Agricoltura, si parte coll’handicap: costi, meteo e troppa burocrazia

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Agricoltura

 


Imprese agricole stritolate da costi di produzione sempre più alti, conseguenze cambiamenti climatici e vincoli burocratici pressanti.

L’annata agraria appena trascorsa si è chiusa, sotto il profilo produttivo, con molte difficoltà per i vari comparti, ma le preoccupazioni sono destinate a crescere notevolmente in vista della nuova stagione, che partirà a primavera con scenari sempre più incerti.

Latte, nel veneziano perse oltre la metà delle stalle

Un esempio? “Situazione sempre più preoccupante per il comparto delle vacche da latte, tanto da mettere a rischio la produzione di latte a livello nazionale – esordisce Stefano Tromboni, presidente Confagricoltura Venezia – in dieci anni il numero di stalle in provincia di Venezia si è più che dimezzato e i costi di produzione stanno diventando insostenibili.”

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Alti costi, cambiamenti climatici e troppi vincoli burocratici

“Si registrano notevoli criticità, in tutto il settore agricolo, a causa degli alti costi di produzione e degli andamenti incerti del mercato: le aziende si trovano pertanto strette in una morsa che vede i margini economici sempre più assottigliarsi – afferma Tromboni -. Sempre più impattanti risultano le problematiche relative ai cambiamenti climatici e alle scelte conseguenti che gli imprenditori si trovano a dover fare per cercare di attenuarne le conseguenze. Da non trascurare tutti i vincoli che l’apparato burocratico impone e che, molto spesso, sono incongruenti con la realtà produttiva costringendo le aziende a fare veri e propri “salti mortali” per essere adempienti.”

Radicchio di Treviso igp in crisi e manca manodopera specializzata

Cambiamenti climatici e scarsità di manodopera hanno messo in crisi anche il settore del radicchio di Treviso Igp. “L’avvio della raccolta del radicchio, coltivato in vaste aree del veneziano presenta problematiche notevoli – aggiunge Tromboni – la mancanza di periodi di freddo prolungato con temperature molto rigide mette in crisi la produzione di questa eccellenza che presenta, tra l’altro, costi di produzione estremamente alti. Si tratta infatti di un prodotto ad elevata specificità che comporta una necessità di manodopera specializzata (manodopera tra l’altro difficile da reperire per la rigidità del mercato).”

Semina ritardata per il mais e perdite fino al 30% per il grano tenero

Per quanto riguarda i cereali, le produzioni registrano risultati eterogenei nella provincia di Venezia.

“L’anno scorso la semina del mais è stata ritardata di quasi un mese, a causa delle intense precipitazioni della primavera scorsa – spiega ancora il presidente Tromboni –. Anche il grano tenero ne ha risentito, visto che le piogge hanno favorito lo sviluppo di malattie fungine e ha ostacolato la fase di fioritura con una perdita di produzione attorno al 30%. I picchi estivi di caldo molto intenso invece hanno comportato notevole presenza di tossine nel mais: il 10% della produzione è stato declassato a granella per uso energetico. Inoltre le temperature elevate hanno danneggiato anche la soia. Soia che, a causa delle intense precipitazioni di fine settembre, ha subiti pesanti ritardi nella raccolta con perdite importanti di prodotto.”

Consorzi di  bonifica strategici nella gestione della risorsa idrica

Il meteo è diventato fattore di produzione determinante: l’acqua infatti è un elemento centrale per l’attività agricola, che viene messa in crisi da precipitazioni alluvionali alternate a prolungate siccità.

“In questo contesto, i Consorzi di Bonifica rivestono un ruolo fondamentale come gestori della risorsa forse più importante per il nostro settore – prosegue Tromboni -. Riteniamo perciò fondamentale che gli enti consortili rimangano una espressione del mondo agricolo.

Tra gli interventi necessari, bisogna considerare sicuramente l’esecuzione di opere concrete per la gestione del fenomeno della risalita del cuneo salino e della subsidenza in alcuni territori della provincia.”

Richieste a partire dai fondi UE a garanzia del reddito agricolo

Alla politica Confagricoltura chiede interventi normativi concreti, più semplici e più veloci, rispetto a quelli applicati fino ad oggi. “La politica agricola comunitaria, deve ritornare ad essere, in un contesto economico difficile come questo, un elemento centrale e di garanzia del reddito per gli agricoltori di molti comparti – conclude il presidente Tromboni -. Chiediamo azioni concrete che una volta per tutte possano lasciare alle spalle l’ipocrisia che ha permesso fino ad oggi, ad esempio, l’importazione di mais OGM proveniente da oltre oceano, entrato nelle nostre filiere alimentari, mentre agli agricoltori italiani ne è vietata la coltivazione.

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Questa mancanza di “principio di reciprocità”, intesa come parità di condizione nella produzione dei beni alimentari, sta portando i nostri agricoltori ad una notevole perdita di competitività nei mercati sotto tutti i profili. Infine Chiediamo azioni concrete per alimentare i fondi necessari per ristorare le aziende dei premi assicurativi e una generale semplificazione burocratica e normativa che possa essere concreta e non solo enunciata.”





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