opening incentrato su giovani, crescita del comparto e un nuovo protocollo con la Finanza

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 


Pubblicato il



17 gennaio 2025

Dilazioni debiti fiscali

Assistenza fiscale

 

Intensa mattinata d’incontri quella di apertura del salone orafo-gioielliero Vicenzaoro January al Teatro Palladio della fiera veneta. All’opening ufficiale Maurizio Ermeti, imprenditore alberghiero riminese che dall’ottobre 2023 è il presidente di IEG, società organizzatrice della fiera, ha sottolineato come questa edizione della manifestazione punti l’attenzione sui giovani, e sul come coinvolgerli professionalmente in questo comparto. “Lo avevamo fatto ad Arezzo, con 1.000 ragazzi, stamattina lo abbiamo fatto con un racconto del settore ad altri 650 ragazzi, tutti studenti delle scuole primarie e secondarie di Vicenza e provincia, che hanno partecipato al talk “Golden Ambition” di VIOFF, il fuori fiera di Vicenzaoro”, ha ricordato Ermeti. 
 
Attenzione ai giovani
 
L’evento, organizzato in collaborazione con Confindustria Vicenza Sezione Industrie Orafi e Argentiere e Federorafi, è stato un dibattito con la partecipazione di esperti del settore e di giovani professionisti che già operano nelle realtà orafe, che hanno condiviso le loro esperienze, le difficoltà superate e le prospettive che il settore offre ai nuovi talenti. Un dato interessante emerso durante il talk è stato quello relativo alla campagna di ascolto realizzata da Skuola.net, che ha coinvolto oltre 3.000 studenti delle scuole superiori, per comprendere la loro percezione e le opportunità del settore orafo.

Taglio del nastro a Vicenzaoro January 2025

Maurizio Ermeti ha poi ricordato come da settembre del 2026 saranno completamente pronti i nuovi padiglioni di Fiera di Vicenza di cui è stata posata la prima pietra il 12 dicembre scorso, ricavati in un nuovo edificio di 22.000 metri quadri su due livelli per un investimento di 60 milioni di euro integralmente autofinanziato. “In questo modo potremo dare degno spazio agli attuali espositori e accogliere tutti coloro che purtroppo oggi trovano posto solo nella nostra lista d’attesa”, ha precisato Ermeti. “Avevamo detto che avremmo difeso con orgoglio la nostra leadership nell’industria orafo-gioielliera, parte del Bello e Ben Fatto italiano, un patrimonio creativo e industriale che dobbiamo preservare e tutelare, e ci siamo riusciti”. Un progetto di ampliamento che IEG è già riuscito a concretizzare alla Fiera di Rimini, dove sono pronti da dicembre due nuovi padiglioni, cui s’affiancherà presto la realizzazione della grande cupola sul lato Ovest, i quali renderanno disponibili ulteriori 8.300 mq per le prossime manifestazioni di Italian Exhibition Group.
 
Il presidente della regione Veneto Luca Zaia ha sottolineato come Vicenza abbia sul territorio “512 aziende orafe, però ben 350 di queste sono orafe artigiane, con oltre 5.000 persone che vi lavorano. Il nostro export locale vale quasi 2,4 miliardi di euro, con una crescita del 13% nel 2024, anno in cui nella fascia d’età tra i 18 e i 29 anni sono stati +55 i giovani assunti nel comparto, pur in un’annata in cui il prezzo dell’oro è arrivato a 2.700 dollari l’oncia. Un grande biglietto da visita da proporre a livello internazionale”, ha affermato.

“Reputazione, competenza delle persone che lavorano nel settore, comunicazione e formazione sono i criteri che definiscono il nostro futuro come distretto orafo della provincia di Vicenza e ci permetteranno di consolidare il feeling con i giovani per garantire un ricambio generazionale di qualità e, ci auguriamo, la tenuta occupazionale del settore, in un’annata 2025 che si presenta complicata”, ha detto poi Andrea Nardin, presidente della Provincia di Vicenza.
 
