Omicidio di Antonia Lopez.  eseguita un’ordinanza applicativa di misura cautelare in carcere nei confronti di 2 persone accusate di detenzione e porto abusivo di armi comuni da sparo, condotte aggravate  dall’art. 416 bis.1 C.P. Video

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I Carabinieri della Compagnia di Molfetta hanno eseguito una misura cautelare custodiale, emessa dal Gip del Tribunale di Bari su richiesta della locale Procura della Repubblica Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di nr. 2 persone indagate per detenzione e porto di armi da fuoco, aggravati dal metodo e dall’agevolazione mafiosa.

Secondo l’impostazione accusatoria accolta dal Gip (fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa) è stato possibile far luce sulle fasi e sulle motivazioni dell’omicidio di LOPEZ Antonia e sui contestuali tentati omicidi di PALERMITI Eugenio, CRUDELE Francesco, RANA Davide e CEGLIE Gianmarco, fatti avvenuti a Molfetta la notte del 22.09.2024, all’interno della discoteca “BAHIA BEACH”, attribuiti tutti al giovane LAVOPA Michele, attualmente in stato di custodia cautelare per tali fatti.

Come già noto, nel corso di quella serata, un folto gruppo di giovani baresi (tra i quali vi era PALERMITI Eugenio ) accedeva senza pagare e con prepotenza all’interno della detta discoteca, sfondando la linea di sicurezza gestita da alcuni buttafuori. Il predetto gruppo, una volta entrato, incrociava la comitiva di LAVOPA Michele, costituita sempre da giovani baresi, con la quale vi erano pregressi dissapori. Secondo la ricostruzione dei fatti accolta dal Gip (e comunque soggetta alle successive verifiche nel contraddittorio delle parti), la situazione degenerava rapidamente e il PALERMITI portava la mano alla cintura, o alla tasca, inducendo il LAVOPA ad estrarre la pistola che deteneva ed aprire il fuoco in mezzo alla folla di giovani presenti. Come si ricorderà, tra i bersagli dei suoi colpi c’erano LOPEZ Antonia, che si trovava in compagnia di PALERMITI e che decedeva poco dopo, quest’ultimo e tre suoi amici, CRUDELE Francesco, RANA Davide e CEGLIE Gianmarco, rimasti gravemente feriti e ricoverati presso Policlinico di Bari.    

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Le prime indagini consentirono di ottenere un grave quadro indiziario a carico del LAVOPA, ma il seguito delle investigazioni permetteva di acquisire gravi indizi anche a carico di PALERMITI Eugenio e, in particolare, in ordine al fatto che, quella notte, anche lui fosse armato, all’interno del locale “BAHIA BEACH”. Dopo la sparatoria, l’arma veniva occultata e non più rinvenuta.

Ma le indagini hanno permesso anche di ricostruire un grave quadro indiziario a carico del PALERMITI in ordine alla detenzione di altre due armi da sparo, una delle quali era stata introdotta, diversi mesi prima dall’evento in questione e con la complicità dell’amico PARISI Savino jr , all’interno del locale “Divinae Follie” di Bisceglie, nel corso di una serata danzante; in tale occasione, grazie alla compiacenza di alcuni buttafuori, i due erano riusciti a nascondere l’arma, eludendo un controllo in atto delle forze di polizia.

Va sottolineato il fatto che le vicende oggetto delle indagini si inquadrano in un più vasto e allarmante fenomeno, costituito dall’abitudine dei giovani frequentatori di luoghi di ritrovo di Bari e località vicine, per lo più rampolli di famiglie storicamente inserite in contesti di criminalità, di recarsi armati, disposti a confrontarsi apertamente e sfacciatamente con altri gruppi, allo scopo di affermare la propria caratura ed incutere timore e soggezione anche in coloro che, pur frequentando gli stessi luoghi, sono estranei alle logiche malavitose.

Altro aspetto da porre in risalto è la facilità con cui le armi vengono introdotte all’interno dei locali notturni. 

È importante sottolineare che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che, all’esecuzione della misura cautelare odierna, seguirà l’interrogatorio di garanzia e il confronto con la difesa dell’indagato, la cui eventuale colpevolezza, in ordine ai reati contestati, dovrà essere accertata in sede di processo nel contraddittorio tra le parti.

[1] nipote dell’omonimo nonno, gravato da precedenti penali per associazione a delinquere di stampo mafioso, nonchè figlio di pluripregiudicato e attualmente detenuto per il duplice agguato mafioso verificatosi a Bari il 24.09.2018, in cui morì Walter Rafaschieri e rimase gravemente ferito suo fratello Alessandro)



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