«Troppi i magistrati accondiscendenti nei confronti del fenomeno dell’usura bancaria»

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«Sono troppi i magistrati accondiscendenti nei confronti del fenomeno dell’usura bancaria. Di più se si esaminasse il grosso dei rapporti bancari in capo ai correntisti, specie i piccoli, si avrebbe contezza del rischio di come i bilanci di questi ultimi possano essere abbelliti o gonfiati». È questo uno dei passaggi fondamentali dell’intervento di Alfredo Belluco. Il presidente veneto della associazione Sacra casa sacra famiglia, ieri 17 gennaio è stato infatti uno dei due relatori di un breve convegno dedicato al tema «sempre attuale delle storture del sistema creditizio del Belpaese». L’evento è stato organizzato al Viest hotel di Vicenza.

ARCHIVIAZIONI SOSPETTE: LO SPETTRO DEL SOFT POWER DI BANKITALIA

Secondo il padovano Belluco, molto noto nel Veneto per le sue battaglie, si tratta di storture che in buona parte vanno imputate alle défaillance della magistratura. «Specie dei pubblici ministeri, che spesso e volentieri chiedono l’archiviazione dei procedimenti penali in cui l’usura viene addirittura messa nero su bianco nei contratti. Ma come si fa?». Si tratta di una situazione che il presidente definisce «agghiacciante», tanto da non saper dire «se si tratti di errori o di mala fede». Nella storia del Veneto come in quella italiana, sono troppe le toghe, attacca Belluco, le quali «al posto di applicare le disposizioni del codice penale e di quello civile in materia di usura, fanno riferimento invece alle circolari della Banca d’Italia. Le cui direttive però non hanno valore di legge e per questo dovrebbero meritare una ben più bassa considerazione».

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L’INTERVISTA

La pensa più o meno allo stesso modo l’imprenditore Stefano Baldo di Legnaro nel Padovano, che ieri ha affiancato Belluco sul tavolo dei relatori. Lo stesso Baldo ha portato la sua testimonianza. Durante la quale ha spiegato di essere stato trascinato in un vortice giudiziario da una banca ben presente nel territorio. «Ne ho passate di tutti i colori, anche perché molti uomini delle istituzioni non si sono comportati bene nei miei confronti. Alla fine ne sono uscito in piedi. La magistratura ha dovuto riconoscere che sono stato vittima di usura bancaria, ma porto ancora le cicatrici di questo passato, tanto che alcuni strascichi di questa vicenda, li avverto ancora oggi». Si tratta di doglianze molto circostanziate che i due hanno ribadito ai microfoni di Vicenzatoday.it.

L’UDIENZA «AL FULMICOTONE»

Durante la serata poi Belluco a chiesto ai partecipanti (erano una quindicina accorsi da tutta la provincia berica) di cerchiare sul calendario la data del 29 di gennaio. Quel giorno infatti al Tribunale penale di Padova è in calendario una udienza, «che si preannuncia al fulmicotone», che vede lo stesso presidente imputato di «diffamazione e violenza privata semplicemente perché il nostro collettivo, un po’ come fanno gli inviati di Striscia la notizia, si è messo alle calcagna di due funzionari bancari che pervicacemente cercavano di convincere un paio di persone da noi assistite a firmare un nuovo contratto poiché quei bancari si erano resi conto che la prima versione era viziata da vincoli di tipo usurario». Durante quella udienza «sarà proiettato il video che sbugiarda lorsignori e che mostra quanto è accaduto in quella situazione». E ancora, «i nostri sostenitori saranno in tanti in tribunale. Noi non ci nascondiamo».

I fatti, che risalgono al 2018 si sono verificati a Padova. «Io sarei potuto comodamente uscire dal processo con un patteggiamento a buon mercato. Ma ho 72 anni e voglio testimoniare, anzitutto in aula, queste angherie finché avrò fiato. In molti vogliono zittirmi, ma lorsignori devono mettersi in testa che ho cominciato questa battaglia nel 1989. Poi nel 2014-2015 abbiamo moltiplicato i nostri sforzi all’epoca dei crac bancari che hanno coinvolto il Nordest. Tuttavia, spiega Belluco ai taccuini di Vicenzatoday.it «la postura vessatoria di un pezzo del mondo bancario verso i cittadini continua ad essere un problema colossale. Che in pochi tra media, politica ed istituzioni, toghe in primis, hanno voglia di raccontare, anzitutto per il peso del potere economico proietta sulla società. Noi diciamo basta alle vessazioni da parte degli istituti di credito»».

IL PROVVEDIMENTO DELLA DISCORDIA

Parole pesantissime alle quali verso la fine dell’incontro è seguito un vero e proprio j’accuse da parte di Belluco. Il quale impugnando una richiesta di archiviazione di un fascicolo per usura (non legato alla udienza prevista a fine mese), richiesta avanzata dall’ex procuratore di Padova Antonino Cappelleri, si è detto basito per quel provvedimento che costituisce «doloroso esempio» di quanto accade con la giustizia in Italia.

In quel procedimento (il 2301/21 mod. 44), che vedeva Baldo come parte offesa, l’ex procuratore, oggi a riposo, aveva per l’appunto chiesto l’archiviazione a carico di ignoti, perché in buona sostanza, quella che era stata identificata come usura bancaria nel procedimento civile correlato presso il tribunale patavino (il progressivo è il 5956/14 RG), non poteva essere identificata come tale in ambito penale. Il motivo? Cambia il contesto in cui il presunto illecito va collocato.

Di fatto l’accusa a carico dei funzionari «della Bcc Sant’Elena» non sarebbe supportata da «una comprovata consapevolezza da parte della banca», all’epoca dei fatti, delle difficoltà in cui versava l’imprenditore. Di fatto mancherebbe quello che i giuristi chiamano l’elemento psicologico del reato, ovvero la volontà di delinquere.

«Ma come diamine si fa a scrivere una cosa del genere? Noi – rimarca Belluco – continueremo a chiedere che casi come questo, fin quando è possibile, siano rimessi in discussione. Noi non arretreremo di un millimetro». Poi la chiusa: «Chiedere una archiviazione, così, mutatis mutandis, è come dire che il limite di velocità oltre il quale io vengo multato cambia a seconda di quanta fretta ho. L’usura si verifica se il tasso applicato è da usura. Punto e basta».

ASCOLTA L’INTERVISTA A BELLUCO E STEFANO BALDO

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