Formazione e un protocollo con le Fiamme Gialle
 
Per Claudia Piaserico, Presidente di Federorafi, “la formazione e l’informazione continua per le giovani generazioni sono stati, sono e saranno gli asset che caratterizzano le strategie di Confindustria Federorafi. Queste azioni di orientamento sui territori e nei momenti di grande visibilità del settore come le manifestazioni fieristiche sono tra le più efficaci iniziative per avvicinare i giovani alle tante opportunità che offre il settore del prezioso in Italia. In questa ottica”, ha proseguito, “si inserisce anche l’iniziativa di respiro mondiale organizzata con Agenzia ICE con la campagna istituzionale di influencer marketing ‘The Travel Documentary’ che ha portato 5 importanti creator internazionali a visitare diverse imprese dei distretti orafi per documentare con lo stesso linguaggio dei giovani il Bello e Ben Fatto della gioielleria Made in Italy. A questa si aggiunge anche lo sforzo che stiamo compiendo per incrementare la reputazione del settore in termini di legalità, grazie all’accordo recentemente sottoscritto con la Guardia di Finanza”.
 
“Grazie al corpo delle Fiamme Gialle, il protocollo sensibilizza maggiormente le imprese del settore alla legalità”, ha sottolineato Piaserico, “nella prospettiva di diffondere conoscenza e consapevolezza in tema di contrasto alla criminalità economico-finanziaria con particolare riguardo al riciclaggio dei capitali illeciti, alle frodi e all’evasione fiscale, alla contraffazione e alla ricettazione, nonché efficientare i profili applicativi delle specifiche normative e migliorare i rapporti tra gli operatori per un ulteriore sviluppo delle potenzialità del settore, della concorrenza e del tessuto economico-sociale. Un’iniziativa che, lavorando con i distretti, avrà immediate e positive ricadute in termini di sviluppo e di tutela del Made in Italy e della sana imprenditoria”.
 
Per il Generale Bruno Bartoloni, comandante del Comando Tutela Economia e Finanza delle Fiamme Gialle, sono “tre le parole per definire il protocollo fra Guardia di Finanza e Federorafi: confronto, condivisione, scelta. La tutela del Made in Italy e dei distretti produttivi passa attraverso la legalità, che è fattore abilitante di ogni strategia di sviluppo. Il confronto consente di operare analisi approfondite, la condivisione di individuare le priorità da tutelare, la scelta di sostenere sempre la cultura della legalità anche con iniziative rivolte ai giovani, i quali cercano nel lavoro la loro realizzazione. Un impegno civico e culturale prim’ancora che giuridico e organizzativo. Il valore aggiunto del progetto consiste sostanzialmente in un rimedio, in un canale di comunicazione aperto per le aziende orafo-gioielliere, in cui i problemi possono essere veicolati velocemente e definiti in maniera chiara”.
 
“Analizzando lo scenario del comparto a livello più ampio, è chiaro che la sua materia prima assume significati ‘diversi’, perché l’oro spesso è alla base di truffe internazionali in materia finanziaria”, ha proseguito Bartoloni. “Un certificato in oro raccoglie la fiducia di chi vuole investire dei soldi, ma spesso esistono persone che abusano della ‘avidità’, chiamiamola così, di chi vuole investire o speculare. Ciò si riflette anche su chi invece vuole realizzare una manifattura di assoluta eccellenza. L’oro è un veicolo di trasferimento di valore che interessa le organizzazioni criminali, oggi ormai internazionalizzate, che trasferiscono disponibilità finanziarie da un mercato legale ad uno illegale, riciclando tali risorse e spesso coinvolgendo inconsapevolmente all’interno di questi schemi le stesse imprese”.
 
Il Generale della Guardia di Finanza ha voluto fare “un esempio molto concreto: ci possono essere delle imprese che annotano fatture per operazioni inesistenti, pagano con bonifico e ottengono una retrocessione in contanti. Quel contante oggi è spesso frutto di traffico di stupefacenti, o di altri traffici illeciti. Questa è un’operazione di riciclaggio. Una volta”, ha continuato, “la criminalità pagava per riciclare il contante. Oggi trova il modo di riciclare prendendo lei una provvigione. Su questo tipo di fenomeni ci dobbiamo battere. Il protocollo aiuterà le imprese di questo settore proprio a difendersi da tali rischi”.
 
Il caso Turchia
 
Claudia Piaserico, sollecitata ad un chiarimento al riguardo da parte di un curiosissimo Luca Zaia, ha poi spiegato la ragione del “boom della Turchia”. Nei primi nove mesi del 2024, infatti, le esportazioni italiane di gioielli in preziosi hanno superato il valore complessivo del 2023 e si sono attestate a 10,4 miliardi di euro con una crescita del 40,5% in valore (gioielli in oro +44,5%; gioielli in argento -1,0%) e del 4,7% in quantità (gioielli in oro +28,6%; gioielli in argento -2,2%). Il mercato che ha generato una buona parte di questi incrementi è stato appunto la Turchia che complessivamente (compresa bigiotteria e argenteria) si è attestata 3,6 miliardi di euro di esportazioni, in crescita di oltre 3 miliardi rispetto ai primi nove mesi del 2023. “Si pensava che il fenomeno fosse dovuto a una triangolazione dei consumi per aggirare le conseguenze del conflitto russo-ucraino, ma in realtà è stato determinato da un incremento della tassazione locale sulla vendita di oro da investimento, che ha costretto i produttori turchi a rivolgersi alle aziende di semilavorati, ecco perché il dato è di crescita enorme soprattutto per il distretto aretino, maggiormente specializzato in questo ambito produttivo”, ha spiegato Piaserico.
 
Più precisamente, l’evoluzione è stata determinata dai recenti cambiamenti legislativi, attivi dal 1° gennaio 2024, di cui è stata oggetto la tassazione sull’oro da investimento in Turchia, specialmente per chi non possiede documenti che attestino il prezzo d’acquisto.
 
In precedenza la tassa locale sull’oro era del 26% sul 25% del valore dell’oro venduto, il che portava ad una tassazione effettiva del 6,5%. Ora la tassa è stata aumentata al 26% dell’intero valore dell’oro venduto, nel caso in cui non si possegga la documentazione d’acquisto. La tassazione del 26% sul 100% del valore dell’oro venduto si applica anche all’oro ereditato, se viene ceduto senza documenti d’acquisto.
 
Una Intelligenza Artificiale ‘alleata’ degli orafi-gioiellieri
 
In conclusione, va sottolineato quanto sostenuto da Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net, che ha moderato il talk mattutino “Golden Ambition”, il quale ha parlato del ruolo dell’intelligenza artificiale (IA) come un alleato, in grado di supportare il lavoro umano senza mai sostituire la manualità e la creatività che sono alla base della professione orafa.
 
“Ormai esiste una intelligenza artificiale per ideare e progettare qualsiasi cosa – anche un gioiello – come anche macchine a controllo numerico sempre più precise nella realizzazione dei prodotti finiti, ma nel settore orafo-gioielliero queste tecnologie possono solo coadiuvare l’essere umano ma non sostituirlo: ci sono processi che richiedono competenze talmente complesse da rendere il capitale umano il vero valore aggiunto di questo comparto che cresce – anche a livello mondiale – nonostante la società contemporanea investa sempre più risorse in tecnologie e beni digitali”. Secondo lui è per questo che il mondo orafo-gioielliero può rappresentare una straordinaria opportunità di sviluppo professionale e quindi personale a lungo termine per i giovani italiani. Ed è fondamentale raccontarla loro nel delicato momento di orientamento tra le scuole medie e quelle superiori e in uscita da queste ultime, come abbiamo fatto in questa giornata”.

Copyright © 2025 FashionNetwork.com Tutti i diritti riservati.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

Source link