Laronga a Manfredonia: i passati legami Romito

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Carta di credito con fido

Procedura celere

 


Manfredonia. Il dottor Antonio Laronga, Procuratore Aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Foggia e autore del libro “La Quarta Mafia”, è intervenuto in un incontro con gli studenti dell’IPEOA “M. Lecce” e della scuola media Ungaretti-Calcutta di Manfredonia. Con un linguaggio diretto, ha spiegato il fenomeno della criminalità organizzata, soffermandosi sul ruolo cruciale che rivestono i cosiddetti “colletti bianchi” nel riciclaggio di denaro e nel condizionamento delle istituzioni.

Il riciclaggio e il bisogno di professionisti
Laronga ha sottolineato che, per realizzare il riciclaggio, i criminali non si affidano solo a individui armati o violenti, ma necessitano soprattutto di professionisti, come avvocati, commercialisti e tecnici, che progettano e mettono in pratica complesse frodi. Ha citato l’operazione “Grande Carro” della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Bari, attraverso la quale è stata scoperta una frode che ha permesso alle organizzazioni criminali foggiane di intascare 13 milioni di euro in cinque anni senza usare la violenza. “Il criminale con la pistola non capisce niente, c’è bisogno di professionisti, di colletti bianchi e, talvolta, di dipendenti pubblici disposti a collaborare con loro,” ha dichiarato Laronga.

Le mafie e la borghesia
Il Procuratore ha poi evidenziato come la criminalità riesca a infiltrarsi nel tessuto sociale e istituzionale, trovando supporto anche in contesti insospettabili. “In questa società liquida non si capisce più niente. Ci sono persone che al mattino vanno a prendere la comunione e poi si siedono a tavolino con i criminali per concludere affari. Questo fenomeno coinvolge la borghesia, che diventa facilitatore della mafia,” ha detto.

Microcredito

per le aziende

 

La prevenzione amministrativa antimafia
Laronga ha spiegato l’importanza della prevenzione amministrativa antimafia, uno strumento introdotto dalla legge italiana nel 1991, ma inizialmente poco applicato. Solo dal 2015 si è iniziato a sciogliere consigli comunali per infiltrazioni mafiose in diverse città italiane, comprese alcune della provincia di Foggia, come Manfredonia, Monte Sant’Angelo, Mattinata e Cerignola.

“Lo scioglimento di un comune non significa che il sindaco sia un mafioso, ma che è stato condizionato dalla criminalità,” ha chiarito Laronga. “Se un mafioso si presenta e impone al sindaco di assumere suo cugino al cimitero e il sindaco accetta, non può più essere considerato imparziale e deve lasciare il proprio ruolo. Essere amministratori richiede coraggio e fermezza; se non si è capaci di resistere alle pressioni, è meglio restare a casa.”

Esempi concreti di connivenza
Laronga ha fatto riferimento a episodi accaduti a Manfredonia, come il caso di un vicesindaco che si era fatto fotografare con un esponente criminale, o di un amministratore che aveva stretto rapporti con persone successivamente condannate per gravi reati. “Non importa che al momento non sapessero tutto: chi ricopre ruoli pubblici deve essere irreprensibile. Se emergono ombre, devono lasciare l’incarico per non minare la credibilità delle istituzioni.”

“Che cosa significa lo scioglimento di un comune per mafia?”

“Lo scioglimento di un comune non implica necessariamente che il sindaco o gli amministratori siano mafiosi o delinquenti. Significa, piuttosto, che un sindaco si è fatto condizionare dalla criminalità. Per esempio, se un mafioso o un delinquente si presenta e dice: “Sindaco, devi assumere mio cugino al cimitero,” e il sindaco, invece di opporsi fermamente, accetta e assume il cugino, quel sindaco non è più imparziale e trasparente”.

“Il messaggio è chiaro: fare l’amministratore pubblico non è un obbligo. Nessuno vi costringe a farlo. Ma se decidete di accettare questo ruolo, dovete essere capaci di resistere alle pressioni e alle prepotenze di chi cerca di condizionarvi. Se non siete in grado, allora è meglio che restiate a casa. Lo stesso vale per altre figure pubbliche, come i dirigenti scolastici. Se un dirigente non riesce a opporsi alla prepotenza di un docente, non può svolgere quel ruolo”.

Le vittime di pressioni criminali
“A volte, gli amministratori che vengono sciolti per mafia si lamentano pubblicamente, dichiarando di essere vittime. È vero: spesso sono vittime, minacciati e intimiditi. Ma svolgere una funzione pubblica richiede il coraggio di agire secondo la legge, anche sotto pressione. Se, invece, da sindaco intimidito non fate ciò che dovreste, allora dovete lasciare il vostro incarico”.

Il caso di Manfredonia
“Un esempio concreto riguarda Manfredonia. Il (già, ndr) vicesindaco del comune, a suo tempo, venne fotografato in vacanza con Caterino, una persona successivamente condannata all’ergastolo. Può un vicesindaco comportarsi così? Anche se inizialmente non fosse a conoscenza della caratura criminale del suo accompagnatore, una simile frequentazione compromette inevitabilmente la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.”

“Un altro esempio è quello di Carbone, eletto nel 2021 nelle fila di Fratelli d’Italia, prima che emergesse il suo coinvolgimento nell’inchiesta “Omnia Nostra.” Quando la notizia venne alla luce, il partito gli chiese di dimettersi. Tuttavia, Carbone non lo fece, ignorando il consiglio della stessa forza politica che lo aveva sostenuto. Questo genere di comportamento mina la credibilità delle istituzioni”.

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

La responsabilità degli amministratori
“Chi ricopre un ruolo pubblico deve essere consapevole che le proprie azioni, le proprie frequentazioni e i propri comportamenti hanno un impatto sulla percezione delle istituzioni. Se emergono ombre sulla vostra condotta, la scelta migliore è dimettersi, non per colpevolezza, ma per preservare l’integrità e l’immagine della funzione che rappresentate.”

Un appello al cambiamento
Concludendo, Laronga ha invitato gli studenti a riflettere sul ruolo delle istituzioni e sull’importanza di mantenere alta l’attenzione contro le infiltrazioni mafiose. “Le mafie foggiane non sono un fenomeno nuovo; la loro origine risale agli anni ’70 e ’80 del secolo scorso. È necessario che le nuove generazioni comprendano questi meccanismi e contribuiscano a spezzare il legame tra criminalità, politica e società civile.”



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi