaggio in giudicato della stessa, il curatore potrà avviare le attività di chiusura della procedura».

Le società aeroportuali

E ancora, le società aeroportuali pre-gestione unica della Sacal. Anzitutto la Società Aeroporto S. Anna Spa, società di gestione dello scalo di Crotone, anche questa in fallimento, dal 2015, forse una delle poche la cui partita è stata chiusa una volta per tutte: «La procedura è pervenuta alla chiusura con decreto del 16 novembre 2023, è stata rimborsata alla Regione la somma di euro 25.343,51 ed il curatore ha provveduto alla cancellazione della società dal registro delle imprese». Un po’ diverso il percorso di un’altra società aeroportuale, quella di gestione dello scalo di Reggio, la Sogas, in fallimento dal 2016: «A seguito del deposito del rendiconto della gestione da parte dei curatori dimissionari, – spiega la Regione – si è in attesa della definizione dei giudizi di opposizione al rendiconto stesso e della sua successiva approvazione. Non è, allo stato, possibile prevedere una tempistica di chiusura anche in considerazione del fatto che è stato autorizzato l’esercizio provvisorio e risultano pendenti diversi giudizi». Infine, il Comarc, società di gestione del Centro Agroalimentare all’ingrosso di interesse regionale di. Reggio Calabria): per la Regione «si trova nella fase finale della procedura liquidatoria». Ma si specifica anche: «All’Assemblea dei soci del 3 giugno 2024, la Regione Calabria ha rilevato il ritardo nella presentazione dei bilanci intermedi 2021, 2022 e 2023 e sollevato delle perplessità sulla permanenza di oneri di gestione nei suddetti periodi. L’assemblea ha deliberato l’approvazione dei bilanci 2021, 2022 e 2023 con il voto contrario della Regione Calabria. Quanto al bilancio finale, a seguito dei rilievi mossi dalla Regione in merito all’erroneità della procedura indicata per la sua approvazione ed alla mancata trasmissione del piano rimborso soci, i liquidatori hanno comunicato che avrebbero provveduto al deposito del bilancio finale ai sensi degli artt. 2942 e 2943 c.c., secondo quanto evidenziato dall’Ente. Difatti, con pec dell’11 settembre 2024, il liquidatore ha trasmesso il bilancio finale comunicando di aver provveduto al suo deposito presso la competente Camera di Commercio; decorso il termine di novanta giorni da tale data ed in mancanza di reclami, il bilancio si intenderà approvato e si procederà al riparto del capitale netto in liquidazione, pari ad euro 748.548,30». E per il futuro? Ecco cosa scrive la Regione: «Stante il perdurare delle procedure di liquidazione in essere, sono state intraprese iniziative finalizzate a prescrivere agli organi di liquidazione delle società di procedere, entro un tempo stabilito, alla determinazione allo stato degli atti del valore della quota di pertinenza della Regione Calabria. Tale determinazione deve essere svolta sulla base di una precisa valutazione del bilancio iniziale di liquidazione e dell’attività svolta nel corso della procedura, con il supporto di dati concreti e documentati». (a. cant.)

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