La Corte di Cassazione ha confermato l’ergastolo per Gilberto Cavallini, ex membro dei Nuclei Armati Rivoluzionari, per il suo ruolo nella strage di Bologna del 2 agosto 1980. La sentenza ribadisce la responsabilità diretta e indiretta di Cavallini nell’attentato, segnando un importante capitolo nella lunga ricerca di giustizia per le vittime e i loro familiari.
La decisione della Corte di Cassazione
I giudici della prima sezione penale della Corte di Cassazione hanno definitivamente confermato la condanna all’ergastolo per Gilberto Cavallini, ex membro dei Nuclei Armati Rivoluzionari (NAR). La decisione, che rigetta il ricorso presentato dalla difesa, ribadisce la sua colpevolezza nella strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, dove 85 persone persero la vita e oltre 200 rimasero ferite.
La sentenza che condanna l’ormai 72enne in semilibertà mette un ulteriore punto fermo su uno degli episodi più tragici e controversi della storia italiana recente.
Il ruolo di Cavallini nella strage
Cavallini è stato accusato di aver fornito supporto logistico agli esecutori materiali dell’attentato, tra cui Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini. Tra i contributi attribuitigli, ci sono l’aver offerto loro un rifugio, procurato documenti falsi e messo a disposizione un’auto per raggiungere Bologna.
Tali azioni hanno consolidato la tesi della procura, secondo cui Cavallini non fu un semplice spettatore, ma un attore chiave nel realizzare l’attentato.
Le altre condanne di Cavallini
Detenuto dal 1983, Cavallini sta già scontando diversi ergastoli per reati commessi tra il 1979 e il 1981, tra cui l’omicidio del giudice Mario Amato. Quest’ultimo venne assassinato con un colpo alla nuca, mentre era di spalle, in un’esecuzione fredda e calcolata.
Cavallini, all’epoca, si trovava nel pieno delle attività criminali dei NAR, un’organizzazione neofascista coinvolta in numerosi atti terroristici durante gli anni di piombo. L’ergastolo per Gilberto Cavallini era stato già confermato nel settembre 2023, quando, nella condanna, i giudici avevano descritto la strage di Bologna come una “strage di Stato”.
La complessità delle indagini
Le indagini sulla strage di Bologna sono state lunghe e travagliate, rese difficili da depistaggi e interferenze. Tuttavia, le sentenze successive hanno fatto chiarezza, identificando non solo gli esecutori materiali, ma anche i mandanti.
Tra questi, la loggia massonica P2 di Licio Gelli e alcuni settori deviati dei servizi segreti. Secondo gli inquirenti, l’attentato non fu un’azione isolata, bensì parte di una più ampia “strategia della tensione”, mirata a destabilizzare la democrazia e promuovere un regime autoritario.
La reazione delle parti civili
La conferma della condanna all’ergastolo per Gilberto Cavallini è stata accolta con profonda commozione dai familiari delle vittime presenti in aula. Federica Mazzoni, in rappresentanza del Comune di Bologna, e molti parenti delle vittime non hanno trattenuto le lacrime alla lettura della sentenza.
L’avvocato Andrea Speranzoni, rappresentante legale di alcune famiglie, ha sottolineato l’importanza storica della decisione, che chiude un capitolo doloroso di decenni di battaglie giudiziarie. Anche il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, si è espresso sulla conferma, sottolineando che “giustizia è fatta”.
Una memoria e una storia indelebili
L’attentato del 2 agosto 1980 ha segnato profondamente la memoria collettiva del Paese. L’ordigno, nascosto in una valigia e fatto esplodere alle 10:25, causò il crollo dell’ala ovest della stazione ferroviaria di Bologna, trasformando una normale mattina estiva in una tragedia senza precedenti. La conferma delle responsabilità di Cavallini e dei suoi complici rappresenta un passo fondamentale nel processo di giustizia e memoria per le vittime e i loro cari.
Con questa conferma, la Cassazione ha ribadito la validità dell’impianto accusatorio e dell’apporto concorsuale di Cavallini. Il caso rimane un simbolo della capacità dello Stato di perseguire la verità, nonostante le difficoltà e i tentativi di occultamento. Paolo Bellini, un altro imputato legato all’organizzazione, è in attesa del giudizio definitivo dopo i due ergastoli inflitti nei primi gradi di giudizio.
La strage di Bologna è e rimane uno dei capitoli più drammatici della storia italiana. La conferma dell’ergastolo per Gilberto Cavallini rappresenta non solo una vittoria giudiziaria, ma anche un tributo alla resilienza delle famiglie delle vittime, che per decenni hanno lottato per ottenere giustizia. Il ricordo di quella tragica mattina del 1980 continua a essere un monito per le future generazioni sull’importanza della democrazia e della lotta contro ogni forma di estremismo.
Lucrezia Agliani
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